Il tribunale ha disposto il massimo della pena, al netto dello 'sconto' del rito abbreviato, che in questo caso cancella l’obbligo di isolamento diurno, nei confronti del professore Stefano Perale. L'omicidio risale all'estate dello scorso anno e il docente è reo confesso. La difesa aveva chiesto l'assoluzione per capacità di intender e volere
Narcotizzò e uccise la sua ex compagna e l’allora fidanzato. Così ha deciso il tribunale di Venezia condannando all’ergastolo Stefano Perale, il docente di 50 anni, accusato di invitato a cena nel giugno 2017 nel suo appartamento di Chirignago (Venezia), Anastasia Shakurova, 30 anni, e il fidanzato Biagio Buonomo Junior, 31enne, per poi ammazzarli. Perale è stato riconosciuto colpevole di duplice omicidio aggravato dalla premeditazione, per vilipendio di cadavere, per violenza sessuale aggravata e procurato aborto.
Il pm Giorgio Gava aveva replicato all’arringa dei difensori di Perale che avevano chiesto l’assoluzione dell’imputato per incapacità di intendere e volere. Il giudice ha accolto la tesi dell’accusa, secondo le quali Perale, reo confesso, avrebbe architettato il duplice delitto, mosso dalla rabbia nei confronti del rapporto che Shakurova aveva instaurato con il compagno di origini campane. Il tribunale ha disposto il massimo della pena, al netto dello ‘sconto’ del rito abbreviato, che in questo caso cancella l’obbligo di isolamento diurno.