Di fatto la casa da gioco non pagava i soldi che doveva al Comune, socio unico, provocando lentamente il dissesto finanziario dell'ente pubblico. L'inchiesta giudiziaria era nata da un esposto presentato dal sindaco Salmoiraghi (Fi), quando era ancora all'opposizione. Il debito accumulato nel tempo era di circa 25 milioni di euro
Ora è ufficiale: il Tribunale di Como ha dichiarato fallito il casinò di Campione d’Italia. Nominati anche tre curatori fallimentari che avranno il compito di seguire la gestione della casa da gioco. La decisione arriva dopo che il commissario ad acta Angela Pagano ha bocciato il piano di risanamento presentato dal Comune e dal casinò. Qualche giorno fa l’amministratore unico Marco Ambrosini aveva chiesto al tribunale una proroga della decisione fino a settembre, ma non è stata accolta dai giudici che hanno emesso la sentenza.
L’inchiesta giudiziaria era nata da un esposto presentato dal sindaco di Campione Roberto Salmoiraghi (Fi), quando era ancora all’opposizione. Di fatto, il casinò non versava da anni i soldi che doveva al Comune, socio unico, provocando lentamente il dissesto finanziario dell’ente pubblico. Il debito accumulato nel tempo era di circa 30 milioni di franchi svizzeri (circa 25 milioni di euro).
Dalle indagini della Guardia di finanza era emerso che i debiti non erano solo verso il Comune, ma anche verso le banche. Già nel 2013 i cittadini avevano costituito un comitato “In Gioco” che puntava “a rendere consapevoli i residenti dei costi e dei rischi legati alle carenze di gestione del casinò e all’inerzia dell’amministrazione”: iniziavano a sentirsi chiaramente i segnali della crisi. La sindaca del tempo, Maria Laura Piccaluga, aveva ammesso le difficoltà, attribuendole ad una crisi del gioco d’azzardo in generale e non ad un caso specifico di cattiva gestione.