Non è solo nel campo dell’uccisione di specie protette che le Regioni si sentono al di sopra della legge. Lo dimostra la recente sentenza n. 140/2018 della Corte costituzionale con cui la stessa dichiara l’illegittimità costituzionale per contrasto con la normativa nazionale della legge della Regione Campania 22 giugno 2017, n. 19 (Misure di semplificazione e linee guida di supporto ai Comuni in materia di governo del territorio), con cui si prevedeva, tra l’altro, che nel caso di immobile abusivo il comune potesse acquisirlo al patrimonio comunale e poi locarlo o addirittura venderlo, riservando una preferenza agli occupanti.
La norma era stata impugnata dal Consiglio dei ministri per contrasto con la legislazione nazionale in materia, affermando che la norma campana prevedeva, nella sostanza, un “condono edilizio straordinario”.
Tutti ricorderete come il governatore Vincenzo De Luca l’anno scorso dichiarò l’impossibilità di abbattere gli alloggi abusivi realizzati nella sua Regione. Secondo lui, evidentemente, la soluzione era che venissero non solo mantenuti ma concessi in locazione o alienati proprio a coloro che li avevano realizzati. Lui stesso definì questa politica animata da un “carattere rivoluzionario”. Lo comprenderebbe anche un bimbo che la soluzione prospettata dalla Regione Campania, non solo “sanava” gli immobili realizzati illegalmente, ma apriva la strada alla consapevolezza che la legge si può violare impunemente. Tanto, prima o dopo, ci sarà la sanatoria.
Di recente, su Rai 1 è andato in onda uno speciale realizzato dall’amico Igor Staglianò sull’abusivismo edilizio in Italia. Il servizio si concludeva con questi dati: su cento case realizzate oggi, in Campania e Calabria 64 sono abusive; in Sicilia 57; in Puglia 39; in Sardegna 30; nel Lazio 24.
Questo è il risultato non solo della generalizzata insensibilità riguardo a territorio e ambiente degli italiani (soprattutto al centro sud, diciamolo) ma anche dell’assenteismo della mano pubblica, che non ha mai assunto un atteggiamento responsabile e vigoroso contro chi realizza un’opera abusiva. Anzi, sotto il governo Gentiloni (che pure impugnò la legge campana) rischiò di diventare legge il Ddl Falanga, con cui di fatto si imboccava la strada di non demolire gli immobili abusivi abitati. Dobbiamo sperare nel nuovo esecutivo, che sembra non voler guardare in faccia nessuno quando si tratta di legalità? Non sarei così sicuro, visto che durante le elezioni siciliane proprio il Movimento 5 stelle ha tirato di nuovo fuori l’abusivismo per necessità, che solo a sentirlo mi si rizzano i capelli.
Siamo sempre lì, gli edifici abusivi in Italia sono almeno 1,2 milioni, secondo l’Agenzia del Territorio. Ipotizziamo per assurdo che venissero abbattuti tutti, quanti voti perderebbe un esecutivo che usasse le ruspe? E ve li immaginate i mass media che vanno a intervistare colui al quale viene abbattuto l’alloggio? No, non è proprio pensabile.