Altro che rumors di uscita imminente. Il boss della moda rimarrà 'indefinitamente' a Vogue, come annunciato dal ceo di Condé Nast. Lavoratrice instancabile, amata e temutissima allo stesso tempo, la sua figura suscita un misto di paura e adorazione. I suoi giudizi hanno valore di oracoli per stilisti e manager della moda
In molti erano pronti a scommettere che il numero di settembre 2018, il più importante per la rivista, sarebbe stato l’ultimo a riportare la sua firma. E invece no. Anna Wintour non solo non lascia, ma anzi raddoppia. Il super boss di Vogue Usa manterrà infatti il suo ruolo “a vita“. L’annuncio è arrivato a sorpresa da Bob Sauerberg, ceo di Condé Nast, che in un’intervista ha voluto zittire una volta per tutte i rumors: “Anna Wintour è un leader incredibilmente talentuoso e creativo la cui influenza va oltre misura. Lei è parte integrante del futuro della trasformazione della nostra azienda e ha accettato di lavorare con me indefinitamente nel suo ruolo di caporedattore e direttore di Vogue” ha detto Sauerberg.
No, il “diavolo” non va in pensione. Sì, perché è proprio a lei che si ispira l’odiosa Miranda Presley del film Il diavolo veste Prada, così come l’ha descritta Lauren Weisberger, ex assistente personale della Wintour, nel romanzo con cui racconta la sua esperienza a Vogue. Una donna, una leggenda. Lavoratrice instancabile, amata e temutissima allo stesso tempo, la sua figura suscita un misto di paura e adorazione. I suoi giudizi hanno valore di oracoli per stilisti e manager della moda. Le sue copertine hanno da sempre il potere di lanciare un nuovo talento o stroncare una nota griffe. E pensare che in molti già se la immaginavano in pensione, nei panni di nonna, soprattutto dopo il recente matrimonio tra sua figlia, Bee Shaffer, e Francesco Carrozzini, figlio di Franca Sozzani, l’alter-ego di Anna in Vogue Italia scomparsa nel 2016.
Inglese, figlia di un giornalista, oggi 68 anni, Anna Wintour ha preso le redini della testata Vogue Usa nel 1988. E dal 20013 è anche direttore artistico della casa editrice Condé Nast. La sua figura dal fascino ieratico è diventata ormai un’icona con quel suo caschetto castano con frangetta (che porta da quando aveva 14 anni), gli occhiali scuri e le immancabili décolleté color carne firmate Manolo Blahnik. Sempre presente agli eventi più esclusivi (vedi Met Gala), da trent’anni segna l’inizio e la fine di tutte le sfilate: lei arriva rigorosamente per ultima (a volte con ritardi anche di un’ora), osserva la passerella col capo inclinato e le gambe accavallate, senza mai lasciare trapelare nessuna emozione (rigorosamente dalla prima fila) e poi se ne va per prima.
Appassionata di tennis, anche lei, come la duchessa di Cambridge Kate Middleton, ricicla spesso gli outfit e ama rindossare i vestiti e le collane preferite. Gli unici ad odiarla sono gli animalisti, che non le perdonano la passione per le pellicce. L’anno scorso, la regina Elisabetta II fece di Anna Wintour un dama comandante dell’impero britannico, l’equivalente femminile del cavalierato, e le due sono state immortalate assieme in prima fila a una sfilata di Londra lo scorso inverno.