Forte dei sondaggi che vedono il Carroccio toccare quota 30%, il segretario lancia il richiamo a quanti in FI valutano l'ipotesi migrazione. E avverte: la fine del centrodestra "non siamo noi a volerla". Mulè: "Se la Lega vuole rompere su questo è padrona di farlo, si assumerà la responsabilità"
La valanga provocata nel centrodestra dall’affaire Foa non conosce freno. “A Silvio dico: andare contro il cambiamento è una scelta – premette Matteo Salvini nell’intervista concessa a Quotidiano Nazionale – ma ad ogni scelta corrispondono delle conseguenze“. L’ordine impartito da Silvio Berlusconi ai suoi di non votare il presidente indicato dal governo Lega-M5s in Vigilanza Rai e la conseguente sconfitta del governo bruciano ancora al vicepremier. Che ora, forte dei sondaggi che vedono il Carroccio toccare quota 30%, lancia il richiamo a quanti in FI valutano l’ipotesi migrazione: “Io fino ad oggi ho detto di no – prosegue il segretario – però se Forza Italia sceglie il Pd è giusto che chi si sente di centrodestra possa fare politica con la Lega“.
Quella che da molti è definita una “offerta pubblica d’acquisto” su Forza Italia pare lanciata. Anche se “Salvini non ha mai parlato apertamente di Opa nei confronti di Forza Italia – gigioneggia a Radio Radicale il deputato leghista Guglielmo Picchi – da tempi non sospetti registriamo una valanga di richieste di partecipazione da parte di tanti eletti di Forza Italia alla Lega”. “Finora – prosegue il sottosegretario agli Esteri – siamo stati estremamente cauti anche perché, non sempre, quelli che arrivano sono un vero e proprio valore aggiunto“.
Il centrodestra, inteso come alleanza Lega-Forza Italia-Fdi, è sull’orlo dell’implosione. E ora la corsa è a far ricadere la colpa sugli alleati. La fine “non siamo noi a volerla – avverte quindi Salvini – Ma se Forza Italia non è d’accordo su niente, se sceglie il Pd, faccia pure. Se vuole fare un partitone Pd-Forza Italia, auguri”. L’ex Cavaliere, convinto dai fedelissimi Letta, Ghedini e Tajani nella notte tra martedì e mercoledì a strappare con Salvini sul nome di Foa, parla come se non fosse accaduto nulla: “Il centrodestra è ineliminabile in Italia e quindi dobbiamo sempre andare d’accordo“, ha detto l’ex premier rincorrendo quello che sulla carta rimane a ora un suo alleato politico. Minimizza anche Giovanni Toti, tra gli esponenti azzurri più vicini alla Lega: “Il centrodestra non credo sia in discussione – commenta il governatore della Liguria – la poltrona del presidente della Rai non vale certamente le decine di centinaia di comuni ben amministrati dalla nostra coalizione, le sette regioni che abbiamo conquistato insieme e tutto il lavoro fatto in questi 20 anni”.
I colonnelli azzurri, invece, replicano al ministro punto per punto. “Salvini e il governo devono far dimettere Marcello Foa – attacca Giorgio Mulè, e capogruppo degli azzurri in Vigilanza Rai – solo così si potrà riaprire il dialogo con le opposizioni. Il futuro del centrodestra? Se la Lega vuole rompere su questo è padrona di farlo, si assumerà la responsabilità. Non siamo subalterni al Carroccio”. E sul richiamo lanciato dal segretario leghista ai forzisti il portavoce di Fi precisa: “Non abbiamo perso nessun deputato o senatore anzi siamo aumentati da 104 a 105 con Enrico Costa. Altri hanno bussato alla nostra porta e il nostro gruppo si ingrosserà nel corso della legislatura”.
“Spero che le parole riservate oggi da Matteo Salvini a Silvio Berlusconi siano dettate dal suo carattere esuberante – sibila Mara Carfagna – Se così non fosse si assumerà lui la responsabilità di dividere e di spaccare, su una vicenda marginale come l’occupazione di una poltrona, una coalizione che per oltre 20 anni ha garantito benessere, sviluppo e buona politica. Piuttosto che minacciare i suoi alleati – prosegue vice presidente della Camera e deputata di FI – il segretario della Lega pensi a modificare quel decreto Di Maio che, come giustamente lamentano imprenditori, artigiani e commercianti, rischia di provocare seri danni al sistema economico e produttivo italiano”.