“Abroghiamo la legge Mancino, che in questi anni strani si è trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano“. La proposta è del ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana: “I burattinai della retorica del pensiero unico se ne facciano una ragione: il loro grande inganno è stato svelato”, aggiunge l’esponente della Lega, bocciando con vigore la tesi secondo cui in Italia vi sarebbe un’emergenza razzista.
Quella subita da Daisy Osakue non si è rivelata un’aggressione razzista, – è il ragionamento dell’ultracattolico ministro, popolare negli ambienti dell’estrema destra – quindi l’emergenza non esiste (nonostante nelle ultime settimane si siano verificati diversi episodi che fanno pensare che l’allarme sia reale), quindi va abolita la norma che prevede sanzioni per i crimini d’odio razziale o etnico e per gesti, azioni e slogan legati al fascismo. “I fatti degli ultimi giorni – scrive il ministro – rendono sempre più chiaro come il razzismo sia diventato l’arma ideologica dei globalisti e dei suoi schiavi (alcuni giornalisti e commentatori mainstream, certi partiti) per puntare il dito contro il popolo italiano, accusarlo falsamente di ogni nefandezza, far sentire la maggioranza dei cittadini in colpa per il voto espresso e per l’intollerabile lontananza dalla retorica del pensiero unico. Una sottile e pericolosa arma ideologica studiata per orientare le opinioni. Tutte le prime pagine dei giornali, montando il caso ad arte, hanno puntato il dito contro la preoccupante ondata di razzismo, per scoprire, in una tragica parodia, che non ce n’era neanche l’ombra”, sostiene ancora l’esponente del Carroccio.
Le cui prime parole nelle vesti di ministro della Repubblica erano state un attacco ai diritti delle famiglie gay: “Non esistono“, aveva asserito Fontana appena entrato in carica, puntando il dito anche contro l’aborto: “Voglio intervenire per potenziare i consultori per cercare di dissuadere le donne ad abortire. Sono cattolico, non lo nascondo. Ed è per questo che credo e dico anche che la famiglia sia quella naturale, dove un bambino deve avere una mamma e un papà”.
Tutti temi cari all’estrema destra, da cui ora il ministro mutua la retorica: “Se c’è un razzismo, oggi, è in primis quello utilizzato dal circuito mainstream contro gli italiani. La ragione? Un popolo – aggiunge il ministro leghista – che non la pensa tutto alla stessa maniera e che è consapevole e cosciente della propria identità e della propria storia fa paura ai globalisti, perché non è strumentalizzabile. Abroghiamo la legge Mancino, che in questi anni strani si è trasformata in una sponda normativa usata dai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano. I burattinai della retorica del pensiero unico – conclude – se ne facciano una ragione: il loro grande inganno è stato svelato”.
La proposta incontra il favore di Matteo Salvini: “Già in passato la Lega aveva proposto di abolire la Legge Mancino. Sono d’accordo con la proposta di Fontana: alle idee contrappongono altre idee, non le manette”, commenta in prima battuta il vicepremier leghista. Che poco dopo, mentre cominciano ad uscire le reazioni di Luigi Di Maio e Giuseppe Conte, frena: “Se mi chiedete se faremo una proposta di legge o una raccolta di firme per abolire la legge Mancino dico di no. E’ un’idea ma sicuramente non è una priorità per la Lega e il governo, che ha al centro della propria azione lavoro, tasse e sicurezza”.
Negli stessi minuti, il Movimento 5 Stelle stoppa gli alleati. “La discussione può chiudersi tanto rapidamente quanto si è aperta – commenta su Facebook Luigi Di Maio – Prima di tutto non è nel contratto di governo. In secondo luogo è uno di quegli argomenti usati per fare un po’ di distrazione di massa che impedisce di concentrarsi al 100% sulle reali esigenze del Paese: lotta alla povertà, lavoro e imprese”. “La Legge Mancino – sottolinea il vicepremier del M5s – per me deve rimanere dov’è“.
Più netta e argomentata la posizione di Giuseppe Conte: “L’abrogazione della legge Mancino non è prevista nel contratto di governo e non è mai stata oggetto di alcuna discussione o confronto tra i membri del Governo”, scrive su Facebook il premier. “Personalmente – sottolinea il capo dell’esecutivo – credo che il rispetto delle idee sia un valore fondamentale di ogni sistema democratico, ma allo stesso modo ritengo che siano sacrosanti gli strumenti legislativi che contrastano la propaganda e l’incitazione alla violenza e qualsiasi forma di discriminazione razziale, etnica e religiosa. In questo momento – conclude Conte – il governo deve lavorare e impegnarsi su molti fronti caldi: rilancio dell’occupazione, riforme strutturali che consentano la crescita economica e lo sviluppo sociale del Paese. Concentriamo su questi obiettivi il nostro impegno”.
“Punire chi compie gesti e azioni che istigano alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali deve rimanere un principio del nostro ordinamento – scrive il presidente della Camera Roberto Fico, voce delle istanze degli ambienti di sinistra interni al Movimento 5 Stelle – Indiscutibile e da preservare, anzi da ampliare a tutte le categorie più deboli”. Concetto condiviso dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Vincenzo Spadafora: “L’abolizione della Legge Mancino non è prevista dal contratto e poiché c’è parte della maggioranza che sarebbe non solo contraria all’abolizione ma ambirebbe a renderla ancora più incisiva, estendendola anche ad altri temi, come l’omofobia, consiglierei di non strumentalizzare temi così sensibili e delicati, provocando inutilmente dibattiti divisivi”.