In Italia da 24 anni, Iredia Osakue non è sempre stato un mediatore culturale come oggi. Lo hanno raccontato, a frammenti e secondo i suoi legali anche con diversi errori, alcuni quotidiani e siti negli scorsi giorni. Il papà dell'atleta azzurra ha anche avuto un passato turbolento. Poi si è rifatto una vita
Venne arrestato, condannato, ha collaborato con i magistrati e scontato la sua pena. Poi si è rifatto una vita, lavorando onestamente. A volerla leggere attraverso la funzione primaria della sanzione penale, cioè punire per gli sbagli commessi e riabilitare a una vita corretta nella società, quella di Iredia Osakue, papà di Daisy, la campionessa di atletica leggera oggetto del lancio di uova da parte di tre ragazzi a Moncalieri, è una di quelle storie da manuale.
In Italia da 24 anni, Iredia Osakue non è sempre stato un mediatore culturale come oggi. Lo hanno raccontato, a frammenti e secondo i suoi legali anche con diversi errori, alcuni quotidiani e siti negli scorsi giorni. Il papà dell’atleta azzurra ha anche avuto un passato turbolento. Delinqueva all’interno di un clan nigeriano, dedito allo spaccio di droga e alle rapine. Lo hanno beccato. Era il 2005 e per lui si sono aperte le porte del carcere. Resta dentro per 8 mesi, in attesa del processo. Sceglie il rito abbreviato e nel 2007 i giudici lo ritengono colpevole: associazione a delinquere, cessione di stupefacenti e tentata rapina. Si becca 5 anni e 4 mesi.
Un anno più tardi, siamo nel 2008, Iredia Osakue torna in un’aula di tribunale per l’appello. La condanna viene ridotta a 3 anni, 9 mesi e 10 giorni perché l’uomo collabora con i magistrati. Per i pm di Torino, spiegano fonti della procura, aveva reso dichiarazioni importanti per capire la struttura dell’organizzazione, i reati commessi e il modus operandi. La condanna diventa definitiva, l’uomo paga i suoi sbagli.
Poi inizia un’altra vita fuori dal carcere. Onesta. Che lo porta ad aprire un centro pratiche per immigrati e a svolgere il ruolo di mediatore culturale in una cooperativa che gestisce l’accoglienza in diverse strutture del Piemonte. I titoli dei giornali, gli articoli, la delinquenza sono un vecchio ricordo ormai alle spalle. Fino a questi giorni, quando l’aggressione ai danni di sua figlia Daisy riporta sotto i riflettori il suo passato. Che riemerge, anche con tratti gonfiati. C’è chi parla del coinvolgimento in un tentato omicidio e in un’indagine per sfruttamento della prostituzione. Ma i suoi legali escludono condanne per il primo reato e dicono che a loro non risulta che a Iride Osakue sia mai stato contestato il secondo. Sicuramente non ha mai più avuto a che fare con la giustizia.