La società editoriale amministrata da Michl Ebner, ex deputato ed europarlamentare della Südtiroler Volkspartei - il partito di governo a Bolzano - pubblica anche Dolomiten, Alto Adige e Trentino. Rimangono esclusi solo i dorsi del Corriere della Sera. L'Unione cronisti: "Preoccupazione per la salvaguardia del pluralismo". Il consigliere Pd Manica: "C'è buco normativo"
“Non può nascondersi la preoccupazione per la salvaguardia del pluralismo dell’informazione in Trentino Alto Adige“. L’allarme arriva dal Gruppo regionale dell’Unione nazionale cronisti (Unci), dopo la notizia del passaggio al gruppo Athesia di Bolzano del quotidiano trentino L’Adige, il più letto in Provincia con 22mila copie vendute. La società editoriale amministrata da Michl Ebner, ex deputato ed europarlamentare della Südtiroler Volkspartei – il partito di governo in Alto Adige – e oggi presidente della Camera di commercio di Bolzano, è già proprietaria del quotidiano di lingua tedesca Dolomiten e la famiglia Ebner, tramite il gruppo Seta, pubblica anche Trentino e Alto Adige. Con quest’ultima acquisizione, il gruppo Athesia ha quindi in mano i quattro principali quotidiani della Regione, esclusi solo i dorsi del Corriere della Sera.
Martedì è stato dato l’annuncio dell’accordo siglato dagli attuali proprietari ed editori, i Conti Gelmi di Caporiacco, e l’ad Ebner. Il gruppo Athesia, si legge in una nota del gruppo, ha acquistato il 100% della Init Holding srl, che a sua volta tiene il 100% della Società iniziative editoriali (L’Adige), di Radio Dolomiti e dell’Agenzia Media Alpi Pubblicità. “Il Dolomiten e l’Adige hanno le stesse radici, entrambi sono nati dalla resistenza contro il fascismo e nazionalsocialismo”, ha dichiarato Ebner che, per frenare le critiche, nella conferenza stampa di mercoledì mattina ha poi precisato: “Abbiamo promesso per iscritto agli ex proprietari che non ci saranno licenziamenti. Garantiamo anche l’autonomia della testata“.
Alle preoccupazioni dell’Unci per il fatto che “gran parte degli organi di informazione in regione fanno ormai capo ad un unico editore“, si sono aggiunte quelle del sindacato regionale dei giornalisti e del Consiglio dell’Ordine del Trentino Alto Adige. Il sindacato regionale giornalisti esprime in una nota “l’auspicio che accanto alla salvaguardia dei livelli occupazionali venga mantenuto il pluralismo dell’informazione in questa terra specialissima che ha fatto dell’autogoverno la sua cifra distintiva”. “Nella speranza che non venga meno il pluralismo dell’informazione in Trentino, pur in presenza di un’elevata concentrazione di quote di mercato in capo ad un solo editore”, il Consiglio regionale dell’Odg auspica anche che “siano mantenuti gli attuali assetti e livelli occupazionali al fine di continuare a garantire l’elevata qualità del prodotto editoriale sino ad ora offerto dalla due testate”.
La situazione è “molto preoccupante” anche per il consigliere provinciale del Pd Alessio Manica. “Penso ci sia un buco normativo. Non è possibile che su un territorio autonomo come il nostro si verifichi un tale accentramento”, sono le sue parole riportate dalla testata online Dolomiti.it. D’accordo con lui anche il leghista Alessandro Savoi: “L’acquisto del quotidiano L’Adige non è un fatto positivo per la democrazia trentina perché la diversità di opinioni è una risorsa. Poi capiamo che è un passaggio commerciale e come tale può anche andare bene, ma non è un buon passaggio per la democrazia”, ha detto sempre al Dolomiti.it.