Il procuratore aggiunto di Torino, Marco Gianoglio, secondo l'Adnkronos, ha notificato l'avviso di chiusura indagine dell’inchiesta con cui, da oltre tre anni, sta provando a ricostruire gli intrecci dietro alla fusione tra il gruppo assicurativo bolognese e l’ex galassia della famiglia Ligresti (Fondiaria Sai, Premafin e Milano Assicurazioni)
Carlo Cimbri, amministratore delegato di UnipolSai, e Pierluigi Stefanini, presidente del gruppo Unipol, rischiano il processo per aggiotaggio. Il procuratore aggiunto di Torino, Marco Gianoglio, secondo l’Adnkronos, ha notificato l’avviso di chiusura indagine dell’inchiesta per aggiotaggio con cui, da oltre tre anni, sta provando a ricostruire gli intrecci dietro alla fusione tra il gruppo assicurativo bolognese e l’ex galassia della famiglia Ligresti (Fondiaria Sai, Premafin e Milano Assicurazioni). Era il 2013 nasceva un colosso la seconda impresa assicurativa italiana dopo Generali. Poi partì l’inchiesta che portò all’iscrizione nel registro degli indagati anche Cimbri. Il passo preliminare alla richiesta di rinvio a giudizio è legato alla corposa documentazione raccolta dal pm Gianoglio (lo stesso che chiese l’arresto dei Ligresti): dalla voluminosa perizia sui concambi redatta dai consulenti tecnici, Enrico Stati e Fabrizio Dezani, alle numerose intercettazioni telefoniche – dal 2014 all’estate 2016 – che riguardano gli indagati.
L’ipotesi accusatoria è che nel complesso matrimonio tra i due gruppi sarebbe stato falsato il valore di concambio a favore di Unipol. In particolare, i concambi sarebbero stati alterati con l’effetto di incidere sui rapporti di forza tra gli azionisti: per l’ipotesi accusatoria il valore del gruppo assicurativo bolognese sarebbe risultato più alto alla luce di una valutazione troppo positiva degli immobili e dei prodotti strutturati in pancia alla società. Un sospetto che risale a quattro anni fa. Anche se le criticità erano emerse anche prima.
Oltre a Cimbri, l’atto di chiusura della procura di Torino – che si è contesa con Milano la complessa indagine – riguarda altre sei persone. Devono rispondere dell’accusa di aggiotaggio Roberto Giay, ex amministratore delegato di Premafin Finanziaria; Fabio Cerchiai, ex presidente del consiglio di amministrazione di Milano Assicurazioni; Vanes Galanti, ex presidente del consiglio di amministrazione di Unipol Assicurazioni. A rischio processo per aggiotaggio anche l’advisor Paolo Gualteri e l’ex direttore della Consob, Gaetano Caputi, per ostacolo all’organo di vigilanza.
Secondo la procura di Torino Cerchiai e Cimbri, “incrementavano di 30 milioni di euro circa la necessità di riserveazione della controllata Milano Assicurazioni, così da appesentire ulteriormente il saldo negativo” e stando al capo di imputazione “imponevano al Cda della controllata Banca Sai, attraverso una nuova convocazione del medesimo, una rivisitazione al ribasso, per un importo non inferiore a 12,5 milioni di euro, dei valori indicati nella trimestrale al 30 settembre 2012, nonostante l’intervenuta approvazione e le conseguenti comunicazioni di legge alle autorità di vigilanza”.
A Cerchiai, Cimbri, Galanti, Stefanini (all’epoca presidente di Premafin), Giay, Gualtieri, i pm contestano l’aver depositato un parere sulla fusione sostenendo che i comcambi erano rimasti inalterati e la diffusione del relativo comunicato sulla fusione in cui ci affermava che che i “rapporti di cambio” erano “state utilizzate le metodologie di valutazione adottate nella gmior prassi nazionale e internazionale per operazioni similiari”. Ma gli inquirenti sostengono che si trattasse di una “notizia falsa e concretamente idonea a provocare un’alterazione sensibile del prezzo delle azioni, in particolare di Fondiaria- Sai e di Milano Assicurazioni” perché, stando all’accusa, i rapporti di cambio “erano stati determinati esclusivamente attraverso un metodo matematico attribuendo alle sigole società un numeor di azioni corrispondente alle percentuali concordate il 30 giugno 2012, senza in modo alcuno utilizzare le metodologie di valutazione adottate nella gmior prassi nazionale e internazionale per operazioni similiari“. A Cerchiai, Galanti, Setfanini e Giay viene anche contestato di “aver indotto in errore” il notaio, che aveva stipulato l’atto riguardante la fusione” con le informazioni su minusvalenze, utili, aumento del valore delle azioni di FonSai e Milano assicurazioni. Ora toccherà ai difensori degli imputati rispondere per chiarire la tesi accusatoria.
Aggiornato il 29 luglio 2018 allore ore 15.27