Gaia Trimarchi si trovava sull’isola di Sabitang Laya e stava raccogliendo conchiglie in un tratto di mare vicino alla spiaggia, quando ha urlato dal dolore. E' stata dichiarata morta a causa di una grave reazione allergica provocata da una cubomedusa, tra le più velenose al mondo. La madre, riporta l'Ansa, ha denunciato l'assenza di segnali di avvertimento
Una bambina romana di 7 anni, Gaia Trimarchi, è morta durante una vacanza nelle Filippine, dopo essere venuta a contatto con un’esemplare di medusa particolarmente pericoloso. La piccola, che si trovava in gita nell’isola di Sabitang Laya con la madre di origine filippina, uno zio e un cugino, stava raccogliendo conchiglie in un tratto di mare vicino alla spiaggia, quando ha urlato dal dolore. I media locali riportano che è servita più di mezz’ora per trasportare la bambina all’ospedale più vicino, dove però non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. A colpirla, secondo una prima ricostruzione, è stata una “cubomedusa“, nota anche come ‘vespa di mare’ o ‘box jellyfish’, tra gli animali più velenosi al mondo. Un altro bambino, di 6 anni, era morto nelle stesse acque una settimana prima.
“Ho visto la parte superiore della gamba diventare viola”, ha raccontato la madre della bambina, Romanita Cabanlong, ai media locali. La morte è stata causata da una violenta reazione allergica al morso della medusa e sarebbe stato necessario un intervento immediato per salvare la piccola. L’esemplare di medusa che ha colpito Gaia è uno tra i più velenosi: la sua pericolosità è dovuta alle migliaia di cellule velenifere che si trovano appunto lungo i tentacoli. La sua “strisciata” è dolorosissima e provoca una intensa sensazione di calore. Il veleno quando entra nel circolo sanguigno può causare la morte per shock, dopo intensi spasmi muscolari, paralisi respiratoria e muscolare ed arresto cardiaco, il tutto in due o tre minuti. La madre, riporta l’Ansa, ha denunciato ai media locali il fatto che sulla spiaggia non ci fossero segnali di avvertimento e neanche le guide turistiche l’hanno messa in guardia dal pericolo. E stando a quanto riferito, non c’era neanche il kit di primo soccorso sulla barca che stava portando in tour la famiglia.
“Si tratta di organismi marini che possono provocare uno shock anafilattico: il paziente andrebbe trattato rapidamente con adrenalina”, ha spiegato all’Adnkronos Antonino Reale, responsabile di Pediatria dell’emergenza dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Nei nostri mari esemplari di questa specie non sono stati mai avvistati e “non sono segnalati casi di mortalità” rassicura i medico. In caso di puntura, Reale raccomanda di “raschiare via le particelle caustiche rimaste sulla pelle” e poi “lavare accuratamente la parte con acqua dolce o salata”.
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