Dopo il voto di dissenso della grillina Elena Fattori, anche il parlamentare, direttore sanitario all'Ospedale dei Bambini di Palermo, critica lo slittamento contenuto nell’emendamento al decreto Milleproroghe. In un lungo post su Facebook spiega che non ci si può nascondere dietro "la scusa di una "corretta informazione"
“Condivido in pieno la posizione della senatrice Fattori”: anche Giorgio Trizzino, deputato del M5s e direttore sanitario dell’ ospedale Civico di Palermo, esprime contrarietà sulla norma del Milleproroghe che fa slittare di un anno l’obbligo vaccinale per l’iscrizione alla scuola dell’infanzia e ai nidi, dopo il voto di dissenso della parlamentare grillina. “Non si ritenga – ha scritto in un lungo post su Facebook poi rimosso – che per garantire l’accesso a asili nido e materne si possa immaginare qualsiasi forma di deroga sull’obbligo a vaccinare i bambini”. Il 3 agosto ha ottenuto il via libera in commissione e poi in Aula al Senato l’emendamento al decreto Milleproroghe, presentato da Lega e M5s, che rinvia al 2019 l’obbligo di vaccinazione. La certificazione sarà richiesta solo dal 2019.
Una posizione netta sull’obbligo vaccinale che fa il paio con il voto della senatrice pentastellata Fattori. Il parlamentare-medico fa appello alla sua esperienza di “quasi 40 anni lavoro in un ospedale pediatrico”, in cui ha “visto bambini morire a causa di morbillo, meningite, ma non ho mai visto bambini perdere la vita a causa di complicanze post vacciniche. Il mio ruolo di Direttore Sanitario e di igienista mi impone di avere una posizione chiara sul tema ed è quello che farò senza equivoci o fraintendimenti”. Il deputato apre però al dialogo: “Sono convinto della necessità di un confronto aperto da cui generare future posizioni condivise e pubbliche e pertanto condivido in pieno la posizione della senatrice Fattori”.
Si allargarsi così il fronte interno al Movimento 5 Stelle critico nel confronti dello slittamento dell’obbligo vaccinale. La ministra Giulia Grillo, pure lei medico, nei giorni scorsi aveva detto di voler vaccinare suo figlio, aprendo però alle “legittime preoccupazioni dei cittadini che devono avere risposte”.