Aggredito un anestesista in servizio nel reparto rianimazione dell’ospedale civile San Giovanni di Dio. È stato malmenato dopo aver comunicato il decesso di un trentatreenne di Rosarno, Reggio Calabria, ai familiari, che lo hanno colpito scagliandosi anche contro gli infermieri accorsi
Era andato a comunicare la morte di un paziente ai suoi parenti, e si è ritrovato con un trauma cranico e addominale. È capitato a Francesco Bossio un medico anestesista dell’ospedale San Giovanni di Crotone, il quale è stato picchiato dai familiari del ricoverato, dopo aver dato loro la notizia del decesso di un 33enne di Rosarno, Reggio Calabria. Il sanitario adesso si trova nel reparto Chirurgia dello stesso nosocomio dove lavora.
Bossio, in servizio nel reparto Rianimazione dell’ospedale civile di Crotone, è stato malmenato da due donne, familiari del giovane, che lo hanno colpito scagliandosi anche contro gli infermieri accorsi. Le parenti del ragazzo deceduto sono state denunciate in stato di libertà con l’accusa di lesioni in concorso, danneggiamento e interruzione di pubblico servizio dagli agenti della polizia intervenuti per porre fine al pestaggio.
“Questo ennesimo episodio di violenza – sottolinea in un comunicato l’Ordine dei medici di Crotone – nei confronti di chi si è adoperato al massimo per prestare la migliore assistenza al giovane paziente, che versava in particolari e già comunicate condizioni di acclarata criticità, pre-esistenti all’atto del ricovero, si ascrive, purtroppo, nell’ampio fenomeno di aggressioni nel settore sanitario che in Italia, ad oggi, conta circa tremila episodi l’anno, stando ai soli casi denunciati”.
“Non c’è un solo giorno senza che arrivino simili notizie: azioni violente a danno del personale sanitario che non hanno alcuna giustificazione e che condanniamo fermamente. Il dolore, sebbene straziante per la perdita di un congiunto, non autorizza in alcun modo il ricorso alla violenza nei confronti di chi, con umana professionalità, è costretto a dare una terribile comunicazione e che non ha fatto altro che svolgere il proprio lavoro”, così l’Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani Emergenza Area Critica. Il Codacons, invece, è arrivato a formulare l’ipotesi dell’invio dell’Esercito negli ospedali e nelle guardie mediche per “tutelare l’incolumità del personale medico e paramedico”.
L’episodio di Crotone è, in effetti, l’ultimo di una serie di aggressioni verificatesi nelle ultime settimane. Ad Acireale, Catania, lo scorso 25 luglio, un 45enne è stato arrestato per avere ferito, con un paio di forbici, un medico del reparto dov’era ricoverato. Il 21, nell’ospedale di Capri, Napoli, a fare le spese delle intemperanze di un giovane turista ungherese sono stati un medico e due infermiere, mentre il 10 è stato il turno di un medico e quattro infermieri di Cinisello Balsamo nel Milanese. Ancora prima, a giugno, a Caserta ad essere presa di mira era stata una dottoressa del presidio Asl di Frignano, mentre a inizio mese, a Palermo, c’era stata un’altra aggressione nel pronto soccorso di un ospedale dove il figlio di un paziente ha afferrato un medico per il collo perché stanco di attendere il turno.