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Giustizia

1 Agosto 2018

Ultimo aggiornamento: 18:36 del 1 Agosto 2018

Caso Uva, i giudici d’appello: “Non si può sostenere nesso causale tra condotta imputati e morte”

di F. Q.
Così i magistrati della prima sezione della Corte d’Assise d’Appello di Milano nelle motivazioni della sentenza di assoluzione di due carabinieri e sei poliziotti emessa il 31 maggio 2018. Il pg nel corso della requisitoria aveva chiesto pene fino a 13 anni
Caso Uva, i giudici d’appello: “Non si può sostenere nesso causale tra condotta imputati e morte”
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Giuseppe Uva

“Non si può individuare con assoluta certezza” che cosa abbia scatenato lo stress che, insieme ad altre concause, avrebbe provocato la morte di Giuseppe Uva, già affetto da una grave patologia cardiaca, di cui né lo stesso operaio né gli imputati erano a conoscenza. E per questo motivo non si può sostenere la sussistenza del “nesso causale” tra le condotte degli imputati e la morte dell’operaio. Così i giudici della prima sezione della Corte d’Assise d’Appello di Milano nelle motivazioni della sentenza di assoluzione di due carabinieri e sei poliziotti emessa il 31 maggio 2018. 

Il pg di Milano, Massimo Gaballo, per gli imputati aveva chiesto condanne fino a 13 anni per omicidio preterintenzionale e sequestro di persona aggravato. Per l’accusa era stato provocato dalle “condotte illecite degli imputati” lo stress che fu “tra le cause, insieme a una patologia cardiaca”, della morte di Uva. Il 43enne, fermato da due militari dell’Arma mentre cercava di spostare delle transenne dal centro di Varese, fu poi portato in caserma e infine trasportato con trattamento sanitario obbligatorio all’ospedale di Circolo di Varese, dove morì la mattina successiva. Secondo Gaballo, la “costrizione fisica” a cui fu sottoposto Uva quella notte, insieme alle “lievissime lesioni riscontrate sul suo corpo”, gli avrebbe provocato quella “tempesta emotiva” in seguito alla quale si sarebbe scatenato “l’evento aritmico” e da lì la morte. Gaballo aveva chiesto di condannare a 13 anni i due carabinieri e a 10 anni e 6 mesi sei agenti.

Per l’accusa, che aveva chiesto senza successo alla corte di riascoltare i testi, il fermo di Uva insieme un altro uomo, Alberto Biggiogero (che un anno fa ha ucciso il padre), fu operato “senza che ve ne fosse la necessità” e motivato da possibili rancori con uno dei coinvolti nella vicenda come sostenuto nell’impugnazione della sentenza di primo grado. Spinto o strattonato, costretto a restare in caserma contro la sua volontà e forse fermato per vecchie ruggini Uva sarebbe morto per concause tra cui appunto il forte “stress”. Nell’impugnazione, il sostituto procuratore Generale aveva contestato l’assoluzione dei giudici varesini definendola “motivata in modo estremamente sommario“, ripercorrendo tutto il procedimento giudiziario a partire dalle perizie mediche. Invece per i giudici dell’appello hanno riconosciuto la non colpevolezza come del resto era avvenuto in primo grado con la formula “il fatto non sussiste”. 

 

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  • 00:04 - Candida auris, studio svela possibile tallone d'achille del fungo killer che spaventa ospedali

    Milano, 19 dic. (Adnkronos Salute) - E' particolarmente pericoloso per le persone gravemente malate e per questo gli ospedali sono i luoghi in cui fa più danni. E' la Candida auris, finita negli anni alla ribalta delle cronache come 'fungo killer' perché, sebbene sembri vivere in modalità innocua sulla pelle di un numero crescente di persone, i pazienti sottoposti a ventilazione meccanica sono ad alto rischio. E una volta infettati, la malattia ha un tasso di mortalità del 45% e può resistere a tutte le principali classi di farmaci antimicotici, rendendo estremamente difficile il trattamento e l'eradicazione dai reparti. La malattia è stata individuata solo nel 2008 e le sue origini rimangono un mistero, ma da quando è emersa più di 40 Paesi hanno segnalato epidemie. Una sfida complessa, ma ora un gruppo di ricercatori potrebbe aver individuato un possibile punto debole del microrganismo.

    Nota anche come Candidozyma auris, questa infezione è stata definita una minaccia per la salute globale e inclusa nell'elenco dei patogeni fungini di priorità critica dell'Organizzazione mondiale della sanità. Il team di ricercatori dell'università britannica di Exeter, che firma il nuovo studio pubblicato sulla rivista 'Nature Communications Biology', ha studiato come i geni vengono attivati durante l'infezione utilizzando un nuovo approccio che coinvolge le larve di pesce. I risultati mostrano, spiegano gli esperti, "promettenti prospettive per l'identificazione di un bersaglio per lo sviluppo di nuovi farmaci o per il riutilizzo di farmaci esistenti", se si scoprirà che il processo genetico osservato è lo stesso nell'infezione umana. "Riteniamo che la nostra ricerca possa aver rivelato un punto debole di questo patogeno letale durante l'infezione attiva e abbiamo urgente bisogno di ulteriori ricerche per verificare se sia possibile trovare farmaci che prendano di mira e sfruttino questa debolezza", sottolinea Hugh Gifford, del Centro di micologia medica dell'ateneo, che ha co-diretto la ricerca.

    "Fin dalla sua comparsa - ricorda Gifford - la Candida auris ha causato danni irreparabili nelle unità di terapia intensiva ospedaliera. Può essere mortale per i pazienti vulnerabili e le aziende sanitarie hanno speso milioni di dollari per il difficile compito di eradicarla". Uno dei problemi incontrati finora studiando la Candida auris è la sua capacità di resistere alle alte temperature. Questo fattore, unito a una tolleranza particolarmente elevata al sale, ha portato alcuni a ipotizzare che il patogeno possa provenire dagli oceani tropicali o da animali marini. Per i ricercatori, ciò ha significato trovare un nuovo modo di studiarlo. Il team di Exeter ha dunque sperimentato un modello di pesce Arabian killifish (Aphanius dispar) le cui uova sopravvivono alla temperatura corporea umana. E ha scoperto che la Candida auris può trasformarsi in corpi fungini allungati, noti come filamenti, probabilmente per cercare sostanze nutritive. Gli esperti hanno anche studiato quali geni vengono attivati ​​e disattivati ​​durante l'infezione e quali potrebbero rappresentare vulnerabilità.

    Finora, spiega il coautore senior dello studio Rhys Farrer, del Centro di micologia medica dell'università di Exeter, "non avevamo idea di quali geni fossero attivi durante l'infezione di un ospite vivente. Averlo scoperto fornisce indizi sulla possibile origine della Candida auris, come un ambiente marino povero di ferro", dal momento che tra questi ci sono geni attivati ​​proprio per cercare e catturare il ferro e introdurlo nelle cellule. Un'informazione che "ci fornisce anche un potenziale bersaglio per farmaci nuovi e già esistenti". Sebbene ci siano ancora diverse fasi di ricerca da completare, aggiunge Gifford, che lavora anche in terapia intensiva e medicina respiratoria al Royal Devon & Exeter Hospital, "la nostra scoperta potrebbe rappresentare una prospettiva entusiasmante per i trattamenti futuri. Disponiamo di farmaci che agiscono" sugli aspetti osservati. "Dobbiamo valutare se possano essere riutilizzati per impedire alla Candida auris di uccidere gli esseri umani e di chiudere i reparti di terapia intensiva degli ospedali".

    Un finanziamento del progetto ha supportato l'istituzione del modello di larve di pesce Arabian killifish come alternativa all'utilizzo di topi e zebrafish, già utilizzati in alcuni studi finalizzati a valutare le interazioni tra un agente patogeno e l'ospite. Il lavoro dimostra "l'utilità di questo modello sostitutivo per studiare l'infezione da Candida Auris - commenta Katie Bates, responsabile dei Finanziamenti per la Ricerca di NC3Rs (National Center for Replacement, Reduction and Refinement) - e consente approfondimenti senza precedenti sugli eventi cellulari e molecolari negli ospiti infetti vivi".

  • 23:33 - Emanuela Orlandi, colpo di scena a oltre 40 anni da scomparsa: c’è nuova indagata

    (Adnkronos) - C’è una donna indagata, a quanto apprende l’Adnkronos, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. L’accusa che le viene contestata è di false informazioni al pubblico ministero.

    Dalla riapertura dell’indagine nel maggio del 2023 per sequestro di persona a scopo di estorsione i pm capitolini, insieme ai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma a cui sono stati delegati gli accertamenti, stanno portando avanti un lavoro di rilettura e analisi di tutti gli atti relativi alla scomparsa della cittadina vaticana.

    A quarantadue anni dalla sparizione, avvenuta il 22 giugno del 1983, un nuovo impulso alle indagini è arrivato dall’approfondimento di elementi e testimonianze in particolare sulle ore precedenti alla scomparsa. La donna, iscritta nel registro degli indagati, è stata sentita questa mattina a piazzale Clodio dagli inquirenti accompagnata dal suo difensore.

    La donna indagata, a quanto apprende l'Adnkronos, è un'ex allieva della scuola di musica frequentata anche da Emanuela Orlandi. L.C., all'epoca dei fatti, era di qualche anno più grande di Emanuela e cantava con lei nel coro. La donna sarebbe stata indicata da alcuni testimoni come l'ultima ad aver visto Emanuela prima della scomparsa. Oltre un anno fa era stata anche sentita in audizione davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori. (di Assunta Cassiano)

    “Fu una delle prime audizioni della Commissione, che tra le varie piste ha unanimemente scelto di dare molta attenzione all’esame di quel 22 giugno 1983 e alla scena della scuola di musica. L’audizione ci apparve molto contraddittoria, come se la audita volesse togliersi dalla scena”. Ad affermarlo il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori Andrea De Priamo.

    “Successivi accertamenti ci fanno tutt’ora ritenere che possa essere stata una delle ultimissime se non l’ultima persona ad aver visto Emanuela a Corso Rinascimento e l’ufficio di presidenza della Commissione aveva già inserito il suo nome tra le persone da risentire, non escludendo di farlo attraverso la forma dell’esame testimoniale e non quella della libera audizione”, ha concluso.

    "Apprendo la notizia dalla vostra agenzia, non ne sapevo nulla: ciò che ha caratterizzato finora la procura di Roma è il fatto di agire nel massimo riserbo quindi ciò sicuramente rientra, laddove la notizia sia verificata, nel modus operandi della procura. Da parte nostra c'è la massima stima e il massimo rispetto nei confronti dei magistrati della procura di Roma che si stanno occupando della vicenda di Emanuela". Così l'avvocata Laura Sgrò, legale della famiglia di Emanuela Orlandi, commenta all'Adnkronos la notizia della donna indagata. "Se hanno iscritto questa persona nel registro degli indagati ci saranno dei motivi", sottolinea la legale.

  • 21:16 - Caso Garlasco: consulenza Poggi, 'unica prova è Dna Stasi su cannuccia'

    Milano, 19 dic. (Adnkronos) - "L'unico elemento inedito e di sicuro interesse nonché di chiara ed inequivocabile valenza come fonte di prova, risulta costituito dal rinvenimento di tracce organiche geneticamente riconducibili ad Alberto Stasi sulla cannuccia dell’Estathe, repertato all’interno del sacchetto della spazzatura della mattina, presente sulla scena del crimine il giorno del delitto". Per il genetista Marzio Capra, consulente della famiglia di Chiara Poggi, è questo il solo risultato scientifico che arriva dalla perizia dell'esperta Denise Albani incaricata dell'incidente probatorio (chiuso ieri) che vede al centro Andrea Sempio, indagato per l'omicidio in concorso della ventiseienne.

    Capra, presente anche nella perizia affidata a Francesco De Stefano nel processo d'appello bis che ha portato alla condanna definitiva a 16 anni di carcere per l'allora fidanzato, critica la scelta di procedere nell'analisi genetica sul materiale trovato sulle unghie della vittima "senza alcun confronto con i consulenti".

    In 13 pagine sottolinea come Denise Albani ha 'trascurato' alcuni dati grezzi e "non ha ritenuto opportuno confrontare alcun dato genetico emerso dai margini ungueali nel corso delle attività peritali del 2014, né con i soggetti intervenuti sulla scena del crimine e con quelli che fondatamente possono aver contaminato lo strumentario utilizzato in corso di necroscopia" oltre ai consulenti presenti nel 2014 a Genova. Contesta la scelta di fronte a un Dna maschile non consolidato di utilizzare la biostatistica (che manca di un database locale) e di aver utilizzato per l'aplotipo Y compatibile con Andrea Sempio una tabella "datata e non specifica" oltre che "meno conservativa".

  • 20:53 - Caso Garlasco: papà Sempio, 'mio figlio non c’entra niente, è una vigliaccheria'

    Milano, 19 dic. (Adnkronos) - "Adesso più di prima. Adesso si diventa cattivi. Noi stiamo i piedi per la cattiveria, la rabbia. È una vigliaccheria che si ripresenta di nuovo e che va avanti. Noi non avevamo niente da nascondere. Qui non c’è niente da nascondere. Mio figlio non c’entra niente. A casa mia i ragionamenti non si fanno più. Deve farli la giustizia. Noi sappiamo che la verità è la nostra, è solo la nostra. E ci sentiamo chiusi in un barattolo". Lo afferma Giuseppe Sempio, papà di Andrea indagato per l'omicidio in concorso di Chiara Poggi, alla domanda se ha ancora voglia di difendersi.

    Intervistato da 'Quarto grado' risponde all'accusa di aver corrotto l'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti per ottenere l'archiviazione del figlio, già indagato anni fa per il delitto di Garlasco. "Con Venditti? Non c’entro nulla, non ho niente a che vedere. Non lo conosco neanche. L’ho visto una sola volta, quando ci ha interrogati" dice Giuseppe Sempio che ribadisce che i soldi in nero servivano per pagare il precedente pool di avvocati.

    E su quel biglietto scritto a mano sequestrato a casa Sempio con le parole 'Venditti gip archivia', il papà di Andrea Sempio ribadisce: "Io non sapevo che sarebbe successa questa maledizione. Anche se lo avessi saputo non lo avrei buttato. È mio, l’ho scritto io. Certo che lo rivendico. Ma stiamo scherzando? È una cosa che ho scritto io! Per me è un promemoria. Poi la gente può dire quello che vuole".

  • 19:35 - Municipio I Roma Centro, commercio, riordino e decoro: il bilancio dell'assessorato

    Roma, 19 dic. - (Adnkronos) - Decoro urbano e tutela dei posti di lavoro: sono state queste le due stelle polari che hanno guidato il lavoro dell’Assessorato al Commercio del Municipio I Roma Centro nel percorso di riordino del settore. Un lavoro complesso, si legge in una nota, avviato partendo da una situazione estremamente critica, con quasi 300 postazioni incompatibili, che rischiavano di essere cancellate. Grazie a un’attività articolata e a un confronto costante, anche attraverso le associazioni di categoria, le postazioni incompatibili sono state ridotte a circa 130, consentendo di recuperare e ottimizzare circa 150 postazioni. Un risultato che coniuga legalità, riordino e salvaguardia occupazionale. Tra i punti qualificanti del bilancio, il rilancio dei mercati del Municipio I: tutti i posti liberi verranno messi a bando con l’obiettivo di variare la merceologia, riportando nei mercati una maggiore presenza di alimentare, prodotti di qualità e biologici, rafforzando il loro ruolo di presidio economico e sociale nei quartieri del centro storico.

    Importante anche il lavoro sul riordino delle bancarelle, che permetterà di liberare piazze e luoghi iconici del Municipio I Roma Centro come Santa Maria Maggiore, San Giovanni in Laterano, Piazza Navona, Piazza Pia e l’area di Castel Sant’Angelo. In altri casi vengono invece confermati e cristallizzati spostamenti già effettuati negli anni passati, garantendo stabilità agli operatori. Prosegue inoltre il piano di delocalizzazione: da via Giulio Cesare a via Barletta, fino al completamento dello spostamento delle bancarelle da via di Rienzo verso via Virgilio. Confermato anche lo spostamento da via Ottaviano a via Barletta, con la conseguente liberazione di assi strategici del centro storico, come via della Vite. Sul fronte delle edicole, restano oggi 15 postazioni incompatibili nel territorio del Municipio I. L’Amministrazione municipale aprirà un nuovo tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali per individuare soluzioni condivise, tenendo conto che diverse edicole risultano chiuse da anni e che alcune non sono più edicole, come nei casi di via Sora e via della Pace, già demolite.

    “Il bilancio del lavoro svolto sul commercio nel Municipio I Roma Centro dimostra che è possibile tenere insieme riordino, decoro urbano e tutela dei posti di lavoro - afferma l’assessore al Commercio Jacopo Scatà - Siamo partiti da una condizione estremamente complessa, con centinaia di postazioni incompatibili, e attraverso un percorso di confronto e di responsabilità siamo riusciti a ridurre in modo significativo le criticità. Parallelamente stiamo rilanciando i mercati e intervenendo sulle bancarelle e sulle edicole, restituendo qualità e ordine a piazze e strade centrali del Municipio I”.

  • 19:32 - St Microelectronics, Guidesi (Lombardia): "Azienda investa e valorizzi sito strategico Agrate Brianza"

    Milano, 19 dic.(Adnkronos) - “Per noi ST Microelectronics è un’azienda strategica e la visita di oggi ha confermato pienamente le nostre convinzioni. Si tratta per noi dell'ultima visita dell'anno in aziende lombarde e fa seguito ad altri incontri già avvenuti nei mesi scorsi in questo stabilimento. È una realtà fortemente innovativa: uno stabilimento che investe in nuove idee sviluppa nuovi prodotti e continua a rinnovarsi. Per questo riteniamo fondamentale che, così come ci credono Regione Lombardia, le istituzioni locali e i lavoratori, vi sia lo stesso impegno e la stessa fiducia anche da parte del board e della proprietà”. Lo ha detto l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi, in occasione del punto stampa che si è svolto al termine della visita allo stabilimento ST Microelectronics di Agrate Brianza. (Video)

    “Come Regione continueremo a essere, come lo siamo stati fino ad oggi, al fianco di questo stabilimento, impegnandoci nella difesa e nel rafforzamento del presidio produttivo. Devono essere garantiti investimenti anche qui, al pari di quelli realizzati in altri siti del gruppo. Deve essere riconosciuto il ruolo strategico di Agrate”.

    Solo nel 2024, infatti, lo stabilimento ST Microelectronics di Agrate Brianza è stato in grado di produrre 237 invenzioni e 60 brevetti certificati da United States Patent and Trademark Office (USPTO): il principale organismo di tutela della proprietà intellettuale negli Stati Uniti d'America.

  • 19:16 - St Microelectronics, Guidesi (Lombardia): "Azienda investa e valorizzi sito strategico Agrate Brianza"

    Milano, 19 dic.(Adnkronos) - “Per noi ST Microelectronics è un’azienda strategica e la visita di oggi ha confermato pienamente le nostre convinzioni. Si tratta per noi dell'ultima visita dell'anno in aziende lombarde e fa seguito ad altri incontri già avvenuti nei mesi scorsi in questo stabilimento. È una realtà fortemente innovativa: uno stabilimento che investe in nuove idee sviluppa nuovi prodotti e continua a rinnovarsi. Per questo riteniamo fondamentale che, così come ci credono Regione Lombardia, le istituzioni locali e i lavoratori, vi sia lo stesso impegno e la stessa fiducia anche da parte del board e della proprietà”. Lo ha detto l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi, in occasione del punto stampa che si è svolto al termine della visita allo stabilimento ST Microelectronics di Agrate Brianza.

    “Come Regione continueremo a essere, come lo siamo stati fino ad oggi, al fianco di questo stabilimento, impegnandoci nella difesa e nel rafforzamento del presidio produttivo. Devono essere garantiti investimenti anche qui, al pari di quelli realizzati in altri siti del gruppo. Deve essere riconosciuto il ruolo strategico di Agrate”.

    Solo nel 2024, infatti, lo stabilimento ST Microelectronics di Agrate Brianza è stato in grado di produrre 237 invenzioni e 60 brevetti certificati da United States Patent and Trademark Office (USPTO): il principale organismo di tutela della proprietà intellettuale negli Stati Uniti d'America.

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