Non solo assunti dalla Regione Puglia senza aver affrontato alcun concorso, ma al vaglio della magistratura ci sarebbero situazioni paradossali, come quella di almeno un precario promosso ancora prima dell’assunzione. Come riportato dal quotidiano La Repubblica, la Procura di Bari sta indagando, infatti, sulla stabilizzazione di 284 precari dell’Ente. Proprio in questi giorni sono iniziate le procedure per la firma dei contratti per l’immissione in ruolo che, sulla carta, dovrebbe scattare dal 1 settembre 2018. Il fascicolo dell’inchiesta, iscritto a modello 45, senza notizia di reato ma con accertamenti delegati dal procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno, è stato aperto dopo diversi esposti presentati alla magistratura penale, alla Corte dei Conti, all’Anac e al ministero dello Sviluppo Economico, con contestuale diffida della Regione a sospendere le procedure di assunzione. Tra i precari stabilizzati amici di assessori regionali attualmente in carica e familiari di componenti delle ex giunte guidate da Nichi Vendola, ma anche figli di dirigenti di diversi uffici regionali e amministratori locali vicini al centrosinistra. Insomma, il sospetto è quello di una parentopoli pugliese. Nel frattempo continuano ad arrivare denunce.
L’INCHIESTA – Secondo quanto riferisce il quotidiano, le presunte irregolarità sarebbero state commesse a partire da dieci anni fa. Parliamo della fine del primo governo regionale Vendola. I vari dipartimenti, secondo quanto sostenuto in alcune denunce, hanno iniziato ad assumere personale a chiamata, con contratti a tempo determinato. Le modalità di selezione? Short list e avvisi pubblici. Nessun concorso, dunque. Negli anni, però, questi precari hanno accumulato titoli ed esperienze all’interno degli uffici regionali necessari per la stabilizzazione, riducendo al tempo stesso le possibilità di ingressi esterni. Secondo i primi accertamenti della magistratura, si tratta di un iter non in linea con quanto previsto dalla riforma Madia, che impone invece una procedura concorsuale e una verifica dei requisiti prima dell’assunzione a tempo indeterminato.
SE LA PROMOZIONE ARRIVA PRIMA DELL’ASSUNZIONE – In queste ore vengono analizzate nel dettaglio le posizioni di 284 precari, 222 di categoria D e 62 di categoria C. Al vaglio della magistratura anche diversi documenti, tra cui la delibera con cui la giunta Emiliano, il 14 settembre 2017 ha approvato la programmazione triennale del fabbisogno del personale e la determina del 3 luglio scorso con cui il dipartimento del Personale ha dato il via libera all’assunzione dei 284 precari impegnando un ulteriore milione e mezzo di euro. Ma è proprio dall’incrocio di nomi, documenti e avvisi pubblici, che la Procura di Bari ha notato qualche anomalia. Come riporta La Repubblica, tra i vari contratti già firmati dai precari sul punto di essere stabilizzati, ce n’è uno che parla di “assunzione con contratto di lavoro a tempo indeterminato con attribuzione della categoria D” e di “posizione economica C1”. Si riferisce a un lavoratore che era inquadrato come categoria C e che non avrebbe partecipato e vinto alcun concorso, così da giustificare una promozione. Nel contratto in questione, tra l’altro, viene specificato che il dipendente “si impegna a svolgere le mansioni proprie della categoria D” non lasciando alcun dubbio sull’effettivo passaggio alla categoria superiore, anche se non è chiaro attraverso quali modalità questa sia avvenuta. Gli inquirenti stanno cercando di verificare se sia l’unico caso ‘anomalo’ tra i quasi 300 contratti al vaglio. Già in passato, in Puglia, il passaggio da una categoria all’altra aveva creato problemi alle giunte regionali.
INCHIESTA NUOVA, STORIA VECCHIA – Era accaduto alla fine degli anni Novanta, quando governatore era Raffaele Fitto. Circa 800 i promossi grazie a concorsi interni annullati poi dal Tar che impose alla Regione la retrocessione dei lavoratori. In seguito, la Corte costituzionale non lasciò dubbi, ribadendo il concetto che metà dei posti disponibili per ciascun concorso pubblico deve essere riservata agli esterni. Una lezione che, pare, non sia stata appresa. Secondo un esposto presentato alla Corte dei Conti, infatti, la Regione non ha ancora provveduto ad assumere dall’esterno un numero di persone tale da bilanciare quegli inquadramenti dichiarati incostituzionali nell’era Fitto.
Palazzi & Potere
Regione Puglia, pm indagano su 284 stabilizzazioni: sospetti di parentopoli di sinistra e le promozioni preventive
Nei giorni in cui sono iniziate le procedure per la firma dei contratti per l’immissione in ruolo, la procura vuole vederci chiaro sulle modalità di assunzione e su chi ne ha beneficato. Secondo numero si esposti sul tavolo di magistrati, Corte dei conti, Anac e Mise, tra i precari assunti ci sono amici di assessori regionali attualmente in carica, familiari di componenti delle ex giunte Vendola, ma anche figli di dirigenti di diversi uffici regionali e amministratori locali vicini al centrosinistra. Top secret i nomi
Non solo assunti dalla Regione Puglia senza aver affrontato alcun concorso, ma al vaglio della magistratura ci sarebbero situazioni paradossali, come quella di almeno un precario promosso ancora prima dell’assunzione. Come riportato dal quotidiano La Repubblica, la Procura di Bari sta indagando, infatti, sulla stabilizzazione di 284 precari dell’Ente. Proprio in questi giorni sono iniziate le procedure per la firma dei contratti per l’immissione in ruolo che, sulla carta, dovrebbe scattare dal 1 settembre 2018. Il fascicolo dell’inchiesta, iscritto a modello 45, senza notizia di reato ma con accertamenti delegati dal procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno, è stato aperto dopo diversi esposti presentati alla magistratura penale, alla Corte dei Conti, all’Anac e al ministero dello Sviluppo Economico, con contestuale diffida della Regione a sospendere le procedure di assunzione. Tra i precari stabilizzati amici di assessori regionali attualmente in carica e familiari di componenti delle ex giunte guidate da Nichi Vendola, ma anche figli di dirigenti di diversi uffici regionali e amministratori locali vicini al centrosinistra. Insomma, il sospetto è quello di una parentopoli pugliese. Nel frattempo continuano ad arrivare denunce.
L’INCHIESTA – Secondo quanto riferisce il quotidiano, le presunte irregolarità sarebbero state commesse a partire da dieci anni fa. Parliamo della fine del primo governo regionale Vendola. I vari dipartimenti, secondo quanto sostenuto in alcune denunce, hanno iniziato ad assumere personale a chiamata, con contratti a tempo determinato. Le modalità di selezione? Short list e avvisi pubblici. Nessun concorso, dunque. Negli anni, però, questi precari hanno accumulato titoli ed esperienze all’interno degli uffici regionali necessari per la stabilizzazione, riducendo al tempo stesso le possibilità di ingressi esterni. Secondo i primi accertamenti della magistratura, si tratta di un iter non in linea con quanto previsto dalla riforma Madia, che impone invece una procedura concorsuale e una verifica dei requisiti prima dell’assunzione a tempo indeterminato.
SE LA PROMOZIONE ARRIVA PRIMA DELL’ASSUNZIONE – In queste ore vengono analizzate nel dettaglio le posizioni di 284 precari, 222 di categoria D e 62 di categoria C. Al vaglio della magistratura anche diversi documenti, tra cui la delibera con cui la giunta Emiliano, il 14 settembre 2017 ha approvato la programmazione triennale del fabbisogno del personale e la determina del 3 luglio scorso con cui il dipartimento del Personale ha dato il via libera all’assunzione dei 284 precari impegnando un ulteriore milione e mezzo di euro. Ma è proprio dall’incrocio di nomi, documenti e avvisi pubblici, che la Procura di Bari ha notato qualche anomalia. Come riporta La Repubblica, tra i vari contratti già firmati dai precari sul punto di essere stabilizzati, ce n’è uno che parla di “assunzione con contratto di lavoro a tempo indeterminato con attribuzione della categoria D” e di “posizione economica C1”. Si riferisce a un lavoratore che era inquadrato come categoria C e che non avrebbe partecipato e vinto alcun concorso, così da giustificare una promozione. Nel contratto in questione, tra l’altro, viene specificato che il dipendente “si impegna a svolgere le mansioni proprie della categoria D” non lasciando alcun dubbio sull’effettivo passaggio alla categoria superiore, anche se non è chiaro attraverso quali modalità questa sia avvenuta. Gli inquirenti stanno cercando di verificare se sia l’unico caso ‘anomalo’ tra i quasi 300 contratti al vaglio. Già in passato, in Puglia, il passaggio da una categoria all’altra aveva creato problemi alle giunte regionali.
INCHIESTA NUOVA, STORIA VECCHIA – Era accaduto alla fine degli anni Novanta, quando governatore era Raffaele Fitto. Circa 800 i promossi grazie a concorsi interni annullati poi dal Tar che impose alla Regione la retrocessione dei lavoratori. In seguito, la Corte costituzionale non lasciò dubbi, ribadendo il concetto che metà dei posti disponibili per ciascun concorso pubblico deve essere riservata agli esterni. Una lezione che, pare, non sia stata appresa. Secondo un esposto presentato alla Corte dei Conti, infatti, la Regione non ha ancora provveduto ad assumere dall’esterno un numero di persone tale da bilanciare quegli inquadramenti dichiarati incostituzionali nell’era Fitto.
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‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.