Il ministero: "Cda decade per mancata osservanza di una precisa clausola etica dello statuto in relazione alla posizione dell’amministratore delegato"
Dopo la decisione del ministero dei Trasporti di azzerare il cda delle Ferrovie dello Stato, l’amministratore delegato uscente Renato Mazzoncini scrive ai dipendenti del gruppo rivendicando i risultati degli ultimi tre anni. “A seguito della decisione del nuovo Governo di applicare lo spoil system, lascio l’incarico di Ad di Ferrovie dello Stato Italiane”, scrive il manager che era stato scelto dall’ex premier Matteo Renzi e che a giugno è stato rinviato a giudizio per truffa nell’inchiesta sui contributi pubblici ricevuti da Umbria mobilità. Il ministero puntualizza che “la decadenza del consiglio di amministrazione di Fs, stabilita nei termini propri di una legge dello Stato, deriva dalla mancata osservanza di una precisa clausola etica dello statuto in relazione alla posizione dell’amministratore delegato”.
“Fs è oggi il primo operatore in Italia e in Grecia, il secondo in Germania, il terzo in Olanda ed è già attivo in Uk, Francia e Svizzera e ha guidato, con il mio personale impegno, l’Uic, l’associazione mondiale delle ferrovie. È cresciuta l’ingegneria in Italferr e il mondo digitale con il lancio della piattaforma Nugo”, scrive Mazzoncini. “Tutto ciò è stato possibile grazie ad un grande board”, ora azzerato per decisione del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, “che ha tra l’altro rafforzato tutti i presidi di governance per assicurare trasparenza e integrità alla gestione aziendale, un grande team di manager impegnati e preparati e alla grandissima famiglia dei ferrovieri, autentico patrimonio del Paese che ringrazio di cuore per il quotidiano impegno e per la straordinaria accoglienza che mi hanno riservato”
“In questo triennio, Fs crescendo al ritmo del 18% annuo ha chiuso i migliori bilanci di sempre con un utile medio di 645 milioni di euro, cresciuto del 60% rispetto al triennio precedente. Contemporaneamente ha portato gli investimenti dai 4 miliardi medi del triennio precedente a 6 nel 2017 e a 8 nel 2018 con l’arrivo di Anas“. Ma il nuovo governo intende stoppare l’operazione di fusione tra i due gruppi. Il gruppo Fs, prosegue Mazzoncini, “vale oggi il 2% del pil del Paese e occupa 81.000 persone dirette e 240.000 con l’indotto. E soprattutto tra il 2014 e il 2018 il numero di passeggeri sui treni è cresciuto del 25%, vero obiettivo del nostro lavoro”.