Nella pagina più geniale di un libro geniale, Comma 22, il protagonista alla vigilia di una pericolosissima missione di bombardamento sposta sulla cartina la linea del fronte inglobando l’obiettivo nella zona controllata dagli alleati. Di colpo Bologna non è più un problema e la missione è annullata.
Spero che Roberto Saviano, da scrittore, possa apprezzare il collegamento che mi è balzato immediato in mente leggendo il suo appello a non tacere. Ho visto quella sottile linea rossa spostarsi nel Mediterraneo contornando i luoghi degli affondamenti; e tutto quello che c’è dietro diventare retrovia, zona sicura, acquisita. Ho visto la facilità del bersaglio, la banalità del bene.
Intendiamoci Saviano merita il rispetto di chi ha provato sempre a dire ciò che pensa indipendentemente dall’uomo al timone. Ma questa individuazione delle parole e di pochi miserabili atti di Matteo Salvini come prodromo della celebre poesia che si conclude con “vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno”, come momento ultimo in cui schiacciare l’uovo del serpente prima della schiusa micidiale mi sembra una botta di infantilismo.
Prodromo? Se proprio vogliamo, epilogo. Sì Roberto, già adesso non è rimasto nessuno. Quella linea rossa su cui dare la battaglia, su cui rischiare la missione, su cui chiamare i chierici a decidere tra impegno e tradimento è stata spostata tante di quelle volte per prudenza, paura pura e semplice, vigliaccheria e, spesso, comodo millanta volte.
Siamo tutti convinti di batterci ancora sulle spiagge della Sicilia mentre qualcuno ci ha fatto arretrare sulla linea Gotica. Perchè è facile salire sui barconi Ong, pieni già oggi di testimonial e cronisti, ma è difficile (se non impossibile) sedersi a fianco dei cinque licenziati Fca se non per cogliere l’ironia maligna della sorte e delle coincidenze. È difficile se non impossibile sedersi a fianco dei lavoratori di Air France che fanno uscire in mutande i dirigenti pronti a licenziarli. E di fatti in ambedue i casi le condanne in giudizio non vengono minimamente contestate riflettendo sulla differenza di forza tra lo strapotere di chi guadagna centinaia di milioni di euro e può distruggere le tua vita reale, ridurti a un naufrago sia pure senza zattera, e il potere minimo di chi dal basso di poche centinaia di euro può al massimo mimare un evento cui neppure i titani possono sottrarsi.
Bersagli facili, insomma. Un po’ come usare Vladimir Putin come paradigma del male e di conseguenza la Cia come disinteressata fonte primaria del bene. Lasciando che sia un genio vero come Daniel Barenboim a ricordare a tutti la trasformazione dell’unica democrazia mediorientale in un nuovo Sud Africa. Se è questione di coraggio, più coraggio. Molto di più.