Si tratta di un uomo che la vittima ha frequentato prima di sparire nel nulla nell’ottobre 2016. L’accusa, al momento, è di occultamento di cadavere
C’è un indagato per la morte della donna ritrovata in una valigia il 4 novembre 2017 ad Alice Castello, nelle campagne in provincia di Vercelli. Si tratta di un uomo che ha frequentato Franca Mussa – questo il nome della vittima sparisse nel nulla, nell’ottobre 2016. Sono serviti esami e accertamenti per dare un nome a quel cumulo di ossa. E ora la Procura ha messo sotto inchiesta l’amico della donna, contestandogli l’occultamento di cadavere. Le indagini sono ancora in corso e devono chiarire molti aspetti di questa vicenda. Tra le ipotesi c’è anche quella dell’omicidio, anche se gli esami effettuati fino ad ora non hanno fatto emergere segni evidenti di violenza, né ferite d’arma da fuoco o da accoltellamento. Resta da chiarire ai carabinieri, coordinati dalla Procura di Vercelli, il motivo per cui il corpo della vittima è stato occultato all’interno di una valigia.
I resti di Franca Musso, 54 anni, di Foglizzo, erano stati trovati a novembre da un gruppo di cacciatori lombardi in mezzo alle sterpaglie, sotto la bretella autostradale di Santhià. Il corpo della donna era in avanzato stato di decomposizione ma integro, rannicchiato all’interno della valigia. Il sostituto procuratore Francesco Alvino ha affidato l’autopsia a Cristina Cattaneo, lo stesso medico legale del caso di Yara Gambirasio. Di quello che rimaneva di Franca non si sapeva nulla, neanche il sesso. A un mese dal ritrovamento, i tasselli del puzzle hanno iniziato a trovare il loro posto, a cominciare dall’identità della vittima, grazie alla matricola su una protesi vertebrale.
La donna, dopo un rapporto burrascoso con l’ex compagno, negli ultimi anni viveva da sola, grazie ad espedienti e lavoretti sporadici, spesso non riusciva a pagare le bollette. La sua abitazione si trovava in Cascina Carbondola, appena fuori Tronzano, sempre in provincia di Vercelli, in un piccolo borgo a vocazione agricola formato da altre cascine e villette. I vicini di casa avevano raccontato “di una persona di poche parole, che non parlava volentieri”. Quando per una decina di giorni non dette notizie di sé ai familiari, partì la denuncia di scomparsa. I carabinieri l’avevano cercata a casa, ma nell’abitazione c’erano soltanto i suoi due cani. Poi nessuna notizia, fino al ritrovamento della valigia.