Cronaca

Mattarella: “L’Italia non può essere far west dove uno spara a una bimba dal balcone”

Nel corso della cerimonia del Ventaglio il presidente della Repubblica ha ricordato la storia di Cirasela, appena 14 mesi, che la mattina del 17 luglio è stata colpita alla schiena da un colpo di pistola ad aria compressa mentre era con la madre a Roma. Poi il richiamo alla necessaria imparzialità delle pubbliche amministrazioni

“Mi ha colpito un fatto di cronaca. L’Italia non può somigliare a un far west dove un tale compra un fucile e spara dal balcone ferendo una bambina di un anno, rovinandone la salute e il futuro. Questa è barbarie e deve suscitare indignazione“. Nel corso della cerimonia del Ventaglio al Quirinale, le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella hanno riportato in auge l’incredibile storia della piccola Cirasela. Di origini rom, appena 14 mesi, la mattina del 17 luglio la piccola è stata colpita alla schiena da un colpo di pistola ad aria compressa mentre era con la madre, lungo la via Togliatti, a Roma. Cirasela è stata ricoverata al Bambin Gesù, non è in pericolo di morte, ma i medici sono stati chiari: la piccola potrebbe non camminare più. Nel frattempo, le forze dell’ordine si sono messe sulle tracce di chi ha sparato. Il 24 luglio la svolta, con l’individuazione del responsabile, un italiano di 59 anni. Che ha confessato, spiegando agli inquirenti che ha fatto fuoco solo perché “voleva provare l’arma” acquistata da poco. Da qui la riflessione del capo dello Stato, che ha parlato di “barbarie che deve suscitare indignazione”.

“NECESSARIA IMPARZIALITA’ DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI”
Mattarella ha anche ammonito sulla necessità di imparzialità delle pubbliche amministrazioni. “La Repubblica vive dell’esercizio delle responsabilità da parte di ciascun cittadino: ognuno faccia uso dei suoi diritti e adempia ai suoi doveri”, ha detto. “Vale per me, anzitutto, chiamato a rappresentare l’unità del Paese e a concorrere all’ordinato funzionamento degli organi istituzionali. Così come a me compete ricordare, a ciascuno, il rispetto dello stesso principio. Le finalità sono tracciate, con chiarezza, nel testo della Costituzione e verso di esse devono convergere le pubbliche amministrazioni, nell’imparzialità della loro funzione, diretta a servizio di tutti i cittadini. Il limite dell’intervento dello Stato è indicato, limpidamente, laddove è pienamente riconosciuto, alla società civile, di esprimersi in tutte le forme organizzate della vita economica e sociale, senza interferenze da parte delle autorità pubbliche tese a influenzarne l’attività. Da questo patrimonio nasce la reputazione di un Paese ordinato, bene amministrato, coeso“.

Nel suo discorso, il capo dello Stato ha toccato anche altri temi, a partire dalla libertà di stampa e dall’importanza del web e del relativo controllo che serve a combattere l’odio in rete. “L’abbondanza informativa offerta dal web è preziosa – ha detto Mattarella – ma occorre evitare che si riduca il livello di approfondimento. La dimensione digitale è un grande contributo – ha spiegato – Siamo tutti consapevoli degli usi distorti talvolta allarmanti, astiosi, dell’introduzione di semi che alimentano preconcetta ostilità. Sta a chi opera nella politica e nel giornalismo – ha sottolineato il capo dello Stato – non farsi contagiare da questo virus ma contrastarlo”. Mattarella ha poi sottolineato l’importanza primaria della libertà di informazione, “che non è un prodotto ma un diritto fondamentale tutelato dalla Costituzione”.

LA LIBERTA’ DI INFORMAZIONE
“La libertà di informazione e i diritti che vi sono collegati e il sostegno, funzionale ad assicurarla in concreto, alimentano il circuito democratico” ha detto Mattarella, secondo cui “la libera stampa è uno dei elementi che contrassegnano l’Europa e costituisce un suo grande contributo alla civiltà del mondo”. Rivolgendosi ai cronisti, poi, il capo dello Stato aggiunto: “Voi accompagnate, narrate, analizzate, criticate le vicende della vita politica e istituzionale e, in questo modo, contribuite alla sua qualità e al suo buon livello – ha sostenuto – Una vita politica e istituzionale che fosse priva di questa condizione sarebbe inevitabilmente distorta, e a rischio di involuzioni”. Il presidente della Repubblica ha poi citato Manzoni per richiamare il buon senso degli italiani: “L’Italia non diventerà, non può diventare preda di quel che con grande efficacia descrive Manzoni nei Promessi sposi a proposito degli untori della peste: ‘il buonsenso c’era ma stava nascosto per paura del senso comune’ – ha ricordato Mattarella – La Repubblica vive dell’esercizio della responsabilità di ciascun cittadino”.

Il presidente della Repubblica, poi, ha affrontato un altro tema di strettissima attualità: “Sessantacinque milioni di profughi nel mondo danno la misura di un fenomeno epocale – ha sottolineato Mattarella – Tante volte l’Italia ha chiesto all’Ue responsabilità e leggiamo finalmente segnali positivi da parte di diversi Paesi dell’Unione. Passo dopo passo – ha concluso – serve un piano di interventi dell’Unione per governare il fenomeno e non subirlo. L’Ue deve esprimere con vigore il suo ruolo su tutti i fronti aperti – ha aggiunto – Viviamo un periodo di instabilità: o gli europei ritrovano le ragioni del rilancio dell’Unione o è prevedibile il declino del Continente”.

LA CONFESSIONE DEL 59ENNE: “HO MODIFICATO L’ARMA”
Le parole di Mattarella sono arrivare nel giorno in cui il 59enne romano che ha sparato alla bambina nomade ha aggiunto altri dettagli alla sua confessione. “Ho modificato la pistola per renderla più potente” ha ammesso agli inquirenti l’uomo, che è indagato per lesioni gravi. I pm, coordinati dal procuratore aggiunto Nunzia D’Elia, hanno disposto una perizia sulle armi rinvenute in casa dell’uomo. Un’attività istruttoria volta a capire in che modo l’indagato abbia modificato la pistola e la carabina ad aria compressa, acquistate circa un anno fa a San Marino. Secondo quanto ha raccontato agli inquirenti, il 59enne “avrebbe allentato una vite per potenziare l’arma“. Nelle ultime gli inquirenti hanno ascoltato una serie di testimoni, sia familiari della piccola che abitanti della zona, per cercare di chiarire il luogo esatto dove la bimba è stata raggiunta dal piombino. L’uomo, ex dipendente del Senato, si sarebbe difeso affermando che quel piombino è partito inavvertitamente dalla sua arma. “L’ho modificata toccando alcune viti – ha sostanzialmente spiegato a chi indaga -. Mi trovavo fuori al terrazzino di casa perché volevo provarla. Qualcosa è andato storto, mi si è bloccata, inceppata e mentre tentavo di rimetterla a posto mi è partito il colpo: non ho mirato in direzione di nessun bersaglio“.