Andrea Niglia era stato appaggioato dei renziani del Pd, esponenti di Ncd, Forza Italia e Fratelli d’Italia, ma il suo nome era finito nell’inchiesta a causa di un’intercettazione dove si faceva riferimento a una promessa di posti di lavoro in cambio di voti per le elezioni comunali di Briatico nel 2010
Il processo “Costa Pulita” contro la cosca Mancuso si è concluso con 29 condanne e una sola assoluzione. La sentenza è stata emessa oggi dal gup di Catanzaro che, tra gli altri, ha condannato a due anni di carcere anche l’ex sindaco di Briatico Andrea Niglia accusato di corruzione elettorale aggravata dalle modalità mafiose. Eletto presidente della Provincia di Vibo il 28 settembre 2014, con l’appoggio dei renziani del Pd, esponenti di Ncd, Forza Italia e Fratelli d’Italia, il nome di Andrea Niglia era finito nell’inchiesta a causa di un’intercettazione dove si faceva riferimento a una promessa di posti di lavoro in cambio di voti per le elezioni comunali di Briatico nel 2010.
All’epoca, infatti, Niglia era candidato a sindaco e, stando alle indagini, per ottenere un vantaggio elettorale avrebbe offerto o promesso a Vincenzo Francesco Accorinti, fratello del capo cosca Nino Accorinti, l’assunzione del figlio Franco all’interno dell’Italcementi Spa di Vibo Marina. Inoltre, sempre Niglia avrebbe assicurato “la nomina alla carica di assessore di soggetti graditi alla cosca Accorinti, quali Salvatore Prostamo (condannato a 8 anni per associazione mafiosa, ndr) e Domenico Guglielmo Marzano (quest’ultimo anche con la carica di vice sindaco) in cambio del sostegno elettorale da parte del sodalizio criminale”.
Oltre all’ex presidente della Provincia, il gup di Catanzaro ha condannato sempre a 2 anni di carcere, ma per concorso esterno con la ‘ndrangheta, l’ex sindaco di Briatico Francesco Prestia. Quattro anni, invece, all’ex consigliere comunale Sergio Bagnato. A tutti e tre i politici locali, il gup ha concesso la sospensione della pena. Condanne più pesanti (fino a 14 anni di reclusione) sono state inflitte ai vertici della cosca Accorinti finita, nell’aprile 2016, al centro dell’inchiesta “Costa Pulita” con la quale la Dda di Catanzaro ha fatto luce sulle infiltrazioni mafiose nel tessuto sociale, politico ed imprenditoriale di Briatico e Parghelia, centri costieri del vibonese.