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Lo sciatore scomparso sul Cervino ha un nome: si chiama Henri Le Masne, mistero risolto oltre mezzo secolo dopo

Una storia che somiglia a un film, iniziata nel 1954 in località Cime Bianche della Valtournanche e arrivata solo oggi a conclusione

di F. Q.

La verità, dopo oltre mezzo secolo. Il mistero gelosamente custodito dalla montagna finalmente svelato. Tutto è cominciato quando il ghiacciaio ha iniziato a restituire resti umani, insieme ad abiti e accessori. Era il 22 luglio 2005. Siamo sul Cervino, in località Cime Bianche della Valtournanche. Tredici anni nei quali la polizia scientifica ha esaminato quel che è stato reso dalla montagna. Il profilo dello sciatore che in quelle nevi aveva trovato la morte ha cominciato pian piano a delinearsi: persona benestante, di età media (30-50 anni), di circa cm 175 di statura. La data della morte era collocata ai primi anni 50, in periodo primaverile. Più di questo non si era riusciti a sapere fino a quando la questura di Aosta non ha deciso di diramare i contenuti dell’indagine attraverso i mass media locali e la pagina Facebook della Questura di Aosta, con la richiesta di darne la più ampia diffusione anche oltralpe, ed in particolare in Svizzera e in Francia. Il post è stato pubblicato il 22 giugno, poi la divulgazione a mezzo stampa. Il 29 giugno l’appello è stati rilanciato anche sulla pagina Facebook della Polizia di Stato “Agente Lisa”, con l’invito a rivolgersi alla polizia per “dare un volto e un nome allo sciatore ritrovato nel 2005 a 3.100 metri di altezza sul Cervino in Valle D’Aosta”.

E con questo post è arrivata la verità. Tra i commenti, la chiave del mistero: una certa Emma Nassem che in francese scrive: “Chi contattare? Conosco senza dubbio questa persona. Si tratta di mio zio deceduto sul Cervino nel 1954 a causa di una forte tempesta“. Il padre della donna, commosso, ha scritto poi una lettera alla Polizia Scientifica: “Sono il fratello di Henri Le Masne, che è probabilmente lo sciatore scomparso 64 anni. Sono contento di potervi fornire alcune informazioni utili per le indagini. Mio fratello Henri, single, era un personaggio piuttosto indipendente, era un amministratore civile del Ministero delle Finanze a Parigi. Era andato in licenza. Solo pochi giorni dopo la data prevista del suo ritorno dal congedo, la sua amministrazione ci informò e scoprimmo che era scomparso. Decisi allora, io come fratello minore di quattro anni, di andare lì, presso l’hotel Gran Baita dove si era recato. Mi sentivo in dovere di farlo come fratello minore”.

Il signor Le Masne ha fornito anche un promemoria relativo alle ricerche che svolse tra Torino e Breuil Cervina, dal 30 aprile al 2 maggio 1954. Presso l’hotel Gran Baita di Cervinia apprendeva che Henri vi si era recato in data 13 marzo con l’intenzione di soggiornarvi 15 giorni. Il giorno 26 marzo 1954, poi, Henri aveva lasciato l’albergo per andare a sciare, senza farvi più ritorno. Lasciava in deposito 35.000 lire e 5000 marchi francesi, oltre a tutti gli effetti personali, nella stanza che gli era stata assegnata.

La ricostruzione dei fatti così esposta dal signor Roger appariva verosimile e la Polizia Scientifica continuava i contatti con la signora Emma, per ulteriori informazioni. Questa, a confortare quanto riferito dal padre, hai inviato una foto dello zio, dimostratasi particolarmente utile a sostegno della tesi che i resti rinvenuti fossero proprio quelli dello zio. Egli, infatti, nella foto, indossava gli stessi occhiali rinvenuti vicino ai resti. Ora l’uomo, rimasto tra i ghiacci per 50 anni potrà essere sepolto, forse a Parigi dove aveva vissuto.

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