“Renzi è libero di organizzare le cene che vuole, dove vuole e con chi vuole. Io preferisco le feste dell’Unità. Però era una cena che non mi pareva fosse ludica. Ed è stata comunicata come cena politica per la riorganizzazione del Pd: penso che sia un tentativo, tra i tanti, di Renzi per mostrare i muscoli, per fare vedere che è ancora lui a comandare e a dettare la linea politica. Tutti esercizi che ci riportano a una politica vecchia, superata, fuori tempo, senza senso“. Così, ai microfoni di Radio Radicale, il deputato Pd Francesco Boccia commenta la cena in una villa sull’Aventino, in cui Matteo Renzi ha radunato i parlamentari della sua corrente. Boccia auspica un’accelerazione dei tempi del Congresso: “In questo modo Renzi potrà decidere se candidarsi o se sostenere un’altra candidatura con una linea politica chiara. E’evidente che lui continua a fare un errore, e cioè a mantenere la sua posizione politica sulle proposte che hanno caratterizzato la sua segreteria e il suo governo. Io l’ho chiamata “vedovanza”, cioè questo tentativo di dire sempre che chi c’è oggi al governo sbaglia tutto, che il Pd aveva ragione e che, prima o poi, gli italiani se ne renderanno conto e torneranno a votare dem. Questo non è modo di fare politica. La politica guarda sempre al futuro, traendo spunto sia dalle cose buone sia dagli errori commessi”. E aggiunge: “Credo che ci saranno candidature autorevoli, in modo che il Pd possa cambiar pagina e Renzi capisca se è in grado di restare in un partito senza essere il primo. Si può stare in una comunità come stanno i massaggiatori a bordo campo, è successo un po’ a tutti. Renzi ha occupato tutto coi gruppi parlamentari, è sotto gli occhi di tutti. Faccio un appello ad alcuni miei colleghi, soprattutto a quelli che hanno responsabilità di vertici dei gruppi: non facciano l’errore che hanno commesso nei 4-5 anni in cui hanno servito Renzi segretario, perché con la politica dei maggiordomi e dei ‘signorsì’ non si va molto lontano. Se Renzi” – continua – “avesse avuto accanto persone in grado di dirgli più volte no, forse avrebbero fatto bene a Renzi e al Pd. Con la forza dei numeri si può fare tutto. Se tu hai nominato i deputati e a loro ordini di votare Tizio anziché Caio, non è un grande esercizio di democrazia. E’ solo l’epilogo di una storia politica fallimentare. Non è che quando le storie politiche falliscono e si chiudono, coloro che hanno contribuito al fallimento possono pensare di salvare la coscienza, perché non la salvano. E’evidente, quindi, che dopo il congresso del Pd si scriveranno pagine nuove. E queste pagine toccano tutti”. Poi chiosa: “Dobbiamo puntare a scomporre l’alleanza tra M5s e Lega, perché non c’entrano nulla tra loro. E’ sbagliato metterli insieme, parlano anche a due pezzi di società diversi. Continuo a pensare che tra noi e la parte sociale del M5s ci sono molti punti in comune, quindi, quando tra Lega e M5s aumenteranno le tensioni soprattutto sulle questioni sociali e si capirà che le risorse non sono sufficienti, a quel punto si potrebbe avere una rottura col proprio elettorato. E noi dobbiamo essere lì pronti a dimostrare agli italiani che sui diritti e sulle politiche sociali è tornata la sinistra. Se saremo in grado di fare questo, forse riusciremo a far saltare l’alleanza tra Lega e M5s“.