Facciamo due passi, vi va? Lo so, siamo a Palermo e ci sono più di 30 gradi, ma voglio mostrarvi le infinite meraviglie che regala la città. Specialmente a voi, che ci venite per la prima volta. Andiamo verso il centro, il più grande centro storico di tutta Europa, ricco di bellezze architettoniche e monumenti. Venite, venite, vi faccio strada io, se no rischiate di perdervi.
Questa è via Roma. L’hanno costruita 150 anni fa e all’epoca era una chicca, un gioiellino: palazzine liberty o in stile eclettico, negozi coi tetti alti a volta o a vela, boutique per signore e caffè. Per costruirla, vennero abbattuti il Palazzo Arezzo di Celano, Palazzo Monteleone, i giardini dell’Olivella. Esperienze architettoniche di pregio, di cui rimane traccia solo in vecchie foto e in ancora più vecchi dipinti. I Ciancimino ci sono sempre stati, a Palermo, sapete? Anche se magari si chiamavano in un altro modo.
No, no, tutta non la possiamo percorrere: ci sono i lavori. Ci sono sempre i lavori. Fanno parte del dna della città, delle attrazioni turistiche. Noi il senso della sorpresa lo manteniamo così: ogni tanto apriamo un cantiere qua e là, che magari durerà anni, ma serve a fare anche percorsi alternativi, no? Ecco, svoltiamo per di qua, per via Livorno. A pochi passi da qui, c’è il Grand Hotel Piazza Borsa. Ecco, qui potete ammirare una vecchia cisterna di eternit abbandonata e coperta da altri rifiuti. Le fa compagnia un’altra cisterna, però di plastica, assi e materiale di risulta, e più in là una vecchia poltrona rivoltata. Per la comodità del turista.
Sì, mi direte voi, ma l’eternit è amianto e l’amianto provoca una grave forma di cancro – il mesotelioma pleurico – e la cisterna si sta pure sgretolando e qua ci sono persone che ci vivono, i bambini. Sì, avete ragione. Qualcuno, mesi e mesi fa, si è premunito di segnalare via pec la faccenda alla polizia municipale, che assai gentilmente ha risposto di aver protocollato la segnalazione e di averla inoltrata agli organi competenti. Quali siano gli organi competenti? E io come faccio a saperlo? È il sindaco il responsabile della salute dei cittadini, chiedete a lui. Noi ci limitiamo a pagare la tassa sui rifiuti. E le addizionali comunali da levar via la pelle. E a passare un metro più in là dalla cisterna di eternit.
Allontaniamoci un po’, via. Scansate quel gabinetto abbandonato sul marciapiedi e dirigiamoci verso un luogo più fresco, più ombroso: villa Sperlinga. Meglio, sì? Un bel freschetto, gli alberi, le panchine, la fontana, i pesci… ehm, no, i pesci no, scusate. Una decina di giorni fa hanno svuotato la fontana e i pesci son morti tutti, le tartarughe erano agonizzanti. I bambini hanno visto i pesci sbattersi alla ricerca di acqua, morire, affogare nell’aria. Erano disperati, piangevano, urlavano. Hanno dovuto chiamare l’Oipa, che ha fatto quel che poteva. Ah, perché l’hanno svuotata, dite? Il vicesindaco Sergio Marino dice che l’hanno chiesto “autorevoli residenti” della zona, che si lamentavano delle zanzare. Sì, sì, qui se conosci anche solo un usciere comunale sei “autorevole” e ti fanno anche strage di pesciolini e tartarughe se ti lamenti delle zanzare. No, in periferia no, signora mia, lì le zanzare possono diventare pure grosse come coccodrilli, neanche i cassonetti svuotano.
Facciamo così, due passi alla Favorita? La Real Tenuta voluta da re Ferdinando, per riprodurre le meraviglie della tenuta napoletana. Il polmone verde di Palermo. Beh, forse è meglio di no. Stanno smantellando un campo nomadi. Cioè, non proprio. Il campo nomadi è lì dalla notte dei tempi e dalla notte dei tempi si grida al degrado, allo sfacelo, al pericolo, ma non si fa mai nulla. Poi, una decina di giorni fa, un giudice ha sequestrati tutto: per via di certe discariche e di impianti delle luce pericolanti e messi su dio sa come. I nomadi restano lì, però. In attesa che il sindaco gli trovi una sistemazione. Magari qualche casa popolare. Con tutti quelli che sono in lista e quelli che dormono in macchina, staranno lì un’altra eternità i nomadi!
Basta, torniamo verso il centro, vi porto in un posto che non dimenticherete più: piazza Marina. Perché a piazza Marina c’è il giardino Garibaldi. E al giardino Garibaldi ci sono gli alberi più grandi d’Italia. Uno, un ficus magnoloide, è alto più di 30 metri e ha un diametro alla base di 21 metri, una chioma che è più di 50. Sì, quello stesso che qualche anno fa pensarono bene di potare e dovette intervenire d’urgenza la Soprintendenza ai beni culturali per fermarli, perché quell’albero è un monumento.
E cresce ancora, sapete? Pure le radici, tant’è che l’area è tutta transennata in attesa di sapere che fare, con queste benedette radici che crescono, crescono, crescono. Non lo so, forse è per questo che un paio di giorni fa qualcuno ha deciso di raccogliere tutta l’immondizia buttata nel cavo dell’enorme tronco e di fare un bel falò. Che ci faceva l’immondizia lì? Eh, i palermitani sono ingrasciati, questa abitudine di buttare l’immondizia dove capita proprio non riescono a levarsela. I custodi spazzano via le foglie, in verità, ma l’immondizia proprio non è di loro competenza. Così qualcuno ha pensato di risolvere due problemi in uno: liberarsi della spazzatura e del problema di un albero che continua a crescere. Poi sono arrivati i vigili del fuoco e per fortuna non ci sono stati troppi danni.
Il sindaco, dite? No, vabbè, mica si può occupare di certe piccolezze come l’eternit per strada, le fontane coi pesci ammazzati, i rifiuti abbandonati ovunque che con le temperature che ci sono pare di vivere in una discarica senza confini, o della sicurezza di alberi secolari! Lui affronta altre tematiche, assai più di rilievo! Lui è uno statista, e gli statisti mica si perdono dietro a queste minuzie. Sì, lo so, se l’è detto da solo e qualcuno irriverente che gli fa il verso c’è pure, ma che volete farci? Lui si occupa di porti aperti, di Corano, di immigrazione. Finché non sbarcano, s’intende, poi magari s’arrangiano. Alla fine l’anno prossimo ci sono le elezioni europee. E Palermo è troppo piccola, per uno statista!