Mi assumo la responsabilità di una raccomandazione all’americana dove sono i più meritevoli a essere esplicitamente segnalati: andate a vedere uno spettacolo di Nicola Vicidomini almeno una volta e fatelo domenica 29 luglio a Villa Ada per Roma incontra il mondo, dove “il più grande comico morente” porterà in scena la versione estesa di Veni vici domini, one man show e sintesi del suo umorismo, spettacolo cui ho assistito al Teatro Vascello qualche mese fa.
Di Vicidomini ho già parlato in passato, dopo aver presenziato al suo precedente Scapezzo, accostando la sua comicità a quella del grande Nino Frassica (con cui ha condiviso momenti televisivi e radiofonici, come nell’attuale Programmone su Radio 2, del quale è presenza fissa). E tra il pubblico, in prima fila, ho incontrato il comico siciliano quando, convinta del talento di Vicidomini, sono tornata a vederlo a teatro in Veni vici domini, ricevendo la conferma che anche da solo sul palco è una potenza.
Tutto quel che dice, fa e recita scaturisce dalla sua profonda essenza ed è una incarnazione del suo ego che si estrinseca in momenti a volte anche imbarazzanti (per me), ma senza dubbio sinonimo sempre di un vasto, profondo e mirato scandaglio dell’essere umano e delle sue miserabili sfaccettature. Quando una volta al telefono gli obiettai che c’erano dei momenti in cui si faceva silenzio tra il pubblico lui candidamente mi rispose che Non tutto è per tutti.
Nicola è un amico e lo è diventato perché prima ho conosciuto la sua infinita cultura musicale, i suoi gusti tanti affini ai miei e il comune sconfinato amore per alcuni tra i compositori più grandi, italiani e non solo, primi tra tutti i maestri Piero Umiliani e Piero Piccioni. Ma quando sono andata a teatro a vedere i suoi spettacoli non è l’amico che sono andata a trovare, bensì l’artista, che rimane tale anche quando viene a cena a casa e si esibisce nella declamazione di alcuni dei suoi esilaranti “problemi” da risolvere.
Con Nicola non sai mai di preciso dove comincia il personaggio e finisce l’uomo e viceversa, gli piace stupire e scandalizzare, pur essendo molto attento e sensibile. Riporto uno status attinto dal suo profilo Facebook dieci giorni fa: “Il piacere particolare di rifiutare con costanza partecipazioni a programmi televisivi, nel potenziare quell’ancestrale e misterioso senso di onnipotenza, che si dispiega ogni sera in teatro di fronte al pubblico pagante, non è facilmente sintetizzabile. Questo lavoro è vivere o morire. ‘Sono Aguirre, furore di Dio‘. Evviva il gradimento popolare. Abbasso le numerazioni dell’Auditel, della rete e la retorica del senso comune. A Villa Ada domenica 29 luglio ritroverete, come sempre, un semidio caprino, osceno, indecente, amorale, Fauno, Satiro. Un Satana. La comicità è un attentato all’uomo, che ricade su una buccia di banana”.
Ecco, credo che queste parole accenderanno la curiosità di chi ancora non lo conosca, senza bisogno di anticipare altro, tranne che in scena ci sarà anche il performer Saro Zero, già in Scapezzo, e che la regia è come sempre della bravissima Deborah Farina. Come ha dichiarato il celebre scrittore e intellettuale Fulvio Abbate: “Nella nazionale dei grandi del teatro ci saranno Antonin Artaud, Bene Carmelo e Vicidomini Nicola e litigheranno tra di loro”.
E allora, buona fortuna grande Nicola, ai tuoi futuri spettacoli (Fauno, in via di costruzione debutterà al Teatro Vascello nella prossima stagione) e al tuo libro da poco uscito, Il nuovo libro di Piero Angela (Castelvecchi Editore e Feltrinelli).