È stato salvato Stefano Guarniero, lo speleologo triestino 33enne rimasto intrappolato in una grotta sabato scorso durante un’esplorazione. Dopo una caduta di venti metri nella grotta denominata ‘Frozen‘ a quota 2.200 metri sotto il Monte Canin, in provincia di Udine, nell’area delle Alpi Giulie, l’uomo aveva riportato ferite all’addome e ad un braccio. Era rimasto così fermo a 200 metri di profondità.
Per velocizzare le operazioni i tecnici del Soccorso alpino avevano deciso di utilizzare un secondo varco naturale rispetto a quello utilizzato dal ferito, un ingresso che è collocato cento metri più in basso e liberato dal ghiaccio dai soccorritori sabato pomeriggio, verso mezzogiorno e mezzo di lunedì i soccorsi sono riusciti a portar fuori la barella e ora lo speleologo è stato portato all’ospedale di Tolmezzo con un elicottero sanitario.
I soccorsi sono stati portati avanti da dodici tecnici, inclusi un medico e delle infermiere rimasti a fare assistenza al 33enne fin da sabato 4 agosto. Le operazioni sono state seguite passo a passo dall’esterno della grotta tramite collegamento telefonico con l’interno attraverso uno speciale cavo di trasmissione. E tra l’esterno della grotta e il campo base, presso la caserma della Guardia di Finanza di Sella Nevea, tramite collegamento radio, dato che la copertura per la rete mobile è assente in quota.
Sul posto sono rimasti ad attenderlo in queste ore anche i familiari. Le operazioni di soccorso hanno impegnato per quasi 48 ore novantaquattro tecnici speleologi con varie specializzazioni: dalla squadra dei disostruttori che ha allargato i punti più stretti per consentire il passaggio della barella ai ventidue tecnici alpini, tutti del Soccorso Alpino e Speleologico Nazionale.
Il ferito, anch’egli parte del Soccorso Alpino e Speleologico Nazionale, è uno dei tecnici con più pratica ed esperienza in grotta, in particolare nelle tecniche di recupero e di soccorso. Nel 2014, in Baviera, si è distinto assieme ad altri come uno dei soccorritori che hanno contribuito direttamente al salvataggio del ferito dall’abisso di Riesending. Guarniero in quell’occasione era stato il primo infermiere a raggiungerlo ed era rimasto lì per due giorni prestando soccorso.