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Crepet scambia Borgonovo per un politico della Lega e sbotta: “Giovanotto, non mi interrompa. Anche questo è fascismo”

Bagarre a L’Aria che Tira Estate (La7) tra lo psichiatra Paolo Crepet e il vicedirettore de La Verità, Francesco Borgonovo, sulla emergenza sicurezza e razzismo in Italia. Borgonovo esordisce: “La gente non ha paura perchè è scema, fuori di testa, ignorante o razzista, ma ha paura perché in Italia c’è una situazione fuori controllo. Però prendiamo dei casi che sono perlomeno ambigui come quello di Daisy e quello di Aprilia. Prima si parla del marocchino 43enne che viene ucciso a pugni e dopo si scopre che questo signore aveva uno zaino pieno di attrezzi da scasso. Nessuno ha il diritto di uccidere questa persona” – continua – “anche se è un ladro e commette dei furti, ma è evidente che ci sia una situazione fuori controllo. E quello non è razzismo. Prima e adesso l’unica narrazione è: ci sono persone che fuggono dalla guerra e bisogna accoglierle. Chiunque osi alzare il dito e contraddire questa tesi viene accusato di essere razzista, fascista, xenofobo, intollerante, disumano. Renzi chiamò addirittura in causa “gli uomini e le bestie”. Ed è ancora la narrazione prevalente, perché nemmeno ai tempi di Berlusconi un governo è stato così attaccato frontalmente da tutti i media”. E aggiunge: “Adesso si sta creando una “cosa” su casi che non esistono. L’emergenza razzismo e l’emergenza fascismo, che non esiste, sono creati ad arte”. Borgonovo attacca il Corriere, La Stampa, Repubblica e Avvenire e chiosa: “Però c’è l’emergenza fascismo e razzismo se uno tira un uovo. Questa, secondo me, è propaganda”. Crepet dissente: “Mi chiedo in quale Paese viviamo. Voglio ricordare che in Italia è nata e si è sviluppata la più grande rete di malavita del mondo. Ed è stata esportata ovunque. Di casi di persone che rubano e scappano in auto o di ragazzini con le pistole non sento molto parlare. Evidentemente questo signore (Borgonovo, ndr) vive in un altro Paese o sono io che vivo in un altro Paese”. Borgonovo ribatte menzionando la serie tv Gomorra, ma Crepet risponde: “Io non vedo la televisione, né sto sui social come lei”. “Forse perché lei è troppo impegnato a stare nella televisione”, replica il giornalista. Crepet controbatte: “No, è che io non sento da voi e da lei pronunciare le parole mafia, camorra, ‘ndrangheta”. Borgonovo lo interrompe nuovamente e lo psichiatra, che scambia il giornalista per un politico della Lega, perde le staffe: “Caro giovanotto, mi fa finire di parlare? Abbia un po’ di rispetto, io potrei essere suo padre. Va bene? Allora, mi rispetti, perbacco! Abbia un po’ di rispetto per le idee degli altri, perché il fascismo è anche questo. Io sono figlio e nipote di antifascisti e non permetto che qualcuno parli contro le idee degli altri. Io l’ho ascoltata e le chiedo: cosa state facendo contro ‘ndrangheta, mafia e camorra, che ci sono anche al Nord, dove il suo partito prende molti voti?”. “Guardi che io sono un giornalista”, risponde Borgonovo. “Ah, mi scusi” – replica Crepet – “allora i suoi amici”.