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Al Bano e Romina truffati, i due si sfogano in un video: “In 50 anni di carriera mai successa una cosa così”

Il live si sarebbe dovuto tenere al Beat Village nella Darsena di Rimini il 26 luglio 2018. Proprio nei giorni scorsi erano stati annullati i concerti prossimi previsti al Beat Village di Vinicio Capossela, Renzo Arbore, Massimo Ranieri, Procol Harum, Tony Hadley e Ray Wilson

di Davide Turrini

“Come va, come va?”. Mica tanto bene. Il concerto di Al Bano e Romina che si sarebbe dovuto tenere al Beat Village nella Darsena di Rimini il 26 luglio 2018 è saltato. Motivo? Una truffa. L’hanno spiegato i due artisti, visibilmente arrabbiati, durante una conferenza stampa tenuta nel glorioso Grand Hotel della cittadina romagnola: “In 50 anni di carriera non ci era mai successa una cosa del genere. Abbiamo provato in tutti i modi ad andare sul palco per rispetto dei fan, ma quando è stato chiaro che, oltre a noi, nemmeno i tecnici e gli operai sarebbero stati pagati dagli organizzatori, abbiamo deciso di annullare il concerto”.

Un dispiacere molto grande, ha affermato Romina Power, perché i fan erano arrivati da tutta Italia, persino dalla Romania e dalla Russia, “ma purtroppo si è rivelato tutto una trappola”. Al Bano ha rincarato la dose: “Dipende tutto da un signore che ha organizzato una serie di spettacoli tra cui Massimo Ranieri, Arbore, PFM, Beppe Grillo. Non ha rispettato una sola clausola contrattuale. A questo punto oltre al danno la beffa non mi sembrava giusto”.

E c’è poco da scherzare sull’accaduto perché davvero a Rimini erano giunte centinaia e centinaia di persone per seguire il concerto di Al Bano e Romina che forse nemmeno ai tempi d’oro dei musicarelli. Tantissimi i fan rimasti fino all’ultimo minuto senza un’informazione che una fuori dai cancelli del Village. “I responsabili non sono i cantanti ma chi ha organizzato il concerto, oltre alla figuraccia fatta dal comune di Rimini”, ha spiegato una signora intervistata dal Resto del Carlino. “Sono indignato come cittadino italiano, per questo ho chiamato la finanza”, le ha fatto eco un altro signore di mezza età con a fianco altre fan che indossavano t-shirt con le foto di Al Bano e Romina.

Il “signore” citato da Al Bano si chiama Willer Dolorati ed è titolare della Dock Production Ltd. E se qualche testimone parla di un Dolorati che alle 19 era ancora a sistemare le seggioline al Beat Village, dalla sua pagina Facebook attorno alle ore 22 della serata incriminata l’organizzatore ha scritto: “Alle ore 19 di oggi Albano Carrisi ha disdetto improvvisamente il concerto e con questo dopo tutte le angherie subite, gli insulti, e prevaricazioni di giornali, il BEAT VILLAGE chiude qui la sua esperienza negativa. Ringraziamo chi ci ha sostenuto precisando che tutti i biglietti verranno risarciti dalle rispettive rivendite a semplice richiesta. Per chi invece ha comperato i biglietti da noi alla cassa previo appuntamento telefonico”.

Proprio nei giorni scorsi erano stati annullati i concerti prossimi previsti al Beat Village di Vinicio Capossela, Renzo Arbore, Massimo Ranieri, Procol Harum, Tony Hadley e Ray Wilson. Una Caporetto riminese che fa un certo rumore nel cuore delle vacanze della Riviera, tanto che il Comune di Rimini dopo essere intervenuto in conferenza stampa assieme alla coppia di artisti con l’assessore Jamil Sadegholvaad a spiegare che “questi organizzatori hanno creato danni a tutti” e che insieme ad Al Bano e Romina stanno “cercando di individuare un’altra data per recuperare il concerto perso”, ha tolto direttamente il patrocinio non oneroso alla manifestazione Beat Village e inoltre si è riservato “di procedere nelle sedi opportune nei confronti degli organizzatori della manifestazione per il danno d’immagine procurato alla città”.

Ultimo capitolo della vicenda il comunicato stampa della Dock Production Ltd in cui si parla di “indifferenza delle istituzioni locali le quali non hanno dato alcun sostegno morale, economico e politico, ignorando completamente tale manifestazione e tutti gli artisti saliti sul palco”; come “dei giornalieri e feroci attacchi” dei quotidiani locali; e delle inadempienze del “socio al 50% sig. Paolo Righetti che non ha mai contribuito pro quota versando la parte economica a lui spettante di sostegno al progetto e facendo creste sui contratti degli artisti da lui scritturati a danno della società”.

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