“Non esiste alcun focolaio di pertosse nel Bergamasco”. Ad assicurarlo è l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, dopo la morte di due neonate all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo causata proprio dalla pertosse. A dimostrarlo anche “la distanza sia geografica che temporale dei due casi” avvenuti “a 40 giorni di distanza” e “in due località differenti, Seriate e Treviglio“. La prima bambina era stata ricoverata all’ospedale di Alzano Lombardo il 16 giugno, mentre la seconda, residente in provincia di Crema, era stata ricoverata all’ospedale di Treviglio. L’assessore ha chiarito inoltre che le bambine sono state entrambe trasportate all’ospedale nel Bergamasco, perché è il “centro di riferimento regionale per Ecmo pediatrico” – ed entrambe sono decedute qualche giorno dopo la diagnosi.
“Esprimo la mia vicinanza, e a nome del presidente Fontana quella dell’intera Giunta regionale, alle famiglie delle due neonate”, ha continuato Gallera, ricordando poi “l’importanza e necessità per le donne in gravidanza di verificare e regolarizzare la propria situazione vaccinale, che rimane l’unico modo per impedire il ripetersi di queste tragedie e proteggere i propri piccoli”. Nessuna delle due madri, secondo quanto riporta l’Eco di Bergamo, era infatti vaccinata contro la pertosse.
L’obiettivo “è proteggere il feto attraverso la trasmissione degli anticorpi della mamma”, ha spiegato sempre l’assessore, perché “permette di proteggere il neonato nei primi giorni di vita prima cioè, che possa iniziare il ciclo vaccinale”. Gallera ha infine ricordato che proprio nella zona del Bergamasco, è in previsione una campagna di sensibilizzazione, presso consultori e ospedali, “per promuovere la vaccinazione antidifterite, tetano, pertosse” e che “coinvolgerà le donne nel terzo mese di gravidanza”.
Sulla questione è intervenuto anche il virologo Roberto Burioni, che riprendendo la notizia della morte delle due piccole da un quotidiano locale, ha ribadito l’importanza della vaccinazione delle donne in gravidanza per la tutela dei piccoli. Nel post spiega che l’immunità garantita dal vaccino “acellulare” – come quello per la pertosse – è limitata nel tempo, per questo ritiene necessario “vaccinare la madre in gravidanza, affinché abbia anticorpi da trasmettere” al proprio bambino. Per creare “una zona di sicurezza” suggerisce poi “che i fratelli, i parenti, il padre si sottopongano ad un richiamo del vaccino, in modo da rendere impossibile che il batterio della pertosse, dopo averli infettati, arrivi nella gola del neonato”.
Cronaca
Pertosse, Gallera sul caso delle due bimbe morte nel Bergamasco: “Nessun focolaio, casi non collegati”
La prima bambina era stata ricoverata all’ospedale di Alzano Lombardo il 16 giugno, mentre la seconda, residente in provincia di Crema, era stata ricoverata all’ospedale di Treviglio. L'assessore ha chiarito che le bambine sono state entrambe trasportate all'ospedale nel Bergamasco, perché è il "centro di riferimento regionale per Ecmo pediatrico"
“Non esiste alcun focolaio di pertosse nel Bergamasco”. Ad assicurarlo è l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, dopo la morte di due neonate all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo causata proprio dalla pertosse. A dimostrarlo anche “la distanza sia geografica che temporale dei due casi” avvenuti “a 40 giorni di distanza” e “in due località differenti, Seriate e Treviglio“. La prima bambina era stata ricoverata all’ospedale di Alzano Lombardo il 16 giugno, mentre la seconda, residente in provincia di Crema, era stata ricoverata all’ospedale di Treviglio. L’assessore ha chiarito inoltre che le bambine sono state entrambe trasportate all’ospedale nel Bergamasco, perché è il “centro di riferimento regionale per Ecmo pediatrico” – ed entrambe sono decedute qualche giorno dopo la diagnosi.
“Esprimo la mia vicinanza, e a nome del presidente Fontana quella dell’intera Giunta regionale, alle famiglie delle due neonate”, ha continuato Gallera, ricordando poi “l’importanza e necessità per le donne in gravidanza di verificare e regolarizzare la propria situazione vaccinale, che rimane l’unico modo per impedire il ripetersi di queste tragedie e proteggere i propri piccoli”. Nessuna delle due madri, secondo quanto riporta l’Eco di Bergamo, era infatti vaccinata contro la pertosse.
L’obiettivo “è proteggere il feto attraverso la trasmissione degli anticorpi della mamma”, ha spiegato sempre l’assessore, perché “permette di proteggere il neonato nei primi giorni di vita prima cioè, che possa iniziare il ciclo vaccinale”. Gallera ha infine ricordato che proprio nella zona del Bergamasco, è in previsione una campagna di sensibilizzazione, presso consultori e ospedali, “per promuovere la vaccinazione antidifterite, tetano, pertosse” e che “coinvolgerà le donne nel terzo mese di gravidanza”.
Sulla questione è intervenuto anche il virologo Roberto Burioni, che riprendendo la notizia della morte delle due piccole da un quotidiano locale, ha ribadito l’importanza della vaccinazione delle donne in gravidanza per la tutela dei piccoli. Nel post spiega che l’immunità garantita dal vaccino “acellulare” – come quello per la pertosse – è limitata nel tempo, per questo ritiene necessario “vaccinare la madre in gravidanza, affinché abbia anticorpi da trasmettere” al proprio bambino. Per creare “una zona di sicurezza” suggerisce poi “che i fratelli, i parenti, il padre si sottopongano ad un richiamo del vaccino, in modo da rendere impossibile che il batterio della pertosse, dopo averli infettati, arrivi nella gola del neonato”.
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Anche in Lapponia Meloni pensa all’Albania: “Domani vertice, la Cassazione ci dà ragione”. Paesi sicuri, cosa hanno scritto i giudici
Roma, 22 dic (Adnkronos) - "Servirebbero più risorse per la sanità pubblica, per garantire il diritto alla salute e per ridurre le liste di attesa ma comprano nuovi aerei da guerra. Servirebbero risorse per contrastare la povertà che aumenta nel nostro Paese, per investire nel trasporto pubblico o nel salario minimo e invece investono decine di miliardi per le armi". Lo affermano Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs in un videoappello apparso sui social in cui si invita a firmare la petizione online 'questo Natale niente regali alle industrie militari' per chiedere al governo italiano di ridurre la spesa militare.
"Servirebbero più risorse per la scuola pubblica e per l’istruzione - proseguono i due esponenti di Avs - per garantire il diritto al futuro delle giovani generazioni ma comprano nuovi carri armati. E il 2025 sarà un altro anno record per la spesa militare:, 2mila e 500 miliardi di dollari e il governo Meloni non è da meno : ha deciso di spendere oltre 13 miliardi di euro all’anno in nuovi armi".
"Un governo quello della destra che ha detto no al salario minimo, taglia su scuola, ricerca e sanità ma trova sempre nuovi fondi per investire nelle armi. Adesso basta - insistono Bonelli e Fratoianni - basta con i regali all’ industria militare, basta con la rincorsa agli armamenti che sta impoverendo la nostra società . Basta con l’economia di guerra, vi invitiamo a firmare questa petizione per chiedere che il governo riduca la spesa militare, pensi alle vere priorità per gli italiani. Vi invitiamo a firmare e a sostenere questa petizione - concludono - per chiedere la riduzione delle spese per armamenti da destinare invece alle vere necessità del nostro Paese".
Tel Aviv, 22 dic. (Adnkronos/Afp) - Israele prenderà provvedimenti contro gli Houthi. Lo ha annunciato il primo ministro Benjamin Netanyahu, dopo che venerdì sera un missile proveniente dallo Yemen si è schiantato nel centro di Israele. "Gli Stati Uniti, così come altri paesi, vedono gli Houthi come una minaccia non solo per la navigazione, ma anche per l'ordine internazionale", ha affermato in una dichiarazione. Netanyahu ha aggiunto che "anche se una rappresaglia israeliana richiedesse tempo, il risultato sarebbe lo stesso" di quello ottenuto in passato contro altre reti terroristiche.
Roma, 22 dic (Adnkronos) - "Visto che domani Giorgia Meloni ha convocato un vertice di governo sull’Albania, le consiglio di fare a se stessa e a tutti gli italiani un bel regalo di Natale: dichiari fallita l’esperienza dei centri di detenzione per migranti in terra straniera, chieda scusa per aver buttato all’aria quasi un miliardo di euro, rimpatri il personale italiano in servizio nel centro e metta fine a questa vergogna nazionale”. Lo scrive su X il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
“La Cassazione è stata chiara nel dire che sta ai giudici il dovere/potere di verificare se un Paese è sicuro: se dunque Meloni sta pensando di rilanciare i centri in Albania, o magari a un cambio di destinazione d’uso, si aspetti un 2025 di lotta in tutte le sedi democratiche, dal parlamento alle piazze fino alle azioni giudiziarie, contro questo obbrobrio giuridico e umanitario, insostenibile legalmente e finanziariamente. La smetta di insistere con politiche antitaliane!”, conclude Magi.
Roma, 22 dic (Adnkronos) - "Dopo Magdeburgo e in vista del grande appuntamento del Giubileo, abbiamo alzato in maniera importante la soglia del livello di attenzione soprattutto nelle grandi città, ma anche nel resto del Paese: c'è una situazione di allerta, ma non di allarme né di allarmismo". Lo ha detto Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno, intervenendo ai microfoni di TgCom24.
"Confidiamo sulla capacità della nostra intelligence e dei servizi di prevenzione, sulla professionalità delle nostre Forze dell’Ordine. È stato immediatamente riunito il Comitato di analisi strategica antiterrorismo e diramata una circolare alle Prefetture, alle Questure, proprio per articolare in maniera puntuale il controllo del territorio, soprattutto nei luoghi particolarmente critici e delicati, dove c’è maggiore aggregazione come le stazioni, le metropolitane, gli aeroporti", ha aggiunto.
"La nostra intelligence non ha mai sottovalutato alcun segnale, solo quest’anno sono stati 80 i soggetti pericolosi legati al fondamentalismo islamico allontanati dal Paese. Poniamo grande attenzione ai cosiddetti “lupi solitari”, al rischio di atti emulativi, consapevoli però che il sistema di intelligence e di coordinamento tra le nostre Forze di Polizia funziona. C'è grande competenza e una consolidata capacità di saper intercettare i fenomeni di allarme, anche fondamentalista, che deve continuare ad essere sviluppata”, ha concluso Molteni.
Roma, 22 dic. (Adnkronos) - Siparietto nell'Aula del Senato al termine del tradizionale concerto di Natale diretto quest'anno da Riccardo Muti. Mentre il maestro sta rivolgendo un saluto ai presenti, tra i quali il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, suona un telefono e non può fare a meno di rimproverare bonariamente la persona che non ha avuto l'accortezza di disattivare l'apparecchio. “Stutatelo ‘sto telefono", spegnetelo questo telefono, dice utilizzando un'espressione del dialetto napoletano.
Poi, ricorrendo all'ironia, Muti, tra gli applausi divertiti, sottolinea che si tratta di un comportamento recidivo. "Ad un certo punto, mentre stavo dirigendo l'ho sentito e ho guardato bene nella partitura, credendo che ci fosse qualche cosa che mi era sfuggito".
Brasilia, 22 dic. (Adnkronos/Afp) - Il bilancio delle vittime del terribile incidente d'autobus avvenuto ieri nello stato brasiliano di Mina Gerais (sud-est) è salito a 41 morti. Lo ha riferito la polizia in una conferenza stampa, precisando che "41 corpi sono stati trasportati all'istituto forense".
L'autobus viaggiava sull'autostrada che collega San Paolo (sud-est) a Vitória da Conquista, nello stato di Bahia (nord-est). La polizia federale ha precisato che, secondo "le prime informazioni e le tracce rinvenute sul posto", un grosso blocco di granito "probabilmente" è caduto da un camion che viaggiava in senso contrario e ha colpito l'autobus, che ha subito preso fuoco.
L'autista del camion è fuggito, ha dichiarato la polizia, aggiungendo che la sua patente di guida era stata sospesa per due anni. Si tratta della peggiore tragedia avvenuta su una strada federale in Brasile dal 2007.
Roma, 22 dic. (Adnkronos) - “Il ministro Nordio, puntando il dito contro i giudici e sentenziando che chi sbaglia debba pagare, non ha specificato se questa valga anche per l’attuale categoria di sua appartenenza. Perché in tal caso un ministro che non ne azzecca una, all’indomani delle dimissioni del capo del Dap, Giovanni Russo, presumibilmente causate da dissidi con un sottosegretario, con una situazione disastrosa dei penitenziari italiani, di fronte ad un numero impressionante di suicidi tra i detenuti e finanche tra gli agenti della penitenziaria: ebbene, un ministro dovrebbe pagare per tutto questo?”. Così Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera.
“All’indomani della sentenza di Palermo -aggiunge- la destra torna all’attacco contro una magistratura di cui non sopporta l’indipendenza”.