"Ma tu guarda se si deve mettere in seconda fila per far scendere l'handicappato!": questa la reazione del conducente costretto ad aspettare un taxi in doppia fila con il ragazzo in carrozzina, secondo la ricostruzione della donna. Una reazione che gli è costata il provvedimento disciplinare
Insulti ad un ragazzino disabile da parte di un autista dell’Amt di Genova. La denuncia della madre del ragazzo di 11 anni ha portato la società di trasporto pubblico genovese ad aprire un’inchiesta e sottoporre il conducente ad un provvedimento disciplinare. “Ma tu guarda se si deve mettere in seconda fila per far scendere l’handicappato! Ma v..”: questa – secondo la ricostruzione della madre pubblicata giovedì scorso in una lettera dal Secolo XIX e descritta in un post di sfogo sul suo profilo Facebook – è stata la reazione dell’autista costretto ad aspettare un taxi in seconda fila per il tempo necessario a far scendere il ragazzo in carrozzina.
Ad annunciare la misura per sanzionare il comportamento del dipendente è stata la stessa società. L’iter disciplinare è partito circa un mese fa, quando la madre del ragazzo disabile ha denunciato l’accaduto: l’autista del bus linea 35 ha insultato il figlio disabile di undici anni, mentre era alla guida in via Napoli. L’episodio è avvenuto in pieno giorno, dinanzi a decine di persone. E è stata proprio la madre del ragazzino disabile di 11 anni, Anna Maria Azzollini, con una lettera inviata nei giorni scorsi al Secolo XIX a raccontare l’accaduto. La donna – che ha scritto anche un lungo post di sfogo su Facebook il 29 giugno – ha denunciato di essere stata insultata pesantemente da un autista della partecipata che si occupa del trasporto pubblico genovese mentre stava facendo scendere da un taxi suo figlio che è costretto su una carrozzina. Sul social si legge: “Vorrei ringraziare di cuore per la sua sensibilità e per la sua educazione l’autista dell’AMT, della linea 35, che stamattina verso le 11:00, mentre stavo facendo scendere mio figlio da un taxi con la carrozzina, indispettito dal fatto che ci eravamo messi in seconda fila perché non c’era un posto disponibile, ha atteso che l’autista del taxi andasse via per urlarmi dal finestrino: ‘Ma tu guarda se si deve mettere in seconda fila per far scendere l’handicappato! Ma v..'” Come riporta anche il giornale a cui la donna si è rivolta, non essendoci un parcheggio disponibile il taxi aveva accostato in seconda fila, impedendo per il tempo necessario al movimento, il passaggio dell’autobus che viaggiava nella corsia opposta. “Oltre a fare una figura inqualificabile – ha spiegato la madre al giornale – un personaggio del genere getta notevole discredito su tutta la sua azienda. Insultare qualcuno perché disabile, e per di più un bambino, non è nemmeno qualificabile come comportamento di un essere umano”.
Così hanno deciso di intervenire i vertici di Amt: “L’azienda, ricevuta la lettera della signora, ha immediatamente attivato la procedure interne che disciplinano i comportamenti verso il pubblico”, si legge in una nota dell’azienda riportata dai giornali locali. Speriamo che gli insegnino “almeno la buona educazione”, la reazione della madre sul social.