“Ma quale troll di Putin! Io lavoro con i documenti e dando voce a chi non ne ha. E a breve Byoblu si evolverà nella Netflix della controinformazione italiana”. Claudio Messora a ilfattoquotidiano.it respinge tutte le accuse che gli sono arrivate in queste ore e nega fortemente che il suo blog possa in qualche modo condizionato dalla propaganda del governo russo. Più che con il Quirinale, l’ex capo della comunicazione del M5S se la prende con il Corriere della Sera per aver “mescolando un’inchiesta sui troll russi con un presunto dossier del Quirinale, gonfio di pagine sul mio blog, cose che non c’entrano niente fra di loro”; un gesto secondo il blogger “di killeraggio mediatico, molto intimidatorio”. Una “operazione”, dice Messora, tesa a entrare a gamba tesa “sulle vicende legate alla nomina dei vertici Rai”.
Messora, qui il problema non sono più le eventuali fake news o la qualità della tua informazione. Il messaggio è che il suo lavoro possa essere finanziato o comunque condizionato da un governo esterno.
È un’accusa assolutamente pretestuosa, strumentale, priva di qualunque riscontro. Fra l’altro lesiva della reputazione di un blog che da 10 anni fa libera informazione basandosi sulle donazioni dei suoi lettori. È evidente che Byoblu è stato trampolino di lancio per diversi personaggio, politici, opinionisti e giornalisti, tra questi anche Marcello Foa. In un momento in cui si sta parlando della presidenza della Rai, viene bene anche buttare nel calderone il blog che lo ha tenuto a battesimo rivendicandolo, in maniera da far vedere che siamo tutti dei trollettoni russi e portare a casa una tesi alquanto ridicola.
I dossier dell’antiterrorismo dicono che esiste un’influenza russa su internet.
Vedremo. È la rilevanza di questi troll che è tutta da dimostrare. C’è un articolo interessante su Wired di un datajournalist che ha dimostrato che i numeri sono esigui e mi chiedo come si possa condizionare una visione politica collettiva con 1.500 tweet da parte di 3 account che non hanno più di 90 followers a testa.
C’è da dire che il suo blog non solo non sembra proprio ostile a Putin, ma sposa diverse tesi care alla comunicazione del leader russo.
Non è così. Io non sono pro Putin o pro Trump o per partito preso contro chiunque. Io faccio controinformazione, la mia funzione non è quella di proporre voci e pensieri dominanti secondo la logica del pensiero unico ma è quella di mostrare il lato b. Il nostro Paese subisce una forte influenza delle posizioni atlantiste tout court, e al contrario la criminalizzazione della Russia di Putin è conseguente di una logica propagandistica opposta. Poi attenzione: Putin non è un santo, ha i suoi difetti come tutti gli altri. Ma viene criminalizzato per altri interessi.
Ma anche la Russia fa la stessa cosa nei paesi europei. Lo faceva quando era Unione Sovietica e, così pare da quello che emerge, lo fa anche adesso
Assolutamente sì. Ma noi di quale propaganda facciamo parte? Evidentemente da quella che attinge alle notizie della Cnn e della Bbc. Bisogna anche cercare di guardare il mondo da un’altra prospettiva. E comunque, se si va a vedere il mio blog nel 90% dei miei post Putin e la Russia non sono proprio nominati. Quindi questa accusa che si fa a Byoblu di essere affiliata a una rete politica serve a demonizzare il grande lavoro mio e dei personaggio che vi ruotano intorno.
E dunque torniamo alle nomine Rai?
Esatto. Questi hanno paura che un giorno possano ritrovarsi Byoblu, Fusaro o altri in prima serata ed eccoci diventati il male assoluto. Qualcosa che era confinato con grande successo in rete e che ora possa avere la dignità di essere proposto in televisione. Un’idea sbagliata perché nessuno vuole colonizzare nulla.
Dice di finanziare il suo blog con donazione e crowdfunding. Pubblica l’elenco in rete? Ha intenzione di farlo?
Sinceramente non ho mai pensato di aver bisogno di pubblicare rendiconti o sezioni trasparenza, anche perché nessuno me li ha mai chiesti. Io non sono un telegiornale, non vivo di fondi pubblici, non sono obbligato. Ho abbonamenti democratici. Però presto ci saranno novità?
Quali?
Vorrei creare una realtà più strutturata, una piccola Netflix dell’informazione italiana. Non un sito, in quanto Byoblu è molto più concentrato sul video, ma credo che i tempi siano maturi: le persone vogliono guardare ciò che gli interessa senza essere costretti in palinsesti rigidi.
Di Steve Bannon che ci dice? Lo conosce? Ci collabora?
Guardi, credo di essere l’unico che in Italia non ha incontrato Bannon. Mi rendo conto che sia difficile credere che Byoblu faccia tutto da solo. Ho letto anch’io della sua intenzione di creare questo fondo anti-Soros che metta insieme i movimenti politici cosiddetti populisti ma che in realtà rispondono alle istanze del popolo, però di più non so nulla.
Fra i suoi video degli ultimi mesi ce ne sono diversi molto critici nei confronti di Mattarella.
Sicuramente la puntata della controrassegna (dove il blog il 23 maggio scorso accusava il Quirinale di aver consegnato alle agenzie dichiarazioni diverse da quelle pronunciate effettivamente dall’allora premier incaricato, Giuseppe Conte, ndr) non è piaciuta a Mattarella, che ha anche rivendicato azioni di tipo legale. Il problema è che il Corriere della Sera che ha mischiato cose che non c’entrano nulla e, anzi, penso che questa cosa possa venire più dal Corriere che dal Quirinale.
Media & Regime
Attacchi web a Mattarella, Messora: ‘Accuse pretestuose. È killeraggio mediatico legato a nomine Rai’
L’ex capo della comunicazione M5S nega fortemente che il suo blog possa in qualche modo condizionato dalla propaganda di Mosca: "Io lavoro con i documenti e dando voce a chi non ne ha". E accusa il quotidiano di via Solferino: "Ha mescolato un’inchiesta sui troll russi con un presunto dossier del Quirinale, gonfio di pagine sul mio blog, cose che non c’entrano niente fra di loro"
“Ma quale troll di Putin! Io lavoro con i documenti e dando voce a chi non ne ha. E a breve Byoblu si evolverà nella Netflix della controinformazione italiana”. Claudio Messora a ilfattoquotidiano.it respinge tutte le accuse che gli sono arrivate in queste ore e nega fortemente che il suo blog possa in qualche modo condizionato dalla propaganda del governo russo. Più che con il Quirinale, l’ex capo della comunicazione del M5S se la prende con il Corriere della Sera per aver “mescolando un’inchiesta sui troll russi con un presunto dossier del Quirinale, gonfio di pagine sul mio blog, cose che non c’entrano niente fra di loro”; un gesto secondo il blogger “di killeraggio mediatico, molto intimidatorio”. Una “operazione”, dice Messora, tesa a entrare a gamba tesa “sulle vicende legate alla nomina dei vertici Rai”.
Messora, qui il problema non sono più le eventuali fake news o la qualità della tua informazione. Il messaggio è che il suo lavoro possa essere finanziato o comunque condizionato da un governo esterno.
È un’accusa assolutamente pretestuosa, strumentale, priva di qualunque riscontro. Fra l’altro lesiva della reputazione di un blog che da 10 anni fa libera informazione basandosi sulle donazioni dei suoi lettori. È evidente che Byoblu è stato trampolino di lancio per diversi personaggio, politici, opinionisti e giornalisti, tra questi anche Marcello Foa. In un momento in cui si sta parlando della presidenza della Rai, viene bene anche buttare nel calderone il blog che lo ha tenuto a battesimo rivendicandolo, in maniera da far vedere che siamo tutti dei trollettoni russi e portare a casa una tesi alquanto ridicola.
I dossier dell’antiterrorismo dicono che esiste un’influenza russa su internet.
Vedremo. È la rilevanza di questi troll che è tutta da dimostrare. C’è un articolo interessante su Wired di un datajournalist che ha dimostrato che i numeri sono esigui e mi chiedo come si possa condizionare una visione politica collettiva con 1.500 tweet da parte di 3 account che non hanno più di 90 followers a testa.
C’è da dire che il suo blog non solo non sembra proprio ostile a Putin, ma sposa diverse tesi care alla comunicazione del leader russo.
Non è così. Io non sono pro Putin o pro Trump o per partito preso contro chiunque. Io faccio controinformazione, la mia funzione non è quella di proporre voci e pensieri dominanti secondo la logica del pensiero unico ma è quella di mostrare il lato b. Il nostro Paese subisce una forte influenza delle posizioni atlantiste tout court, e al contrario la criminalizzazione della Russia di Putin è conseguente di una logica propagandistica opposta. Poi attenzione: Putin non è un santo, ha i suoi difetti come tutti gli altri. Ma viene criminalizzato per altri interessi.
Ma anche la Russia fa la stessa cosa nei paesi europei. Lo faceva quando era Unione Sovietica e, così pare da quello che emerge, lo fa anche adesso
Assolutamente sì. Ma noi di quale propaganda facciamo parte? Evidentemente da quella che attinge alle notizie della Cnn e della Bbc. Bisogna anche cercare di guardare il mondo da un’altra prospettiva. E comunque, se si va a vedere il mio blog nel 90% dei miei post Putin e la Russia non sono proprio nominati. Quindi questa accusa che si fa a Byoblu di essere affiliata a una rete politica serve a demonizzare il grande lavoro mio e dei personaggio che vi ruotano intorno.
E dunque torniamo alle nomine Rai?
Esatto. Questi hanno paura che un giorno possano ritrovarsi Byoblu, Fusaro o altri in prima serata ed eccoci diventati il male assoluto. Qualcosa che era confinato con grande successo in rete e che ora possa avere la dignità di essere proposto in televisione. Un’idea sbagliata perché nessuno vuole colonizzare nulla.
Dice di finanziare il suo blog con donazione e crowdfunding. Pubblica l’elenco in rete? Ha intenzione di farlo?
Sinceramente non ho mai pensato di aver bisogno di pubblicare rendiconti o sezioni trasparenza, anche perché nessuno me li ha mai chiesti. Io non sono un telegiornale, non vivo di fondi pubblici, non sono obbligato. Ho abbonamenti democratici. Però presto ci saranno novità?
Quali?
Vorrei creare una realtà più strutturata, una piccola Netflix dell’informazione italiana. Non un sito, in quanto Byoblu è molto più concentrato sul video, ma credo che i tempi siano maturi: le persone vogliono guardare ciò che gli interessa senza essere costretti in palinsesti rigidi.
Di Steve Bannon che ci dice? Lo conosce? Ci collabora?
Guardi, credo di essere l’unico che in Italia non ha incontrato Bannon. Mi rendo conto che sia difficile credere che Byoblu faccia tutto da solo. Ho letto anch’io della sua intenzione di creare questo fondo anti-Soros che metta insieme i movimenti politici cosiddetti populisti ma che in realtà rispondono alle istanze del popolo, però di più non so nulla.
Fra i suoi video degli ultimi mesi ce ne sono diversi molto critici nei confronti di Mattarella.
Sicuramente la puntata della controrassegna (dove il blog il 23 maggio scorso accusava il Quirinale di aver consegnato alle agenzie dichiarazioni diverse da quelle pronunciate effettivamente dall’allora premier incaricato, Giuseppe Conte, ndr) non è piaciuta a Mattarella, che ha anche rivendicato azioni di tipo legale. Il problema è che il Corriere della Sera che ha mischiato cose che non c’entrano nulla e, anzi, penso che questa cosa possa venire più dal Corriere che dal Quirinale.
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Il Cairo, 4 mar. (Adnkronos) - I leader arabi concordano di istituire un fondo fiduciario per finanziare la ricostruzione della Striscia di Gaza, devastata dalla guerra, sollecitando il contributo internazionale per accelerare il processo di ricostruzione. Secondo il comunicato finale del vertice della Lega araba al Cairo, visionato dall'Afp, il fondo "riceverà impegni finanziari da tutti i paesi donatori e dalle istituzioni finanziarie" per realizzare progetti di ricostruzione nel territorio.
Tel Aviv, 4 mar. (Adnkronos) - Il Ministero degli Esteri israeliano afferma che la dichiarazione del vertice arabo tenutosi al Cairo per discutere della ricostruzione di Gaza non ha affrontato la realtà della situazione successiva al massacro perpetrato da Hamas il 7 ottobre 2023. "È degno di nota che il feroce attacco terroristico di Hamas non venga menzionato e che non vi sia nemmeno una condanna di questa entità terroristica omicida, nonostante le atrocità documentate", afferma la dichiarazione.
il ministero elogia invece il piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di trasferire i cittadini di Gaza, sostenendo — nonostante Trump parli di trasferire tutta la popolazione della Striscia — che in base a questo, "c'è un'opportunità per i cittadini di Gaza di scegliere liberamente. Questo deve essere incoraggiato".
Sana'a, 4 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno abbattuto un drone statunitense nei cieli della città portuale di Hodeidah nello Yemen. Lo ha dichiarato portavoce del gruppo, Yahya Saree, in un post su Telegram.
Washington, 4 mar. (Adnkronos) - Secondo due fonti informate sui colloqui, gli Stati Uniti e l'Ucraina potrebbero firmare l'accordo sui minerali già oggi. Lo rende noto Abc News, secondo cui Trump ha indicato ai suoi principali consiglieri che vorrebbe concludere l'accordo prima del suo discorso congiunto al Congresso.
Il Cairo, 4 mar. (Adnkronos) - Il vertice arabo convocato al Cairo ha adottato un piano egiziano per la ricostruzione di Gaza. Lo ha affermato il presidente egiziano Abdel-Fattah al-Sisi in una dichiarazione conclusiva. Il piano mira a contrastare le proposte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per una "Riviera mediorientale" con un piano per ricostruire la Striscia devastata senza sfollare la sua popolazione.
Parigi, 4 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente francese Emmanuel Macron ha accolto con favore la volontà del suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky “di riprendere il dialogo con gli Stati Uniti d'America”, secondo quanto riferito dall'Eliseo.
Il capo di Stato “ha ribadito la determinazione della Francia a lavorare con tutte le parti interessate per attuare una pace solida e duratura in Ucraina”, ha dichiarato la presidenza.
Roma, 4 mar. (Adnkronos) - Elly Schlein è netta sul piano lanciato oggi da Ursula Von der Leyen. "Noi non ci stiamo", la posizione della segretaria del Pd. Una linea che, pur con sfumature diverse, trova d'accordo anche l'area riformista dem. Servono "modifiche", dice Lorenzo Guerini. In particolare, a mettere tutti d'accordo è la bocciatura della proposta della presidente della Commissione Ue sulla possibilità di dirottare i fondi di Coesione sulle spese per la difesa. E non solo. Anche la deroga al patto di Stabilità da parte dei singoli Stati, fuori da regia e investimenti comuni sulla difesa, è giudicata un errore trasversalmente tra i dem.
Schlein ha già annunciato che porterà la posizione del Pd alla riunione dei Socialisti e Democratici giovedì mattina a Bruxelles, il pre-vertice che precede il Consiglio europeo straordinario. In vista dell'appuntamento Schlein oggi ha sentito il premier spagnolo Pedro Sanchez. "Una lunga conversazione sullo scenario internazionale e la complicata situazione mondiale", fanno sapere fonti dem. Quella del Pd è la delegazione più numerosa nella famiglia socialista europea. Senza l'ok dei socialisti il piano Von der Leyen traballa. "È il momento delle scelte e della chiarezza. Abbiamo bisogno di una risposta all'altezza della sfida globale - strategica, economica, politica - al ruolo dell'Europa nel mondo. E questa risposta non è quella presentata oggi", rimarca Schlein.
Negli equilibri interni al Pd, la sollecitazione dei riformisti è quella di lavorare per modificare il piano Von der Leyen, "aiutare ad andare nella direzione giusta" ed evitare che ci si arrocchi in un "no a tutti i costi". L'importante, si spiega, "è non mettere in discussione la necessità dell'aumento di risorse per la difesa europea". Per Guerini si tratta di un'esigenza "ineludibile". Quindi la sollecitazione del presidente del Copasir: "Ora bisogna mettersi al lavoro, innanzitutto all’interno del Pse, per confermare in maniera convinta il nostro impegno per maggiori investimenti e capacità militari europee provando a dare un indirizzo più coerente agli strumenti per farlo".
Per Schlein "quella presentata oggi da Von Der Leyen non è la strada che serve all’Europa. All’Unione europea serve la difesa comune, non il riarmo nazionale. Sono due cose molto diverse". Anche il titolo 'Rearm' ha fatto sobbalzare più di uno e anche la segretaria lo mette in evidenza. "Il piano Von Der Leyen, a partire dal titolo, punta sul riarmo e non emerge un indirizzo politico chiaro verso la difesa comune".
Quindi elenca i nodi: "Indica una serie di strumenti che agevolerebbero la spesa nazionale ma senza porre condizioni sui progetti comuni, sull’interoperabilità dei sistemi. Ci sono molti aspetti da chiarire, ad esempio su come funzionerebbe il nuovo meccanismo in stile Sure, per capire se finanzia progetti comuni o spesa nazionale. Ma questa -avverte- non è la strada giusta. Manca ancora la volontà politica dei governi di fare davvero una difesa comune e in questo piano della Commissione mancano gli investimenti europei finanziati dal debito comune, come durante la pandemia. Così rischia di diventare il mero riarmo nazionale di 27 paesi e noi non ci stiamo".
"Noi -insiste- abbiamo un’idea precisa. Quello che serve oggi è un grande piano di investimenti comuni per l’autonomia strategica dell’Ue, che è insieme cooperazione industriale, coesione sociale, transizione ambientale e digitale, sicurezza energetica e anche difesa comune. Anche, ma non solo! Magari cancellando le altre cruciali priorità su cui i governi sono più divisi. È irrinunciabile contrastare le diseguaglianze che sono aumentate. Per questo è inaccettabile utilizzare i fondi di coesione per finanziare le spese militari nazionali".
Punti critici che vengono rilevati anche dai riformisti. Per Guerini "la proposta Von der Leyen definisce giustamente l’obiettivo in termini di risorse", ma "così come è stata prospettata necessita di essere modificata: è sbagliato l’utilizzo dei fondi di coesione e c’è poco coraggio a sostenere un vero salto in senso europeo delle spese per la difesa". Avverte Alessandro Alfieri: gli strumenti "che mettiamo in campo devono portare ad una maggiore integrazione delle principali aziende della difesa europea. In questo senso, se non vengono messe condizionalità alle deroghe al patto di stabilità, l’aumento dei bilanci dei singoli Paesi verrà speso prevalentemente su mercati extra Ue, da cui oggi dipendiamo per l’80%. Aumentando la dipendenza strategica dagli Usa anziché diminuirla".
Per il coordinatore della minoranza dem, il Pd non dovrà far "mancare il proprio contributo in tutte le sedi così come spiegheremo che serve una narrazione diversa che convinca le opinioni pubbliche europee a sostenere la sfida ineludibile della costruzione della difesa europea. Magari chiamando questa sfida Protect Europe invece di Rearm. Perché anche il linguaggio ha la sua importanza...”.
Interviene anche Giorgio Gori a sollevare criticità: sarebbe "un errore - ritengo, da parte della Commissione Europea - autorizzare maggiori spese per la difesa dei singoli Stati membri, in deroga al patto di stabilità, fuori da una comune regia. Ciò finirebbe per approfondire la frammentazione, senza apprezzabili benefici per la sicurezza comune. La deroga dal patto dovrebbe invece essere autorizzata solo per gli investimenti comuni: così si porrebbero le condizioni per l'avvio di un vero sistema di difesa europeo". E poi "ugualmente discutibile appare poi la contrapposizione tra spesa per la difesa e spesa sociale, suggerita dalla facoltà per gli Stati membri di attingere ai fondi per la coesione". Intanto questa mattina la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno ha lanciato un appello via social per un'Europa 'Libera e forte' in 5 punti, difesa comune compresa. Oltre duemila, finora, le adesioni.