La giunta guidata da Enrico Rossi ripesca un testo che prevede 10 obbligatori più 4 raccomandati per l'iscrizione alle scuole. L'articolato era stato accantonato dopo il decreto Lorenzin. L'assessora alla Salute Saccardi: "Da noi con quelle regole eravamo riusciti a riportare i tassi vaccinali al 95 per cento. Ora dalla politica di Roma atti da irresponsabili"
Il Parlamento ha appena rinviato di un anno l’obbligo vaccinale per i bambini delle scuole dell’infanzia ma la Toscana non ci sta: la giunta regionale di centrosinistra guidata dal governatore Enrico Rossi è pronta a presentare il prima possibile un progetto di legge per “annullare” gli effetti degli emendamenti con cui venerdì la maggioranza gialloverde in Parlamento ha prorogato all’anno scolastico 2019-2020 l’obbligo di vaccinazione. Promotori della proposta di legge sono l’assessore alla Salute Stefania Saccardi e il presidente della commissione Sanità del consiglio regionale, Stefano Scaramelli, che nelle ultime ore hanno parlato di “un atto da irresponsabili” da parte di una politica che dovrebbe “prendere decisioni per il bene di tutti e non mettere in dubbio la scienza”. “In Toscana con la legge Lorenzin eravamo riusciti a riportare i tassi vaccinali al 95 per cento – spiega a ilfattoquotidiano.it l’assessore Saccardi – Adesso, con questo rinvio, il messaggio del governo è molto chiaro: non è più necessario vaccinarsi. Ma così facendo si tornerà ad un livello di vaccinazioni molto basso provocando un rischio molto alto per la collettività”.
La giunta della Toscana aveva già varato all’inizio del 2017 una legge sull’obbligo vaccinale e il consiglio regionale aveva iniziato a discuterne, ma a maggio la commissione Sanità aveva fatto decadere la proposta visto che nel frattempo il governo Gentiloni aveva approvato il decreto Lorenzin che imponeva l’obbligo delle vaccinazioni per bambini e ragazzi delle scuole dell’obbligo. Ora il cambio di linea del governo. Così la giunta Rossi adesso alza le barricate ed è pronta a presentare a breve la vecchia proposta di legge toscana per mantenere l’obbligo vaccinale anche per l’anno scolastico che sta per iniziare: “Nel 2015 in molte zone d’Italia c’era stato un calo della copertura vaccinale – continua Saccardi – e per questo lo Stato ha scelto di introdurre l’obbligo esattamente come molti anni prima era stato fatto per le cinture di sicurezza in auto, il cui obbligo ha ridotto i morti in incidenti stradali, con il casco che ha salvato molte vite o con il salvavita in casa che scatta al primo accenno di cortocircuito”.
La vecchia proposta di legge lasciata cadere in Consiglio regionale e che sarà presentata già alla prima seduta di settembre per essere approvata entro la prima metà del mese, prevedeva la possibilità di escludere i bambini non vaccinati da scuole materne, asili nido e centri per l’infanzia. Sulle vaccinazioni, la giunta regionale faceva riferimento al calendario ministeriale incentrato sullo schema “dieci più quattro”: obbligo per dieci vaccini contro polio, difterite, epatite B, morbillo, rosolia, varicella, parotite, tetano, pertosse e Haemphilus B e quattro raccomandati contro menigococco B e C, pneumococco e rotavirus B. Secondo la proposta di legge toscana per l’iscrizione dei bambini nelle scuole dell’infanzia basterebbero i dieci vaccini obbligatori mentre quelli raccomandati potrebbero essere bypassati con una sanzione amministrativa che andrebbe a finanziare corsi delle Usl toscane sulla sensibilizzazione alle vaccinazioni a cui gli stessi genitori dovrebbero prender parte.
Da Palazzo Panciatichi fanno sapere che, una volta calendarizzata, la legge sarà approvata dal Consiglio ed entrerà in vigore in tempi brevi: infatti, le Usl toscane ad oggi dispongono di un’anagrafe vaccinale molto aggiornata per gli effetti della legge Lorenzin e non ci sarà bisogno di ulteriori autocertificazioni in vista del prossimo anno scolastico. Il gruppo Pd in Regione, nel frattempo, è unito contro il rinvio del governo e deciso a muoversi in tempo: “L’evoluzione del quadro normativo nazionale e la richiesta avanzata proprio dalla nostra Regione di superare la dicotomia tra vaccini obbligatori e raccomandati – conclude il presidente della commissione Sanità Stefano Scaramelli – ci consente oggi di poter ipotizzare la correlazione tra la loro obbligatorietà e l’iscrizione quanto meno ai servizi nido e materne, ambiti formativi non obbligatori nei quali la Regione ha piena competenza”.