Gli atti di Marcello Foa sono “privi di effetto”: questo in sintesi il messaggio inviato da Riccardo Laganà al Quirinale. Il consigliere Rai scrive al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per denunciare che la autoassunzione della carica di Presidente da parte di Marcello Foa è “integralmente priva di efficacia”. Laganà – l’unico componente del Cda non scelto dai partiti ma eletto dai dipendenti dell’azienda – esprime i suoi dubbi e le sue preoccupazioni sullo stallo della nomina del presidente dalla tv pubblica che vede Foa – come egli stesso ha annunciato – continuare a coordinare lavori del cda come consigliere anziano nonostante la bocciatura del suo nome da parte della commissione di Vigilanza. Un fatto che “non rimane privo di gravissime conseguenze giuridiche per la società Rai”. Insomma, un “pericolo da prevenire prima che la questione sia sottoposta alla competente Autorità giudiziaria”.
Il consigliere indipendente scrive in una lettera indirizzata al presidente Sergio Mattarella, alle altre principali cariche istituzionali del Paese e al Procuratore Generale della Corte dei conti,e sottolinea che gli atti sottoposti alla firma di Foa sono “in realtà privi di qualsiasi effetto” e invita gli organi politici ad attivarsi per risolvere la situazione di stallo. Nella lettera, che si basa su un parere legale, il consigliere eletto dai dipendenti Rai sottolinea che la valenza giuridica del parere della Commissione di Vigilanza sulla nomina del presidente “integra un requisito di efficacia, in mancanza del quale la nomina, a fattispecie progressiva, non completa il proprio iter e rimane priva di qualsivoglia effetto insieme all’atto deliberativo originario pur adottato dal Consiglio di amministrazione della Rai”. Senza l’ok della Commissione di Vigilanza che vidima la nomina, questa resta una nomina a metà.
A seguito del niet parlamentare alle nomina di Foa – si legge ancora – “deve ritenersi che la mancanza di efficacia nella assunzione del ruolo di Presidente cada non sul diverso ruolo formale assunto da Foa, Presidente in carica ovvero Presidente Consigliere più anziano, bensì in relazione alla veste sostanziale di rappresentante legale della società in qualunque modo espletato”. “Né obiezione potrebbe porsi – prosegue il consigliere nella missiva – rilevando che una società per azioni, come è anche la Rai, non possa avviare la nuova governance in assenza del suo rappresentante legale, poiché, a tacere della figura, pienamente operativa, di un amministratore delegato pressoché plenipotenziario, vi sarebbe pur sempre la possibilità di far ricoprire la detta carica al Consigliere più anziano, però scelto tra i componenti non destinatari di parere sfavorevole da parte della Vigilanza”.
Laganà rileva dunque “il pericolo, da prevenire prima che la questione sia sottoposta alla competente Autorità giudiziaria, che tutti gli atti sottoposti alla firma di Marcello Foa, in qualità di Consigliere più anziano con funzioni di Presidente, siano in realtà privi di qualsiasi effetto, con gravissimo danno per la Rai sia come Società sia come Concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, danno produttivo di correlativa responsabilità per il profilo strettamente societario, per il profilo erariale, per il profilo politico, per quel che più conta, considerato l’innegabile status istituzionale della Rai. “Si esprime, pertanto, – conclude la lettera – la più sincera preoccupazione circa i pericoli prospettati e si invitano sommessamente i destinatari in indirizzo ad attivare gli strumenti politici, istituzionali, giuridici affinché l’organo di amministrazione della Rai dia seguito, in senso sostanziale e non formale, al parere della Commissione bicamerale Rai”.
Nei giorni scorsi Laganà primo consigliere di amministrazione della Rai eletto dai dipendenti della tv pubblica, come previsto dalla riforma del governo Renzi, era stato indicato come possibile per trovare la quadratura del cerchio per la presidenza dopo il niet della Vigilanza su Marcello Foa.