“È responsabilità di tutti denunciare le ingiustizie e contrastare con fermezza questo vergognoso crimine della tratta di persone“. Papa Francesco, al termine dell’Angelus in piazza Francesco, ricorda così oggi la Giornata mondiale contro la tratta degli esseri umani promossa dall’Onu, che si celebra domani. Il Pontefice sottolinea che “questa piaga riduce in schiavitù molti uomini, donne e bambini con lo scopo dello sfruttamento lavorativo e sessuale, del commercio di organi, dell’accattonaggio e della delinquenza forzata, anche qui a Roma. Anche le rotte migratorie sono spesso utilizzate da trafficanti e sfruttatori per reclutare nuove vittime della tratta”.

Secondo i dati diffusi da Unicef e Gruppo di coordinamento interagenzia contro la Tratta di esseri umani (Icat), circa il 28% delle vittime di tratta identificate a livello mondiale sono bambini. In regioni come Africa Subsahariana e America Centrale e Caraibi, la percentuale sale rispettivamente al 64% ed al 62%. Unicef ed Icat stimano che il numero di bambini vittime di tratta sia maggiore rispetto a quanto suggeriscono i dati attuali. “La realtà – osservano – è che i bambini sono raramente identificati come vittime di tratta. Pochi si fanno avanti per paura dei trafficanti, mancanza di informazioni sulle opzioni disponibili, diffidenza nei confronti della autorità, paura di stigmatizzazione o per la possibilità di essere rimpatriati senza nessuna tutela e un supporto materiale limitato. I bambini rifugiati, migranti e sfollati sono categorie particolarmente vulnerabili alla tratta. Sia che stiano scappando da guerre o violenze o che siano alla ricerca di migliori opportunità di formazione o sostentamento, un numero esiguo di bambini trova strade per spostarsi regolarmente e in sicurezza con le loro famiglie. Questo aumenta le probabilità che i bambini e i membri delle loro famiglie utilizzino percorsi irregolari e più pericolosi o che i bambini si spostino da soli, fattore che li rende più vulnerabili a violenze, abusi e sfruttamento da parte di trafficanti”.

“La tratta è una minaccia estremamente concreta per milioni di bambini nel mondo, soprattutto per quelli che sono stati costretti a lasciare le loro case e comunità senza una protezione adeguata”, ha dichiarato il direttore generale dell’Unicef, Henrietta Fore. “Questi bambini – ha aggiunto – hanno urgentemente bisogno che i governi intensifichino e mettano in atto misure per tenerli al sicuro”. Unicef ed Icat continuano a chiedere l’attuazione di politiche governative e soluzioni transfrontaliere per tenere questi bambini al sicuro, fra cui: aumentare vie sicure e legali per far sì che i bambini si possano spostare con le loro famiglie, anche accelerando la determinazione dello status di rifugiato e rispondendo agli ostacoli di legge e pratici che prevengono il ricongiungimento dei bambini con le loro famiglie; rafforzare i sistemi di protezione sociali e per l’infanzia e l’adolescenza per prevenire, identificare, orientare e rispondere ai casi di tratta, violenza, abusi e sfruttamento contro i bambini e rispondere ai bambini con bisogni specifici per età e genere; assicurare che le soluzioni sostenibili siano guidate da una valutazione individuale del caso del bambino e la determinazione del suo superiore interesse, a prescindere dallo status del bambino, e che la partecipazione del bambino a questo processo sia appropriata alla sua età e maturità; migliorare la cooperazione transfrontaliera e lo scambio di informazioni tra i controlli di frontiera e le autorità incaricate per la protezione dei bambini e attuare delle procedure di ricerca e di ricongiungimento familiare e dei meccanismi di tutela alternativa per i bambini senza assistenza familiare; evitare misure che potrebbero spingere i bambini a scegliere rotte più pericolose e di spostarsi da soli per evitare la detenzione da parte delle forze dell’ordine.

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