“La resistenza continuerà finché l’occupazione non sarà stata rimossa”. Ahed Tamimi, l’attivista 17enne divenuta un simbolo della lotta palestinese contro l’occupazione israeliana, è tornata libera a tre mesi dall’arresto, come riporta l’agenzia di stampa palestinese Maan. La ragazzina, che da anni affronta i soldati israeliani con pugni e schiaffi, era stata condannata a otto mesi da un tribunale militare per aver schiaffeggiato nel dicembre scorso due militari israeliani che erano impegnati nel villaggio cisgiordano di Nebi Saleh, ma è stata liberata anticipatamente. Il video del suo interrogatario, in cui i soldati le dicono che se non collaborerà arresteranno tutti i familiari e lei risponde che ha diritto di stare in silenzio, era diventato virale. Ahed e la madre Nariman hanno raggiunto il loro villaggio vicino Ramallah e hanno trovato molti giornalisti.  “Dalla casa di questo martire io dico: la resistenza continuerà finché la occupazione sarà stata rimossa – ha quindi dichiarato l’attivista –  Tutte le prigioniere in carcere sono forti, e ringrazio tutti quanti mi hanno sostenuto mentre io stessa ero incarcerata”.

Ieri era stata anche diffusa la notizia dell’arresto dello street artist ’napoletano Jorit Agoch da parte della polizia israeliana per aver realizzato a Betlemme, sul muro di separazione tra la Cisgiordania e Israele, un murale che la ritrae. La notizia è stata data con un post sul suo profilo Facebook dallo stesso Jorit che ha chiesto aiuto per se stesso e per un altro italiano arrestato con lui. L’artista, di origine olandese, che lavorava da giorni al ritratto di Ahed, ha postato anche una foto in cui si vede un parte di una camionetta militare.

Il consolato generale a Gerusalemme e l’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv, in stretto raccordo con la Farnesina, seguono con la massima attenzione il caso dei due italiani. Ad essi, fa sapere il ministero degli Esteri, si sta prestando ogni possibile assistenza, in contatto con le autorità locali e le famiglie. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris che ha lanciato un appello per la sua liberazione. “Jorit deve tornare subito a Napoli. La sua libertà è questione di democrazia, riguarda tutti“, ha affermato de Magistris sottolineando che “non potrà mai essere un torto raffigurare il bel volto di una giovane eroina palestinese, il torto è invece averla voluta prigioniera, tenere assediato il suo villaggio di provenienza, aver costruito quel muro che separa popoli e crea ingiustizie”.

Oggi il coordinamento Napoli per la Palestina ha promosso un sit in di solidarietà per Jorit, noto nel capoluogo partenopeo per alcuni murales che ricoprono intere facciate di edifici dedicati a campioni del pallone come Diego Armando Maradona, raffigurato con dei segni sul viso nello stile dei tatuaggi maori, o grandi rappresentanti della napoletanità come l’attore Massimo Troisi.

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