Le infrastrutture che servono al Sud sono “strade sicure, ferrovie e scuole”. Barbara Lezzi, da ministro M5s per il Sud, risponde a Matteo Salvini sulla Tap. Una presa di posizione sul tema che è diventato l’epicentro di un confronto quasi quotidiano nel governo. Sul gasdotto leccese era infatti intervenuto il vicepremier leghista durante un comizio alla festa della Lega in Romagna. Il leader del Carroccio spinge per realizzare l’opera, su cui si è scatenata la polemica dopo che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte l’ha definita “strategica” davanti a Donald Trump, salvo poi parlare di “valutazione del progetto”. Mentre dal Messico è arrivato il “pressing” da fuori di una voce di peso nel M5s come Alessandro Di Battista che ha chiesto di “ribadire i ‘no’ a opere inutili” e ai ministri di “lottare come fa Di Maio”.

“Secondo me l’Italia ha bisogno di molte infrastrutture soprattutto al Sud“, ha detto sabato sera a Cervia Salvini. “Penso alla Puglia: se arriverà alla fine quel gasdotto l’energia costerà il 10% in meno“, ha continuato. Quindi la risposta della ministra Lezzi, titolare proprio del dicastero sul Meridione, leccese e da sempre contraria al Tap tanto da diventare uno dei volti della campagna per il no, proprio come Di Battista. “Caro Matteo Salvini – ha scritto su Facebook – in Italia servono le infrastrutture ed in particolar modo ne hanno estremo bisogno il sud e le aree interne del centro-nord. È la carenza di questo genere di investimenti che ha provocato una perdita ulteriore di posti di lavoro al sud di 300mila unità durante gli anni della crisi. Strade sicure, ferrovie, scuole, ricerca, università, bonifiche, anti-dissesto idrogeologico, energia pulita. Questi sono gli investimenti che l’Italia aspetta”.

È un sintomo che la questione delle grandi opere è quella su cui il governo gialloverde più fatica a trovare una sintesi comune. Da Pescara, sempre sabato sera, Luigi Di Maio ha ricordato parlando dell’Alta Velocità che c’è un contratto da rispettare, in cui è prevista una rivalutazione complessiva dell’infrastruttura. “L’analisi dei costi-benefici” è il mantra ripetuto dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli come metro di valutazione e come metodo di azione. E su questo punto Salvini, continua a ripeterlo, non ha nulla da ridire.

Nessuno strappo quindi, ma è chiaro che da parte della Lega c’è la volontà di spingere per il sì alle grandi opere: “Dai nostri dati – ha spiegato Salvini in un’intervista a La Stampa – sembra che i benefici superino i costi nel caso delle pedemontane, del Terzo Valico e del Tap”. Quanto alla Tav, per il vicepremier leghista “il discorso è più lungo. Bisogna calcolare fino all’ultimo centesimo. Aspetto i risultati degli studi”. “In linea di massima, culturalmente sono più per fare che per disfare“, ha aggiunto. Anche sulla Torino-Lione continua infatti la bagarre, con il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino che annuncia un’analisi costi-benefici redatta dalla Regione che faccia da contraltare a quella del Governo.

Tap e Tav, le opere su cui Di Battista chiede al M5s di ribadire “i “No” sani che abbiamo detto, perché ci abbiamo preso i voti su quella roba là”. Non a caso proprio sulla questione del gasdotto leccese il sindaco di Melendugno aveva parlato di “tradimento, dopo le promesse elettorali dei pentastellati smentite da quello che il premier Conte aveva riferito negli Usa. Un altro sintomo della delusione della base sul territorio sono state le contestazioni fatte dai noTap proprio alla ministra Lezzi. All’interno dei Cinquestelle tutto è parzialmente rientrato dopo l’incontro tra il premier Conte e lo stesso primo cittadino Marco Potì giovedì 2 agosto. Il presidente del Consiglio ha spiegato che “consulenti tecnici e giuridici” che accompagnavano il sindaco “mi hanno rappresentato alcune criticità del progetto Tap”. Così, ha aggiunto, “ho assicurato loro che questo governo opererà una valutazione approfondita di tutti gli aspetti segnalati”. “Cambierà idea“, aveva detto Lezzi del suo premier. Ora prova a convincere anche Salvini.

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