L'agenzia spaziale Usa oggi compie 60 anni. Cinque i vincitori già scelti per pensare a una casa sul Pianeta rosso
L’anno scorso sembrava che la missione umana su Marte della Nasa, prevista per il 2030, non avesse più una data. Ma l’Agenzia spaziale Usa che oggi compie 60 anni sul suo account Twitter ha lanciato una sfida che fa pensare che l’obiettivo di ammarrare sul Pianeta rosso è sempre presente. Che aspetto potrebbe avere un habitat umano su Marte? La domanda diretta agli inventori di tutto il mondo per “immaginare ambienti di supporto alla vita sul Pianeta Rosso utilizzando strumenti software 3D specializzati”. Cinque i vincitori già scelti.
What might a human habitat on Mars look like? We challenged citizen inventors from all over the world to imagine life-supporting environments on the Red Planet using specialized 3-D software tools. Five winners were recently selected:https://t.co/yfvdwSxtia pic.twitter.com/4dV5yF30RS
— NASA (@NASA) 29 luglio 2018
La Nasa promette di andare su Marte e dopo l’annuncio che esiste un lago le aspettative di una missione umana sono sempre più alte. E per il suo sessantesimo compleanno la promessa è stata formale. L’atto di nascita della Nasa è stato firmato il 29 luglio 1958 dal presidente americano Dwight Eisenhower, a nemmeno un anno dal successo del satellite sovietico Sputnik. “La forza trainante che ha portato alla nascita della Nasa – scrive l’agenzia spaziale sul suo sito – è stata il lancio dello Sputnik il 4 ottobre 1957”. Nel bel mezzo della Guerra Fredda, gli Usa non potevano “lasciare passare quella sfida”. L’enorme gittata del missile che lancia la piccola sfera allarma infatti gli americani, preoccupati sia per la sicurezza nazionale sia per la possibile perdita della leadership tecnologica. Quel lancio, rileva la Nasa, ha portato il governo degli Stati Uniti a concentrare e consolidare i programmi di esplorazione spaziale: il 31 gennaio 1958 gli Usa lanciano il satellite Explorer I e alcuni mesi dopo viene istituita l’agenzia spaziale americana. “La rivalità tra Russia e Usa – osserva la Nasa – è durata decenni e ha portato gli Usa sulla Luna, ma alla fine ha lasciato il posto alla cooperazione”. Sessant’anni dopo, americani e russi infatti lavorano fianco a fianco a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, insieme agli astronauti di molti altri Paesi, in uno spazio completamente nuovo. Sulla scena adesso ci sono anche i privati, che si occupano del trasporto dei rifornimenti sulla Stazione Spaziale e sono entrati in campo anche nuovi Paesi. L’India, a esempio, si fa sempre più strada nel settore lanciatori e la Cina, dopo la sperimentazione del laboratorio orbitale Tiangong 1 ne sta preparando uno nuovo e punta alla Luna con una base. Anche la Nasa torna a guardare alla Luna, puntando al pianeta rosso: “Vi torneremo per preparare l’esplorazione umana di Marte“.