Come si riqualifica un quartiere, uno spazio cittadino? Con la cultura.
Il parco delle Cascine in quella zona era una zona degradata, piazza di spaccio. Il Comune di Firenze, con la Fondazione C.R. di Firenze, ha restaurato la Palazzina dell’Indiano, una caffetteria di fine Ottocento. Recuperato l’immobile parte il progetto culturale, con la direzione di Virgilio Sieni, famoso coreografo. Da giugno a settembre 130 eventi: esposizioni d’arte, concerti, performance. Incontri, laboratori. Il progetto si chiama “Quarto paesaggio. L’esperienza urbana della bellezza“. Sarà vero che la bellezza salverà il mondo? Forse questo è sperare troppo, ma di certo lo migliorerà.
A pochi passi dalla palazzina, il magnifico tempietto dell’Indiano. E’ una storia affascinante: l’indiano in questione era il principe Rajaram Chuttraputti, maharajah di Kolhapur. E’ novembre, il novembre del 1870, arriva da Londra, ma si ferma a Firenze sulla via del ritorno in India. Ahimè, ci muore, a soli 21 anni.
I parenti osservano che è morto alla confluenza di due fiumi e, anche se non sono il Gange e lo Yamuna, è comunque un luogo sacro. Se il suo karma era morire lì, un motivo ci sarà. Viene costruito il magnifico tempietto e il grande ponte progettato da Montemagni, lì vicino, sarà chiamato appunto il ponte dell’Indiano. Dal ponte il tempietto si vede, ma dubito che molti fiorentini conoscano la storia.
L’angolo libri e le presentazioni le organizza Tatatà, una libreria nata da poco in via Santamaria, in uno spazio che è stato stalla e poi falegnameria. Nel centro della Firenze più vera. Fiamma e Silvia decidono di tentare l’avventura, e aprono Tatatà. Specializzata in viaggi e cucina. Fiamma Petrovic ha collaborato per anni con la Scuola del Viaggio, è scrittrice e conosce molto bene la letteratura sul tema. Si danno un sacco da fare: non solo presentazioni, ma anche disfide tra libri, uscite dalla libreria come questa. Bisogna lottare non solo con le difficoltà del caso, ma anche con la maleducazione di chi entra, trova un libro interessante e invece di comprarlo lo fotografo, per ordinarlo con lo sconto su Amazon. E’ miopia culturale, maleducazione e tirchieria in un solo colpo.
Suggerisco un cartello: i libri si comprano, non si fotografano.