“Nel decreto dignità non c’è stato nessuno spiraglio per gli interessi delle lobby, ma porte aperte agli interessi dei cittadini, ringrazio i parlamentari per aver tenuto duro e tenuto fede a contratto di governo”. A rivendicarlo alla Camera, intervenendo nella discussione sul decreto Dignità, è stato il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. Per poi aggiungere: “Non c’è interesse di partito, non c’è un favore a nessun imprenditore, a nessun banchiere, a nessun amico, a nessun parente, né ci sono commi nascosti che celano qualche vergogna”. E ancora: “Non è nato da pressioni di Bce, Fmi, Ue o Paesi stranieri”.
“Quando questo decreto sarà definitivamente approvato, potremo dire che è il popolo che ricomincia a esercitare la sua sovranità come stabilisce la Costituzione. Sovranità è una bella parola. Oggi posiamo la prima pietra di una nuova Italia che mette al centro il cittadino e i suoi diritti. E questo è solo l’inizio”, ha concluso il ministro.