“Governo M5s-Lega? Non si può andare avanti dicendo la sera una cosa diversa dalla mattina su argomenti come le grandi opere appaltate. Ma davvero si può immaginare di bloccare la Tav Torino-Lione?”. Sono le parole del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, durante il suo appuntamento settimanale su Lira Tv. ” Al di là delle penali da pagare, cioè miliardi di euro” – continua – “ogni cittadino ha la percezione di quanto la Tav abbia cambiato la vita della gente. Ad Afragola una stazione in un ambiente che per la verità sembra un deserto, ha cambiato la vita a decine di migliaia di persone. In un’ora arrivi a Roma. Non si comprende la ragione tutta ideologica per cui non dovremmo continuare questo progetto fino a Lione”. E aggiunge: “C’è anche la Tap. Tav, Tap… a me queste piccole sigle già fanno venire l’orticaria. Bloccare il gasdotto in Puglia? Facciamo opere che vengono da anni e anni di lavoro, si fanno 3500 km di gasdotto e poi arriviamo all’ultimo miglio e ci blocchiamo per un tubo di un metro e venti centimetri di diametro? C’era il problema degli ulivi pugliesi e li abbiamo ripiantati 50 metri più in là, ma qui stiamo parlando del futuro dell’Italia, dell’autonomia energetica del Paese, della diversificazione delle fonti energetiche per non essere ricattati dalla Libia e dalla Russia, perché avere il gas riduce anche i costi di produzione. E tuttavia ne stiamo discutendo. Queste cose viste dall’estero ci fanno sembrare un Paese di squinternati”. De Luca rincara: “C’è una cosa che mi colpisce e che sta diventando pesante: questo clima di tensione continua che viene creato. Sembra che l’Italia sia sempre un Paese in guerra, tra migranti, sbarchi, il decreto sul precariato, le vaccinazioni, la fecondazione assistita, l’Alta Velocità, il gasdotto in Puglia. Non c’è un tema che non sia affrontato in termini di polemica e di aggressività. Questo clima non mi piace e credo che alla lunga finirà con lo stancare gli italiani, anche perché crescerà la divaricazione tra le aspettative e i risultati concreti che si produrranno. Questo sarà inevitabile”. Critiche dure anche sul decreto di dignità: “. Come sempre in Italia da anni, e lo facevano anche i governi precedenti, i titoli delle leggi sembrano quelli dei romanzi. Che è ‘sto “il decreto di dignità”? La dignità è un concetto morale. Potevano chiamarlo “il decreto precariato” o “il decreto flessibilità” o “il decreto lavoro”. Dicono che abbiamo un eccesso di flessibilità nel Paese. Siamo, in realtà, nella media europea, ma il vero problema in Italia è la mancanza di posti di lavoro”. E spiega: “Quello che va in verso la tutela del precariato va benissimo, ma non lo puoi caricare sulle imprese, altrimenti vai verso più licenziamenti e il lavoro nero. Hanno proposto di dare rimborso a chi è stato licenziato ingiustamente da due a tre anni di stipendio. Per me bisogna arrivare anche 5 anni, ma questo rimborso lo deve fare lo Stato, poi vediamo in termini di agevolazioni. Ma il nodo di fondo, che sfugge alla discussione di queste settimane, non viene neanche affrontato: come si crea il lavoro? Il lavoro” – chiosa – “si crea con gli investimenti e con la sburocratizzazione radicale. Intanto noi in Campania facciamo partire le procedure concorsuali a settembre per immettere migliaia di giovani nella pubblica amministrazione con piano per il lavoro. Mentre a Roma si fa ideologia, noi per quello che è nelle nostre possibilità creiamo lavoro vero, non assistenzialismo, non voucher”.