Caro diario,

finalmente sono in ferie e posso polleggiarmi sul divano di casa con la pila di libri da leggere e, naturalmente, qualche quotidiano e settimanale. Da qualche domenica ho aderito alla missione personale di acquistare l’Espresso che non compravo e non leggevo più da circa vent’anni. Pare faccia opposizione. Sostengo sempre quelli che fanno opposizione. Sono un’inguaribile romantica in fondo, Sempre a caccia di rivoluzioni e rivoluzionari che non ci sono mai. Le abbiamo finite tutte le ribellioni.

Apro e sfoglio l’Espresso quando mi capita sottomano la pagina vacanziera che propone un test per lasciare, a lettori e lettrici, un momento di svago dopo letture serie che innalzano gastriti e coliti. Relax. Leggerezza. Corbellerie. Ma sì, mi va!

Mi va, fino a che non vedo la vignetta di Di Maio o Salvini intrecciati in una sorta di caduceo che si fronteggiano con lingue biforcute e il micidiale domandone: Sei Di Maio o Salvini? Oh, Jesus. Ma una domanda di riserva, un destino migliore, una alternativa? La cura che ci tocca è proprio questa? Giro pagina e alternative non ce ne sono.

Leggo già di malavoglia le domande, scartando velocemente la foto di Salvini al mare. L’onnipresente Matteo Salvini. L’inflazionato Mateo Salvini. Salvini vestido, Salvini desnudo. Salvini che mangia un panino in discoteca a Milano Marittima. Salvini che arringa folle. Salvini ministro degli Interni ma anche un po’ ministro del Lavoro ma anche un po’ presidente del Consiglio ma anche un po’ tutto. A volte, mi pare la materializzazione vivente delle serie dei Puffi di cui all’università una mia amica faceva collezione. Il puffo medico, il puffo pompiere. Tra poco secondo me ci arriva pure Salvini a indossare oltre alla divisa del politico quella dei mestieri. Così, per stare più vicino alla “gente”. Per far vedere che è uno di loro. Uno di noi. Che con sta storia del loro lato umano ci fregano o quanto ci fregano.

Scartato l’onnipresente Salvini torno al test. Inciampo sulla domanda 15:

“Idee politiche a parte, fareste sesso con (Maschi):

a) Roberto Fico perché è ruspante;

b) Emmanuel Macron perché è poliedrico;

c) Davide Casaleggio perché è indecifrabile;

d) Giancarlo Giorgetti perché sa come si fa”.

Innanzitutto “idee politiche a parte” sta cippa lippa! Le idee politiche c’entrano sempre. La storia è piena di amori nati sulla condivisione di passioni politiche. Cerco alternative. Sfoglio la pagina seguente. No mi toccano questi qua, questi quattro qua. Benedetta redazione, a nessuno è venuto in mente un test vacanziero anche banale tipo vota l’attore figo, la seducente attrice. Il cantante sexy, la cantante trasgressiva? O l’esploratore e l’esploratrice impavidi. Lo scienziato o la scienziata premio Nobel: eminenze grige ma con un lato nascosto sexy.

Ma come faccio a scegliere tra quattro personaggi che trovo attraenti come un piatto di pastina in brodo di dado, scotta e pure raffreddata? Precipito nel tunnel di una sorta di recherche casalinga, in un pomeriggio afoso di agosto, immersa in una serie di associazioni di idee che si susseguono senza che le possa fermare. Fico, Macron, Casaleggio, Giorgetti….pastina in brodo, di dado. Minestrina in giornata grigia, Emma Bovary a tavola davanti all’odore umido del cibo e le pareti scrostate. La depressione di Emma, lo Spleen, Baudelaire. Uh, non ricordavo questi versi da tanto tempo.

Erano i miei versi preferiti negli anni del liceo. Gli anni degli struggimenti adolescenziali tra abissi di tristezze e vette di entusiasmo: “Quando la terra si muta in un’umida segreta quando la terra si muta in un’umida segreta dove, timido pipistrello, la Speranza sbatte le ali contro i muri e batte con la testa nel soffitto marcito…” In effetti pare adatta per lo scenario politico attuale. Mi risveglia dal tunnel della personale recherche scaturita dall’idea insana di fare il test, un’altra me. “Oh! Aho! Sveglia! Torna alla realtà”. Sollievo per poco. Giusto il tempo di spostare la pupilla sulla domanda che riguarda quattro donne della politica.

“Femmine. Fareste sesso con:

a) Daniela Santanchè per zittirla;

b) Marine Le Pen per sculacciarla;

c) Chiara Appendino per svegliarla;

d) Giulia Bongiorno per dissinescarla”

E sì, caro diario, per l’Espresso, giornale di sinistra, non conservatore, né reazionario, che acquisto da alcune settmane perché sono in missione, il sex appeal è virtù solo di maschi con la poltrona sotto alle chiappe anche se sono attraenti come una pastina scotta in brodo raffreddato di dado. Perché il potere, secondo l’Espresso, giornale di sinistra e non reazionario rende sexy gli uomini ma le donne no. Semmai la donna con poltrona e qualche leva di comando è da redimere e il sesso che nella prima parte della domanda sarebbe ispirato da desiderio per le “qualità” dei soggetti maschili, (pastina in brodo) diventa punitivo e rieducativo se si tratta di donne.

Una specie di invito a 50 sfumature del Parlamento. Praticato per zittire Santanchè, sculacciare Le Pen, risvegliare Appendino e dissinnescare Bongiorno mettendole tutte a posto. E sarei anche d’accordo che tante donne in politica (come gli uomini in politica) sarebbe il caso di metterle a posto ma senza fantasie di dominio, semplicemente non votandole.

Caro Diario, la mia missione per acquistare l’Espresso giornale di sinistra e non reazionario, probabilmente continuerà,in fondo era solo uno stupido test, anche se persino in questa occasione sono riusciti a infilarci la gramigna del sessismo.

Però direttore, la prossina volta: test su vota l’attore figo, grazie. (Mi chiami per consigli, se le va).

@nadiesdaa

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