Il sogno di Dario Alvisi, malato di SLA e scomparso di recente, diventa realtà. Debora Donati, sua moglie e presidente dell’associazione Insieme a te: “Offriamo gratuitamente anche ai disabili gravi la possibilità di fare il bagno al mare. Vogliamo regalare gli stessi momenti di gioia vissuti insieme a Dario"
Il sogno di Dario Alvisi, 44enne di Faenza malato di Sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e recentemente scomparso, diventa una realtà. Oggi 30 luglio alle ore 19 la moglie di Alvisi, Debora Donati, come presidente dell’associazione Insieme a te inaugurerà il primo stabilimento balneare in Emilia-Romagna dedicato interamente alle persone con disabilità a Punta Marina Terme di Ravenna. Alvisi e Donati hanno voluto realizzare il progetto per “consentire anche ai disabili motori gravi, in particolare alle persone con SLA ma non solo, di avere l’opportunità di fare un bagno al mare in completa sicurezza e comodità, aiutati da personale qualificato”, dice Debora, attraverso un accesso facilitato e attrezzato con tutti gli ausili necessari e i supporti utili per immergersi nelle acque dell’Adriatico.
La nuova struttura si chiama Tutti al mare nessun escluso e si trova nell’area di spiaggia libera tra il bagno Chicco Beach e il bagno Susanna, in via della Fontana. È stata costruita in legno con pedane fisse e pannelli, con il contributo dei Comuni di Faenza e Ravenna e della Regione Emilia-Romagna, oltre che di amici e diverse associazioni locali e non. I volontari di Insieme a te hanno in gestione la struttura: offriranno ogni giorno dalle 9 alle 19 l’accesso ai disabili che lo desiderano e consentiranno anche di utilizzare gli strumenti messi a disposizione in maniera del tutto gratuita.
L’idea di creare una struttura del genere più vicino a dove viveva Dario, le cui condizioni di salute stavano aggravandosi a causa dell’incalzare della SLA, è venuta ai due coniugi dopo aver trascorso alcune estati in Puglia, dove era già attivo il primo stabilimento balneare in Italia dedicato esclusivamente ai disabili motori gravi, grazie all’impegno dell’organizzazione di volontariato Io posso. “Quando una persona è affetta da SLA sembra diventare tutto impossibile, le cose che si facevano prima non si riescono a fare più e la vita risulta complicatissima. Uscire di casa, andare al mare e figuriamoci fare un bagno. Tutto si complica. Ma noi – racconta Debora – non abbiamo mai mollato e abbiamo raggiunto il centro balneare accessibile in Puglia dopo centinaia di km a bordo di un pulmino per fare insieme a tutta la famiglia un bagno al mare”.