L’ultimo weekend di luglio a Roma, presso il Teatro 1 di Cinecittà World, si sono disputate le finali della fase estiva del PG Nationals Predator, il campionato nazionale di League of Legends organizzato da PG Esports insieme a Predator, brand di Acer dedicato al gaming, che hanno segnato un importante passo in avanti per gli eSport in Italia.
Nonostante una location periferica e mal collegata con i mezzi pubblici – per raggiungerla dalla Stazione Termini c’è voluta quasi un’ora con una navetta dedicata -, e l’indipendenza dell’evento da manifestazioni fieristiche il pubblico non è mancato: gli spalti secondo i numeri forniti dagli organizzatori erano occupato da circa 800 spettatori paganti (il prezzo dell’ingresso era di 15€ a persona), e per quello che abbiamo visto di persona (e che potete vedere dalle foto), difficilmente smentibili, a cui vanno aggiunti una media di oltre 3000 spettatori da casa che seguivano l’evento in streaming. Numeri che confermano la crescita costante di pubblico che i videogiochi competitivi riescono ad attrarre anche in Italia, una crescita però guidata più dalla presenza di volti “noti” tra gli appassionati nel cast di commentatori ed analisti, come Lapo “Terenas” Raspanti e Roberto “KenRhen” Prampolini, e dal supporto di community forti come quella di MOBA, che dal tifo legato a player e team: meno di un mese fa ad esempio per l’EIC, ESL Italia Championship, con le stesse squadre impegnate nella finale di LoL i numeri raggiunti sono stati molto più bassi, nonostante un’ottima location, una buona regia, ma in presenza un diverso cast, molto preparato ma con fanbase inferiore.
PG Esports da parte sua sembra puntare ad innovare e migliorarsi di evento in evento, senza adagiarsi sugli allori del confronto con i concorrenti, ed a Roma c’è riuscita nuovamente: ottimo l’ambiente, con effetti di luci ben studiati, ed un occhio anche allo spettacolo sia nella forma più pura del termine, con le performance della Ultranite Crew (gruppo di ballerini che utilizzano tute con illuminazione fluorescente, per fondere nelle loro esibizioni luci e movimenti) prima di entrambe le partite, sia legata all’evento videoludico, con gli ingressi dei team dagli spalti, passando tra il pubblico, ed un magistrale Bryan Ronzani ormai più che a suo agio nel ruolo di presentatore di eventi eSport, capace come pochi di scaldare il pubblico prima dei match. Nel commento delle partite interessante la scelta di alternare il commento più scanzonato della coppia Terenas-KenRhen, a quello più tecnico dell’ottimo duo Sarengo/Ferakton – all’anagrafe Francesco Papa e Marcello Passuti – alla prima live insieme dopo oltre 1 anno; al polivalente Adriano “Il Merlo” Milone tocca a questo giro vestire i panni dell’host dell’Analyst Desk, dove riesce egregiamente a presentare le analisi post partita, supportato dai caster non di “turno”, mostrando una buona crescita personale per quanto riguarda la conoscenza del titolo.
Passando al risultato “sportivo”, lo scontro per il gradino più basso del podio ha visto emergere vittorioso il team pugliese dei Racoon, che nonostante abbiano rischiato più volte di buttare all’aria il primo match sono riusciti ad imporsi 2-0 contro degli Inferno Esports sulla carta più forti, ma orfani del loro top-laner titolare.
Ad emergere invece vittoriosi dalla sfida finale per il primo posto sono stati gli Outplayed capaci di sconfiggere un irriconoscibile Team Forge con un secco 3-0, dominando letteralmente le tre partite della serie e guadagnandosi meritatamente il posto agli European Masters. Il 2018 si conferma dunque fino a questo momento l’anno degli OP, con questo è il terzo trofeo consecutivo che mettono in bacheca da inizio anno, mentre per gli avversari storici se non è crisi poco ci manca: dopo un dominio quasi assoluto del 2017 e la vittoria a marzo del girone primaverile dei PG Nationals Predator, i Forge sembrano aver perso la “fame” per la vittoria, almeno per quello che riguarda le fasi giocate dal vivo; per loro il prossimo appuntamento ufficiale è alla Milan Games Week, dove saranno impegnati a difendere il titolo di campioni del Red Bull Factions.
L’evento è stato perfetto? Ovviamente no, ad esempio a causa di vari ritardi accumulati nel corso della giornata e della necessità di trasmettere sullo stesso canale (e con lo stesso gruppo di lavoro) le partite dell’EU LCS – il massimo campionato europeo del titolo di Riot- non è stata tenuta una vera e propria cerimonia di premiazione, con i giocatori degli Outplayed ad andare da soli ad alzare il trofeo immediatamente dopo le consuete strette di mano con il team sconfitto; un aspetto su cui PG Esports dovrà lavorare è il desk dei commentatori: tra le alte temperature della giornata, appena mitigate per il pubblico dagli impianti del teatro, le luci necessarie ad illuminare l’area e “l’uniforme” giacca e cravatta da caster, i ragazzi impegnati nel ruolo sembravano molto più provati del solito sia durante che dopo i match pomeridiani.
Nel complesso la finale romana del PG Nationals Predator ha mostrato al suo pubblico che anche in Italia si possono tenere eventi eSport indipendenti, di qualità e con una buona dose di spettacolo, quello che c’è da augurarsi è che anche i competitors riescano a raggiungere almeno il suo livello.