Il presidente del Consiglio chiama da Washington l'atleta aggredita con un lancio di uova: "Lei ha escluso movente razzista, ma è un gesto inqualificabile. E mai abbassare il livello di attenzione". Spadafora: "Basta slogan e spauracchi per soffiare sul fuoco". E alla fine Salvini twitta: "Non giudico la gente dal colore della pelle"
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, di ritorno dalla Casa Bianca, ha telefonato a Daisy Osakue, aggredita con un lancio di uova a Moncalieri, in provincia di Torino. Un episodio che l’atleta nazionale di atletica leggera, nata a Torino da genitori nigeriani, ha legato a un possibile movente razzista. Una versione che gli inquirenti stanno verificando, ma che la giovane avrebbe escluso al telefono col capo del governo (nel senso che i “lanciatori” non hanno detto niente in quei frangenti). Conte ha comunque espresso la solidarietà a Daisy Osakue, anche a nome del governo: “Un gesto inqualificabile – dice il presidente del Consiglio – Le ho augurato di poter riprendere subito la sua disciplina, spero tante medaglie alle Olimpiadi”. Ma per Conte è l’occasione per chiarire la posizione del governo che per tutto il giorno ha fatto dichiarazioni un po’ in ordine sparso, con il ministro dell’Interno Matteo Salvini che mantiene la sua linea “rigida”, fino a negare il problema, e l’altro vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio che dice che il tema in realtà c’è, ma non può essere usato contro il governo. “Non dobbiamo abbassare il livello di attenzione – afferma Conte – verso eventuali episodi di aggressione che dovessero essere connotati da matrice razzista. Il governo questi li condannerà sempre“. Ma Conte difende anche il suo ministro dell’Interno che per tutto il giorno è stato messo al centro della polemica in particolare dalle opposizioni: “Non bisogna confondere – spiega il presidente del Consiglio – determinazione con razzismo: chi pensa che Salvini sia razzista si sbaglia di grosso. Qui si tratta di cambiare le regole sulla migrazione, questo non è razzismo”.
Salvini: “Non giudico la gente dal colore della pelle”
L’effetto del dibattito dell’intera giornata è che per la prima volta dopo tempo Salvini è costretto a ricordare di “non essere razzista”, sia pure con il suo stile. “Ricordo a politicanti e giornalisti buonisti che io non giudico le persone in base al colore della pelle, io le divido fra persone perbene e delinquenti. Per i primi in Italia c’è futuro, per gli altri no”.
Ricordo a politicanti e giornalisti buonisti che io non giudico le persone in base al colore della pelle, io le divido fra persone perbene e delinquenti.
Per i primi in Italia c’è futuro, per gli altri no! pic.twitter.com/S3YSvUA250— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 30 luglio 2018
Il cambio di linea
In precedenza la linea di Salvini era rimasta la stessa: nessuna emergenza razzismo, definita una “sciocchezza“, semmai – ricorda – “in tre giorni sono stati arrestati 95 immigrati”. Ma nel resto della giornata la comunicazione dell’intero esecutivo era gradualmente cambiata, soprattutto nella quota M5s. In mattinata, per esempio, il vicepremier Di Maio si era limitato a dire di non credere a “un allarme razzismo“, contestando – senza dirlo – al Pd che si usa questo argomento “perchè chi è di sinistra e non lo è più lo usa per accusare Matteo Salvini di essere di estrema destra”. Ma in serata il vicepresidente ha aggiunto: “La novità è che episodi del genere facciano notizia anche se il numero di aggressioni è in linea con quelli del passato: questo non è motivo di soddisfazione ma più se ne parla più c’è un monito a non farli. Il tema del razzismo va affrontato senza strumentalizzazioni. Se si usano questi episodi per andare contro il governo non si sta affrontando il problema del razzismo”.
Spadafora: “Basta slogan e spauracchi per soffiare sul fuoco”
Più in là si spinge il sottosegretario di Palazzo Chigi alle Pari opportunità Vincenzo Spadafora che chiama in causa la responsabilità dei politici: “Tutti noi – scrive in una nota – abbiamo la responsabilità di creare un argine a questi inaccettabili quanto vili episodi. Dobbiamo farlo, in primis, smettendo di soffiare sul fuoco attraverso slogan e spauracchi, che appartengono a periodi bui della nostra democrazia”. Una posizione che nei Cinquestelle sembra essere maturata in giornata dopo il decimo episodio di violenza in un mese e mezzo consumato con il sospetto di un movente razzista. “Condanniamo fortemente quanto accaduto – twitta il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede – Prima la caccia all’uomo ad Aprilia finita nel sangue, poi l’aggressione a #DaisyOsakue. Guai però a dipingere il popolo italiano come razzista, cosa che in tanti stanno facendo. I gesti vanno condannati con fermezza ma non si generalizzi“. Rilancia il sottosegretario all’Istruzione e deputato M5s Lorenzo Fioramonti: “In Italia, emergenza razzismo c’è ora come c’è stata in passato. Rischio guerra tra poveri. Chi ricopre incarichi istituzionali deve pesare parole, perché creano effetto sdoganamento e imitazione. Solidarietà a Daisy Osakue”.
Fico: “Il razzismo va sempre combattuto”
Tra i più alti dirigenti dei Cinquestelle a parlare in un primo momento era stato solo il presidente della Camera Roberto Fico: “Al di là del fatto se ci sono in questo momento episodi di razzismo, il razzismo va sempre combattuto, in ogni caso, senza esitare mai un solo secondo. Qualsiasi episodio di razzismo, anche se ce ne fosse soltanto uno oggi, va combattuto senza se e senza ma. In ogni caso, sempre”. Una linea che è stata confermata di lì a poco dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli: “Condanna totale e ferma nei confronti di atti di violenza inaccettabili sempre, ma a maggior ragione se fatti per motivi razziali. Spero che vengano perseguiti immediatamente e duramente quei criminali. Penso però che il fatto non sia legato a un clima generale nazionale di esasperazione di natura razziale: c’è molto disagio dato dalla crisi economica che comunque non può mai giustificare atti di violenza. Ma non collegherei singoli atti a un clima generale che dal mio punto di vista non esiste”.
Anni di talk su “emergenza stranieri”, anni di irrisione e sberle tv contro chi provava ad argomentare: la violenza contro #Daisyosakue e contro gli altri non nasce dal nulla, ma da una semina lunga e accurata. I seminatori e i loro complici non fingano stupore #bastarazzismo
— Andrea Romano (@AndreaRomano9) 30 luglio 2018
Zaia: “No totale al razzismo”
D’altra parte nella stessa Lega c’è un silenzio di tutti i principali dirigenti e c’è chi parla una lingua diversa da quella del ministro dell’Interno. Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, per esempio, dice che Daisy Osakue “ha l’unica colpa di avere la pelle di colore diverso”, ribadendo “un ‘no’ totale al razzismo, agli insulti e ai raid soltanto contro chi ha la pelle nera. Daisy è una cittadina nel pieno dei suoi diritti ed è stata colpita unicamente perché ha un colore diverso. Ha quindi diritto ad avere la solidarietà di tutti i cittadini”. Paolo Grimoldi, deputato e segretario della Lega in Lombardia, ribadisce “solidarietà e vicinanza” a Daisy Osakue e condanna “senza se e senza ma, ai suoi aggressori”. Ma, aggiunge, “è la stessa condanna che rivolgiamo a chiunque aggredisca, per qualunque ragione, ed è la stessa solidarietà che rivolgiamo a tutte le vittime. Ma da sinistra arriva uno spettacolo desolante, con la Boldrini, Renzi e i loro disastrati partiti che ormai hanno solo una ragione per esistere e parlare con una voce sola, quando invocano il razzismo”.
Renzi: “E’ emergenza, non si può negare”
Ad attaccare per prime, in mattinata erano state infatti le opposizioni di centrosinistra. “Gli attacchi contro persone di diverso colore della pelle sono una emergenza – aveva scritto su twitter l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi – Ormai è un’evidenza, che nessuno può negare, specie se siede al governo. Italia, torniamo umani”. I capigruppo del Pd Graziano Delrio e Andrea Marcucci hanno chiesto al governo di riferire in Parlamento sull’escalation delle ultime settimane. Pippo Civati, fondatore di Possibile, prende di mira Salvini: “Dice che il suo modello non sono gli Stati Uniti di Trump: ha ragione, il suo modello è l’Alabama degli anni Sessanta, con aggiunta di citazioni fasciste, di falsità a ogni occasione, accompagnate da parole che vengono dalle stagioni più buie della storia italiana recente”.
Hanno aggredito #DaisyOsakue e lo hanno fatto solo per il colore della sua pelle. Quel branco di bestie vigliacche si sente anche incoraggiato dalla retorica razzista che sempre più cresce in Italia… l’ennesimo episodio, è come se avessero colpito anche me #bastarazzismo
— Dario Nardella (@DarioNardella) 30 luglio 2018