Sono 570 i banaresi che hanno posato per lo scatto: sono stati immortalati nella tribuna realizzata per l'occasione in piazza San Giacomo, 27 metri di lunghezza per 6 di profondità, sviluppata in altezza su 10 gradoni. Marco Ceraglia e "OrdinariMai" - l’associazione culturale che presiede - si sono rivolti direttamente ai cittadini, bussando alle loro porte per raccontare l'idea e coinvolgerli nello spirito della comunità
Il comune di Banari (provincia di Sassari) è entrato nella storia con “Il ritratto di gruppo più grande al mondo”. È stata scattata oggi, 4 agosto, la fotografia più grande mai dedicata a una comunità locale. Infatti, fino ad ora, nessuno aveva mai radunato gli abitanti di un paese per uno scatto di gruppo. A farlo per primo è stato il fotografo Marco Ceraglia per spingere la comunità a reagire, anche in modo creativo, al problema dello spopolamento. Intanto Banari aspira al Guinness dei primati: gli esperti analizzeranno la documentazione per decretare l’accesso del paese al libro dei record.
Sono 570 i banaresi che hanno preso parte all’iniziativa: sono stati immortalati nella tribuna realizzata per l’occasione in piazza San Giacomo, 27 metri di lunghezza per 6 di profondità, sviluppata in altezza su 10 gradoni. Ceraglia e “OrdinariMai” – l’associazione culturale che presiede – si sono rivolti direttamente ai cittadini, bussando alle loro porte per raccontare l’idea e coinvolgerli nello spirito dell’iniziativa. “Banari comunità unita” è lo slogan che ha accompagnato i 50 giorni di preparazione del progetto, giorni necessari per riunire un paese intero in un unico scatto. I residenti che non hanno potuto partecipare sono stati sostituiti dai banaresi emigrati: è il caso del 78enne Aurelio Piu, da 52 anni a Greenwich, nel Connecticut (Usa), che è tornato nel suo paese di origine appositamente per l’occasione. In prima fila anche il più anziano dei figuranti il 96enne Diego Cordedda che ha posato tra la moglie e la figlia. Per la fotografia storica stati usati due apparati principali di ripresa: un apparecchio analogico a banco ottico Sinar e un apparato digitale il cui cuore è la prestigiosa Hasselblad H6D 100.
A ispirare Ceraglia è stata la consapevolezza della problematica che accomuna tantissimi comuni dell’Isola. Spesso si tratta di piccole aree, ma ormai anche i centri più grandi iniziano a subire il fenomeno dello spopolamento. Il progetto di Banari da una parte lancia un’allarme, un avvertimento e dall’altro offre un suggerimento per ricreare un senso di comunità, di appartenenza e di orgoglio che forse si stanno perdendo e che potrebbero fare da contrappeso alle motivazioni che spingono sempre più persone ad andare via. All’evento hanno presenziato anche il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau e il presidente dell’Anci, Emiliano Deiana. Ceraglia, secondo il quotidiano locale CastedduOnline, ha ringraziato la comunità per quello che ha definito “un miracolo di cui i veri autori siete voi, io ho soltanto lanciato un appello, una provocazione, e questa splendida gente ha colto l’occasione per mandare un messaggio a tutto il mondo, in difesa dell’identità e della sopravvivenza delle comunità locali”.