Da opera inutile a “opera strategica”. La consacrazione del gasdotto Tap ad opera del governo Lega-M5s arriva direttamente dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. E giunge da Washington, al termine del summit di lunedì con il presidente degli Stati Uniti. Quanto peso abbia in questa parabola la volontà americana è reso chiaro anche dalla scelta delle parole usate da Donald Trump: “Voglio un qualcosa di competitivo e spero che il primo ministro riuscirà a farlo e a completarlo”. Un duetto che agita ministri e parlamentari salentini del M5s nonché i sindaci contrari all’infrastruttura che ricordano il successo elettorale dei pentastellati nel Tacco d’Italia e dicono di sentirsi “traditi” dai pentastellati.
Dai 15 giorni di Di Battista alle contestazioni – Il lessico è importante. E ad ognuno il suo: nella notte sono riprese le proteste in strada, a Melendugno, in provincia di Lecce, dove il metanodotto che parte dall’Azerbaijan dovrebbe approdare. In Puglia, è soprattutto lì che il M5s ha fatto man bassa di voti durante le ultime elezioni politiche, sbancando con percentuali bulgare anche grazie alle promesse di stop dell’opera. “Con noi al governo bloccheremo questo progetto in 15 giorni” è tra le frasi più note, ripetuta da Alessandro Di Battista a San Foca, nell’aprile 2017. Gli elettori non dimenticano. Le contestazioni fatte dai noTap alla ministra per il Sud Barbara Lezzi, leccese, sono il sintomo della delusione e della lacerazione che vive ora il territorio.
Lezzi: “Cambierà idea”. Il sindaco: “M5s ci tradisce” – Così la ministra, che poche ore prima delle parole dirompenti del premier aveva parlato di “investimento che non serve al Salento e all’Italia”, corregge la rotta: “Bene – scrive su Facebook focalizzandosi sulla visita a Melendugno annunciata da Conte – Sono soddisfatta dell’impegno assunto dal presidente perché le comunità che si appresta ad incontrare hanno tutte le informazioni che gli faranno cambiare idea“. Un incontro che Marco Potì, sindaco della cittadina scelta come approdo, vorrebbe “in riva al mare” dove arriverà il gasdotto, dice a Repubblica, per chiedere “perché ci state tradendo così?”. Ricordando il no di Bettino Craxi agli Stati Uniti nella notte di Sigonella, Potì ammette di aver votato M5s “come quasi il 70% della mia gente, perché ho creduto ad Alessandro Di Battista, al ministro Barbara Lezzi che sono venuti qui a dire che in 15 giorni avrebbero annullato il progetto del Tap. E invece…”.
“Il Tap contribuirà alla diversificazione energetica” – E invece già in apertura di conferenza stampa congiunta, lunedì, Conte ha cercato di fornire ampie rassicurazioni all’alleato americano, che con l’Azerbaijan ha ottime relazioni, soprattutto commerciali: “Nel quadro della sicurezza energetica, siamo concordi sulla necessità di una più efficace diversificazione delle rotte energetiche”, ha detto il premier italiano. Poi, è stato più esplicito: “C’è la piena consapevolezza del mio governo sul fatto Tap è opera strategica per l’approvvigionamento energetico del nostro Paese, del sud Europa e dell’area del Mediterraneo. Siamo consapevoli del fatto che Tap può dare un contributo all’approvvigionamento energetico e alla decarbonizzazione, che è nel programma di governo. Ho rappresentato correttamente al presidente Trump che ci sono inquietudini delle comunità locali nel punto in cui approderà il gasdotto. Posso annunciare – visto che i problemi vanno affrontati direttamente – che io stesso, assieme ai ministri competenti, una volta tornato in Italia, appena possibile, avrò la premura di andare a incontrare il sindaco locale e le comunità locali per cercare una soluzione che sia contemperante delle loro preoccupazioni”.
La “linea” di Mattarella – Conte ha rilanciato così quanto detto nelle ore precedenti dal vicepremier Luigi Di Maio: “Il nostro impegno ad ascoltare le comunità resta e su questo il M5S non ha cambiato linea e sbaglia chi dice il contrario”. Il premier ha rafforzato, però, soprattutto, le garanzie sul completamento dell’opera date il 18 luglio scorso dal presidente della Repubblica in persona, Sergio Mattarella, al collega azero Ilham Aliyev: “C’è il comune impegno a portare a compimento il corridoio meridionale”, aveva detto il capo dello Stato a Baku. “Italia e Azerbaijan – aveva aggiunto – hanno un rapporto molto intenso sul piano energetico. La scelta strategica del corridoio Sud del gas è condivisa dall’Italia e Tap, che è parte di questo corridoio, è il naturale completamento di questa scelta”.
Lezzi: “Inutile”. Ma ora è isolata a Palazzo Chigi – Frasi che hanno la funzione di acqua gettata sul fuoco: all’indomani dell’insediamento del nuovo governo, erano stati gli stessi ministri pentastellati ad annunciare una “revisione” del progetto. Non più tardi di lunedì, poche ore prima delle frasi di Conte, la ministra Lezzi da Matera è tornata sull’argomento, con toni contrapposti a quelli di Conte: “Il gasdotto Tap non è un genere di investimento che serve né al Salento né alla Puglia né all’intera Italia”, ha detto aggiungendo che “si parla di questioni che stanno alla politica energetica del nostro Paese, a quella ambientale e a quella economica: su tutto ciò il Tap non avrà dei significativi vantaggi per il popolo italiano”. Alla luce delle dichiarazioni rilasciate alla Casa Bianca da Conte, Lezzi rischia di restare isolata a Palazzo Chigi.
La spinta degli Usa e gli interessi russi – Che quel gasdotto servirà più all’Europa e ai suoi alleati che all’Italia è cosa nota da tempo. E non è un dettaglio il passaggio di Trump fatto sull’argomento: “Stiamo già discutendo con la Ue per costruire tra nove e undici porti, per cui la Ue pagherà, in modo per noi da potere inviare gas naturale liquefatto in varie parti dell’Europa e avere così più competizione”. La preoccupazione principale a cui dare risposta è, infatti, una sola: liberare il vecchio continente dalla cappa di Putin sull’approvvigionamento di metano. Almeno sulla carta. Lukoil, grande compagnia russa, è tra gli azionisti che gestiscono il giacimento di Shah Deniz II, da cui verrà attinto l’oro blu azero da convogliare nella Trans Adriatic Pipeline. La stessa Gazprom strizza l’occhio a Tap come a Poseidon, altro gasdotto già autorizzato con approdo a Otranto, a venti chilometri dal primo. Perché quel corridoio sud del gas è considerato sicuro, anche per bypassare Paesi politicamente instabili nel centro-est Europa.
Politica
Tap, Conte: “È strategico, ma incontrerò salentini”. Lezzi: “Bene, cambierà idea”. Sindaco di Melendugno: “M5s ci tradisce”
Il capo del governo rassicura Trump che si era detto certo del completamento: "Però ascolterò le inquietudini del territorio". Ma in Salento ripartono le proteste e le parole del premier stridono con quanto dichiarato dalla ministra del Sud solo lunedì pomeriggio: "Non è un genere di investimento che serve". Potì, primo cittadino di Melendugno: "Qui hanno vinto perché contrari. Craxi disse no agli Usa nella notte di Sigonella"
Da opera inutile a “opera strategica”. La consacrazione del gasdotto Tap ad opera del governo Lega-M5s arriva direttamente dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. E giunge da Washington, al termine del summit di lunedì con il presidente degli Stati Uniti. Quanto peso abbia in questa parabola la volontà americana è reso chiaro anche dalla scelta delle parole usate da Donald Trump: “Voglio un qualcosa di competitivo e spero che il primo ministro riuscirà a farlo e a completarlo”. Un duetto che agita ministri e parlamentari salentini del M5s nonché i sindaci contrari all’infrastruttura che ricordano il successo elettorale dei pentastellati nel Tacco d’Italia e dicono di sentirsi “traditi” dai pentastellati.
Dai 15 giorni di Di Battista alle contestazioni – Il lessico è importante. E ad ognuno il suo: nella notte sono riprese le proteste in strada, a Melendugno, in provincia di Lecce, dove il metanodotto che parte dall’Azerbaijan dovrebbe approdare. In Puglia, è soprattutto lì che il M5s ha fatto man bassa di voti durante le ultime elezioni politiche, sbancando con percentuali bulgare anche grazie alle promesse di stop dell’opera. “Con noi al governo bloccheremo questo progetto in 15 giorni” è tra le frasi più note, ripetuta da Alessandro Di Battista a San Foca, nell’aprile 2017. Gli elettori non dimenticano. Le contestazioni fatte dai noTap alla ministra per il Sud Barbara Lezzi, leccese, sono il sintomo della delusione e della lacerazione che vive ora il territorio.
Lezzi: “Cambierà idea”. Il sindaco: “M5s ci tradisce” – Così la ministra, che poche ore prima delle parole dirompenti del premier aveva parlato di “investimento che non serve al Salento e all’Italia”, corregge la rotta: “Bene – scrive su Facebook focalizzandosi sulla visita a Melendugno annunciata da Conte – Sono soddisfatta dell’impegno assunto dal presidente perché le comunità che si appresta ad incontrare hanno tutte le informazioni che gli faranno cambiare idea“. Un incontro che Marco Potì, sindaco della cittadina scelta come approdo, vorrebbe “in riva al mare” dove arriverà il gasdotto, dice a Repubblica, per chiedere “perché ci state tradendo così?”. Ricordando il no di Bettino Craxi agli Stati Uniti nella notte di Sigonella, Potì ammette di aver votato M5s “come quasi il 70% della mia gente, perché ho creduto ad Alessandro Di Battista, al ministro Barbara Lezzi che sono venuti qui a dire che in 15 giorni avrebbero annullato il progetto del Tap. E invece…”.
“Il Tap contribuirà alla diversificazione energetica” – E invece già in apertura di conferenza stampa congiunta, lunedì, Conte ha cercato di fornire ampie rassicurazioni all’alleato americano, che con l’Azerbaijan ha ottime relazioni, soprattutto commerciali: “Nel quadro della sicurezza energetica, siamo concordi sulla necessità di una più efficace diversificazione delle rotte energetiche”, ha detto il premier italiano. Poi, è stato più esplicito: “C’è la piena consapevolezza del mio governo sul fatto Tap è opera strategica per l’approvvigionamento energetico del nostro Paese, del sud Europa e dell’area del Mediterraneo. Siamo consapevoli del fatto che Tap può dare un contributo all’approvvigionamento energetico e alla decarbonizzazione, che è nel programma di governo. Ho rappresentato correttamente al presidente Trump che ci sono inquietudini delle comunità locali nel punto in cui approderà il gasdotto. Posso annunciare – visto che i problemi vanno affrontati direttamente – che io stesso, assieme ai ministri competenti, una volta tornato in Italia, appena possibile, avrò la premura di andare a incontrare il sindaco locale e le comunità locali per cercare una soluzione che sia contemperante delle loro preoccupazioni”.
La “linea” di Mattarella – Conte ha rilanciato così quanto detto nelle ore precedenti dal vicepremier Luigi Di Maio: “Il nostro impegno ad ascoltare le comunità resta e su questo il M5S non ha cambiato linea e sbaglia chi dice il contrario”. Il premier ha rafforzato, però, soprattutto, le garanzie sul completamento dell’opera date il 18 luglio scorso dal presidente della Repubblica in persona, Sergio Mattarella, al collega azero Ilham Aliyev: “C’è il comune impegno a portare a compimento il corridoio meridionale”, aveva detto il capo dello Stato a Baku. “Italia e Azerbaijan – aveva aggiunto – hanno un rapporto molto intenso sul piano energetico. La scelta strategica del corridoio Sud del gas è condivisa dall’Italia e Tap, che è parte di questo corridoio, è il naturale completamento di questa scelta”.
Lezzi: “Inutile”. Ma ora è isolata a Palazzo Chigi – Frasi che hanno la funzione di acqua gettata sul fuoco: all’indomani dell’insediamento del nuovo governo, erano stati gli stessi ministri pentastellati ad annunciare una “revisione” del progetto. Non più tardi di lunedì, poche ore prima delle frasi di Conte, la ministra Lezzi da Matera è tornata sull’argomento, con toni contrapposti a quelli di Conte: “Il gasdotto Tap non è un genere di investimento che serve né al Salento né alla Puglia né all’intera Italia”, ha detto aggiungendo che “si parla di questioni che stanno alla politica energetica del nostro Paese, a quella ambientale e a quella economica: su tutto ciò il Tap non avrà dei significativi vantaggi per il popolo italiano”. Alla luce delle dichiarazioni rilasciate alla Casa Bianca da Conte, Lezzi rischia di restare isolata a Palazzo Chigi.
La spinta degli Usa e gli interessi russi – Che quel gasdotto servirà più all’Europa e ai suoi alleati che all’Italia è cosa nota da tempo. E non è un dettaglio il passaggio di Trump fatto sull’argomento: “Stiamo già discutendo con la Ue per costruire tra nove e undici porti, per cui la Ue pagherà, in modo per noi da potere inviare gas naturale liquefatto in varie parti dell’Europa e avere così più competizione”. La preoccupazione principale a cui dare risposta è, infatti, una sola: liberare il vecchio continente dalla cappa di Putin sull’approvvigionamento di metano. Almeno sulla carta. Lukoil, grande compagnia russa, è tra gli azionisti che gestiscono il giacimento di Shah Deniz II, da cui verrà attinto l’oro blu azero da convogliare nella Trans Adriatic Pipeline. La stessa Gazprom strizza l’occhio a Tap come a Poseidon, altro gasdotto già autorizzato con approdo a Otranto, a venti chilometri dal primo. Perché quel corridoio sud del gas è considerato sicuro, anche per bypassare Paesi politicamente instabili nel centro-est Europa.
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Giustizia & Impunità
Pioltello, una sola condanna per il disastro ferroviario. 8 assoluzioni, anche l’ex ad di Rfi: “Non sapevano del giunto ammalorato”
Politica
Alla Camera la sfiducia a Santanchè: in dichiarazione di voto i “big” della maggioranza non intervengono | Diretta. Mozione contro Nordio: banchi vuoti a destra
Mondo
Ucraina, è corsa alle terre rare: Putin offre a Trump un accordo su quelle del Donbass. Onu, Usa e Russia votano insieme contro Kiev
(Adnkronos) - Quello spezzone che manca, circa 23 centimetri, sbalzato a "diversi metri di distanza" è per la procura la causa del deragliamento e grazie a una telecamera che punta sul tratto ferroviario emerge che "I problemi che stava dando quel giunto duravano da qualche giorno". Al passaggio del treno su quel tratto si generano scintille, le prime scintille già a partire dal 17 gennaio, proseguono e aumentano intensità e frequenza" con l'incremento dell'erosione.
Il giorno del deragliamento "le scintille sono contenute al passaggio delle prime carrozze, poi c'è quasi una fiammata" mentre il convoglio viaggia a "140 chilometri l'ora", infine "basta scintille" perché "il giunto è saltato" e le ultime carrozze non viaggiano più sui binari. "Possiamo dire con certezza che è la rottura del giunto che ha determinato lo svio del treno" è la sintesi dei pm Leonardo Lesti e Maura Ripamonti durante la requisitoria. "E' evidente che questa rottura determina l'evento e la morte di tre persone e il ferimento di circa 200" di cui deve rispondere "chi non ha provveduto alla corretta manutenzione del giunto" che si trovava "in condizioni di forte degrado" è la tesi della procura.
Su quella linea in cui passano circa 100 treni al giorno il malfunzionamento viene rilevato - secondo la tesi della procura fin dal febbraio 2017 o addirittura anche prima - ma la sostituzione dei giunto non arriva mai, la strategia di Rfi, per la pubblica accusa, sembra essere "il giunto si cambia se è rotto, se non è rotto si tira avanti". L’incidente mortale di Pioltello "non è un fatto occasionale, ma riconducibile alla colpa che arriva fino all'amministratore delegato Gentile". Il non aver riparato il giunto lungo i binari "è una sorta di scorrettezza nei confronti dello Stato" ma "anche una forma di slealtà" nei confronti di chi viaggiava: "c'erano 250 passeggeri, gente che andava a lavorare e si fidava del treno". Una tesi accusatoria che non ha convinto il tribunale.
(Adnkronos) - Lebruto e Macello, presenti in aula, si sono lasciati andare a qualche lacrima di commozione dopo l'assoluzione, mentre alcuni dei passeggeri che viaggiavano sul treno deragliato hanno lasciato l'aula in silenzio e con tutt'altro stato d'animo. Di fatto il tribunale ha condannato solo l'allora capo dell'Unità manutentiva di Rfi Marco Albanesi (la procura aveva chiesto 6 anni e 10 mesi) per disastro ferroviario colposo, omicidio e lesioni colpose, ritenendolo responsabile sul territorio del mancato controllo o meglio come "colposa sottovalutazione del rischio" come spiega lo stesso Tribunale. Lui, in solido con il responsabile civile Rfi, dovrà risarcire le parti civili (una cinquantina) con una provvisionale di 25mila per ciascuno dei passeggeri che si sono costituiti nel processo e di 50mila al sindacato Filt - Cgil Lombardia.
Gli ex manager per cui la procura aveva chiesto la condanna sono invece stati assolti dall'accusa di disastro ferroviario colposo e omicidio e lesioni colpose "per non aver commesso il fatto" e "perché il fatto non sussiste" rispetto all'accusa di omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. I giudici hanno anche assolto - come chiesto dalla stessa procura - Moreno Bucciantini, allora capo reparto Programmazione e controllo dell’Unità territoriale linee Sud di Rfi, Ivo Rebai, ai tempi responsabile della Struttura operativa Ingegneria della Dtp e Marco Gallini, allora dirigente della Struttura organizzativa di Rfi.
Sono le 7.01 del 25 gennaio 2018 quando il treno 10452 esce dai binari e tre delle sei carrozze, dopo il deragliamento, si ribaltano. Tra le lamiere della carrozza numero 3 muoiono Pierangela Tadini, 51 anni, Giuseppina Pirri, 39 anni, e Ida Maddalena Milanesi, 61, dottoressa dell'ospedale neurologico Carlo Besta di Milano. Dall'ispezione della sede ferroviaria "viene accertato sul binario una rottura della superficie della rotaia" che diventerà il 'punto zero' per l'inchiesta.
(segue)
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - Luca Attanasio, "convinto che la sua missione istituzionale non potesse prescindere dall'impegno sociale, è sempre rimasto a fianco degli ultimi, esprimendo l'ideale del diplomatico dal volto umano, nella certezza che nessuno, in qualsiasi parte del mondo, dovesse essere lasciato indietro". Lo ha affermato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ricordando in Aula l'ambasciatore Attanasio, ucciso insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo in un agguato nella Repubblica democratica del Congo il 22 febbraio di quattro anni fa.
"Oggi rendiamo omaggio alla memoria di un uomo -ha aggiunto il presidente della Camera- che ha dedicato la propria esistenza al servizio del Paese e a sostegno della cooperazione internazionale. Ma non possiamo non ricordare il coraggio e l’alto senso del dovere dimostrati dal carabiniere scelto Iacovacci che, nel tentativo di proteggere l’ambasciatore, non ha esitato a fargli da scudo con il proprio corpo. Un gesto nobile e generoso che gli è valso il conferimento alla memoria della Medaglia d’oro al valor militare e che riflette i valori più autentici che contraddistinguono le donne e gli uomini dell’Arma".
"Un ringraziamento va anche a tutto il personale civile e militare che, spesso esponendosi a pericoli estremi, svolge un ruolo cruciale nella promozione della pace e dell’assistenza alle popolazioni più vulnerabili in zone di crisi e contesti ad alto rischio. A loro esprimo la mia profonda gratitudine e riconoscenza. Ai familiari dell’ambasciatore Luca Attanasio e di Vittorio Iacovacci, oggi qui presenti, desidero rinnovare la vicinanza mia personale e della Camera dei deputati. Il loro -ha concluso Fontana- è il dolore dell’Italia intera, che non può e non deve dimenticare il sacrificio di chi l’ha servita con onore e disciplina". L'Aula ha quindi osservato un minuto di silenzio.
Kinshasa, 25 feb. (Adnkronos/Afp) - Il procuratore della Corte penale internazionale (Cpi), Karim Khan, è arrivato nella Repubblica Democratica del Congo. Lo ha comunicato il suo ufficio, mentre è in atto una recrudescenza dei combattimenti nella parte orientale del Paese. Nelle ultime settimane, l'M23, sostenuto dal Ruanda, ha conquistato due importanti città nella Repubblica Democratica del Congo orientale, rafforzando così il suo potere nella regione da quando ha ripreso le armi alla fine del 2021.
"Siamo estremamente preoccupati per i recenti sviluppi in Congo, sappiamo che la situazione è grave, soprattutto nella parte orientale", ha detto Khan ai giornalisti al suo arrivo nella capitale Kinshasa. "Il messaggio deve essere trasmesso in modo molto chiaro: nessun gruppo armato, nessuna forza armata, nessun alleato di gruppi armati o forze armate ha un assegno in bianco. Devono rispettare il diritto umanitario internazionale".
Secondo gli esperti delle Nazioni Unite, l'M23 è supportato da circa 4.000 soldati ruandesi. Sin dalla sua rinascita, gli scontri tra il gruppo e le forze armate congolesi hanno provocato una crisi umanitaria in una regione flagellata da tre decenni di guerre. "Questo è il momento in cui vedremo se il diritto penale internazionale può soddisfare le richieste avanzate dal popolo della Repubblica Democratica del Congo, ovvero l'applicazione equa della legge", ha affermato Khan. "Il popolo della Rdc è prezioso quanto il popolo dell'Ucraina, il popolo di Israele o della Palestina, le ragazze o le donne dell'Afghanistan", ha aggiunto.
Khan incontrerà il presidente Felix Tshisekedi, alcuni ministri, il rappresentante nazionale del Segretario generale delle Nazioni Unite Bintou Keita, nonché le vittime del conflitto e membri della società civile. La prima indagine avviata dalla Cpi nella Repubblica Democratica del Congo risale al 2002. Da allora, il tribunale ha condannato tre persone per crimini commessi nel Paese. Nel 2023, la procura della Cpi ha inoltre avviato un'indagine sulle accuse di crimini commessi a partire da gennaio 2022 nella provincia del Nord Kivu, nella parte orientale della nazione. L'ufficio di Khan, che ha visitato il Paese nel maggio 2023, ha dichiarato all'inizio di questo mese che l'attuale situazione nella Rdc orientale "fa oggetto di un'indagine che è in corso".
Roma, 25 feb. (Adnkronos Salute) - "L'impegno di Danone per far conoscere alle persone l'importanza di un microbiota in salute nasce 35 anni fa, quando lanciammo Activia, un prodotto che ha la vocazione di migliorare il benessere intestinale di tutti gli italiani. Oggi diamo un'accelerazione a questo impegno grazie alla nuova campagna con la quale lanciamo un nuovo strumento: un questionario online molto semplice, creato su basi scientifiche e in grado di dare un risultato, una specie di assessment, sullo stato di salute del microbiota intestinale dei rispondenti". Così Yoann Steri, digital & data director di Danone Italia, in occasione dell'evento 'Innovazione e benessere: il microbiota al centro', organizzato dall'azienda, illustra l'iniziativa del questionario online validato scientificamente da Giovanni Barbara, tra i massimi esperti di microbiota, che analizza lo stato del microbiota intestinale e consente, in modo semplice, di indicare come le abitudini alimentari e, in generale, lo stile di vita influenzano lo stato del microbiota.
"Attraverso il questionario, il rispondente può avere indicazioni e risultati che gli permettono di migliorare il suo stato di salute attraverso l'analisi di diversi fattori, come lo stress, l'attività fisica, la qualità del sonno e la nutrizione, in cui Activia ha un ruolo molto importante", conclude.
Roma, 25 feb (Adnkronos) - "A due anni dalla tragedia di Cutro, parteciperò questa notte alla veglia sulla spiaggia di Steccato di Cutro e alle varie iniziative promosse dalle associazioni della società civile che ringrazio per l’impegno quotidiano". Lo dice il deputato Paolo Ciani, segretario di Democrazia solidale e vicecapogruppo del Pd-Idp, sull’anniversario della tragedia di Cutro.
"Ricordare le oltre cento persone che andavano protette e invece sono morte sulle nostre coste è un dovere, anche perché ancora devono avere giustizia; così come è un dovere denunciare le politiche sulle migrazioni messe in campo da questo governo, che osteggiano il soccorso in mare e di fatto considerano la vita dei migranti, vite di scarto", prosegue Ciani.
"Gli inutili e costosi centri in Albania sono il monumento eretto con le tasse degli italiani per mostrare questa logica. Noi vogliamo contrastare in ogni ambito la “cultura dello scarto” e non ci rassegniamo alla logica e alla narrazione del “migrante invasore”. Proponiamo l’implementazione di ingressi legali, accoglienza diffusa, investimenti sull’integrazione, corridoi umanitari per situazioni di vulnerabilità, tutela dei diritti umani. Le persone migranti non sono nemici; il dieci per cento della nostra popolazione non ha cittadinanza italiana: basta dipingerli come “il nemico'", conclude.
Londra, 25 feb. (Adnkronos) - Famiglia reale al completo per le celebrazioni del Giorno della Vittoria in Europa. Re Carlo, la regina Camilla, il principe William e la principessa Kate Middleton si riuniranno per guidare a maggio la nazione nell'80mo anniversario del VE Day. Le celebrazioni, che commemorano la fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa, sono destinate a essere un momento clou del calendario reale, con i Windsor impegnati in una serie di eventi in onore degli eroi di guerra della nazione.
L'occasione più significativa? Un omaggio ai caduti durante un servizio del Ringraziamento presso l'Abbazia di Westminster l'8 maggio. Oltre ai sovrani e al principe e alla principessa del Galles, ci saranno anche il principe Edoardo e Sophie e si prevede che la duchessa di Edimburgo renderà omaggio, insieme al primo ministro Keir Starmer, ai veterani e alle loro famiglie. Secondo The Express, re Carlo è "determinato a rendere omaggio ai nostri eroi di guerra", mentre continua la sua lotta contro il cancro. Alcune fonti hanno ipotizzato che Sua Altezza Reale potrebbe inviare un messaggio personale di ringraziamento alle forze armate della nazione.
Starmer ha definito le celebrazioni un'opportunità per "rendere orgogliosa quella generazione". Una parata di veterani si farà strada dall'Abbazia di Westminster, passando per il famoso balcone dove Winston Churchill annunciò la fine della guerra in Europa, fino alla Horse Guards Parade, dove saranno accolti da un sorvolo della Raf e delle Red Arrows. È previsto anche un concerto presso Horse Guards e re Carlo guiderà i reali anziani per le commemorazioni al Cenotafio.