Sotto accusa i circa quattrocento nuovi profili creati in pochi minuti per diffondere migliaia di messaggi e chiedere le dimissioni del capo dello Stato nella notte tra il 27 e il 28 maggio, dopo il rifiuto della nomina di Savona al ministero dell'Economia. Dietro il Twitter storm l'ombra della Russia
“#Mattarelladimettiti”: gli attacchi dei troll a Sergio Mattarella approdano in Procura. I quattrocento nuovi profili creati in pochi minuti per diffondere migliaia di messaggi per chiedere le dimissioni del capo dello Stato dopo il niet alla nomina dell’economista no-euro Paolo Savona al ministero dell’Economia saranno al centro di un’indagine della Procura di Roma. Nei primi giorni della prossima settimana, sarà formalmente aperto a piazzale Clodio un fascicolo d’indagine sui presunti attacchi web al Presidente della Repubblica, dietro i quali si sospetta possa esserci l’azione di troll russi. Un’indagine che – secondo le prima indiscrezioni di stampa- sarà affidata al pool di magistrati che si occupa dell’antiterrorismo in attesa di un’informativa della polizia postale.
L’episodio al centro del fascicolo è quello relativo alla notte tra il 27 e il 28 maggio 2018, quando a seguiro del no di Mattarella alla candidatura di Paolo Savona come possibile ministro dell’economia, su Twitter comparirono circa 400 profili contro il presidente della Repubblica. Gli account, sospettati di essere dei troll russi, erano tutti impegnati a diffondere e ritwittare contenuti per spingere alle dimissioni Mattarella. I tweet incriminati sono tutti riconducibili all’area geografica della Russia: migliaia di messaggi contro il presidente Mattarella, con insulti e inviti alle dimissioni a suon di hashtag #Mattarelladimettiti. Come ha riportato il Corriere della Sera nei giorni scorsi dietro alcune firme ricorrono protagonisti già entrati in azione nel Russiagate. Almeno una ventina dei profili di Twitter coinvolti nella campagna digitale contro il capo dello Stato avevano una storia controversa. “Probabilmente anche di più di venti – riportava ancora il giornale – Nel passato recente quei profili su Twitter, che appartengono a italiani del tutto ignari, erano stati usati una o più volte dalla Internet Research Agency (Ira) di San Pietroburgo per far filtrare nel nostro Paese la propria propaganda a favore dei partiti populisti, dei sovranisti e degli anti-europei“.
Della vicenda si occuperà lunedì anche il Copasir, con l’audizione del direttore del Dis, Alessandro Pansa. Una seduta già programmata prima dello scoppio del caso come audizione di rito per l’esordio del Comitato parlamentare al responsabile dell’intelligence italiana.