L’indagine per caporalato è stata estesa anche all’ultima strage di braccianti migranti. Diventa dunque una maxi inchiesta quella sui due gravi incidenti stradali avvenuti negli ultimi giorni in provincia di Foggia: 16 i morti, tutti lavoratori di origine africana, impegnati in queste settimane nelle raccolte stagionali, specialmente di pomodoro. Sull’incidente di sabato (4 morti e 4 feriti), avvenuto nei pressi di Ascoli Satriano, indaga la polizia di Stato, su quello di ieri (12 morti e 3 feriti), avvenuto nei pressi di uno svincolo della statale 16, indaga l’Arma dei carabinieri. Per aumentare i controlli e la lotta al caporalato nella zona, intanto, il vicepremier Luigi Di Maio ha annunciato un concorso straordinario per ispettori del lavoro.

Oggi, invece, in zona è arrivato Giuseppe Conte. “Sono qui per approfondire questi episodi che non possono essere considerati fatti occasionali: qui c’è qualcosa di più. Dietro queste morti non c’è dignità, c’era un lavoro sfruttato e non c’era dignità. Dobbiamo fare in modo che questo non accada”, ha detto il premier parlando con i giornalisti a margine del vertice in prefettura a Foggia. Conte ha incontrato una delegazione di braccianti agricoli extracomunitari, di rappresentanti sindacali del settore e le autorità, a seguito dei due gravissimi incidenti stradali verificatisi nella provincia nei quali sono morti 16 migranti africani e diversi sono rimasti feriti.

“Io conosco questa gente, come sapete, ha un gran cuore. Però dobbiamo creare anche i meccanismi affinché gli imprenditori agricoli siano incentivati a rinunciare a una parte di lucro per favorire condizioni lavorative nel massimo del rispetto della dignità dei lavoratori. Il prefetto mi ha elencato i dati. È chiaro che l’estensione dell’attività imprenditoriale agricola qui è tale che i controlli è difficile poterli assicurare in modo capillare. Sicuramente come ha anche anticipato il ministro e vicepremier Luigi Di Maio dobbiamo rafforzare i controlli dell’Ispettorato del lavoro ma dobbiamo anche incentivare la rete del lavoro agricolo di qualità. Quindi una serie di interventi che cercherò di mettere a punto per evitare che questo fenomeno del lavoro nero e sfruttato in totale violazione della dignità dei lavoratori vada avanti”, ha detto il premier. Che poi ha sottolineato: “C’è una legge da cui partiamo, la 199 del 2016”, cioè quella per il contrasto al caporalato approvata dal precedente governo guidato dal Pd. “Dobbiamo capire – ha aggiunto – perché quella legge non ha prodotto gli effetti sperati. Quindi si tratta di integrarla appieno”.

Conte ha incontrato anche il segretario della Uila Puglia, Pietro Buongiorno. “Su 27mila aziende agricole a Foggia e in provincia, che assumono manodopera, solo 80 sono iscritte alla rete del lavoro agricolo di qualità, la cui cabina di regia è presso l’Inps – ha detto il sindacalista – Il premier ci ha detto che ritiene che la legge 199 non sia sufficientemente idonea, noi riteniamo di no ma abbiamo dato la nostra disponibilità a cercare degli strumenti che possano renderla realmente applicabile”. Più o meno la stessa opinione di Matteo Salvini, anche lui arrivato a Foggia. “C’è una legge sul caporalato che per alcuni versi può e deve essere migliorata e aggiornata per permettere ad agricoltori perbene di poter lavorare legalmente e regolarmente. Non voglio e non permetto che l’agricoltura foggiana e l’agricoltura italiana venga etichettata come fuorilegge perché pochi usano mezzi mafiosi per arricchirsi”, ha detto il ministro dell’Interno che ha inoltre promesso “alcuni milioni di euro per superare la fase emergenziale”. “Svuoteremo progressivamente i ghetti, non è possibile che in una società avanzata esistano dei ghetti. Dobbiamo inoltre aggredire  i patrimoni dei mafiosi che campano con il caporalato”.

È previsto per l’intera giornata di domani lo sciopero proclamato dall’Unione sindacale di base. Sarà la marcia dei berretti rossi, come “i cappellini che i quattro braccianti morti e i quattro feriti sabato indossavano nei campi per proteggersi dal sole mentre si spaccavano la schiena per raccogliere pomodori alla vergognosa paga di un euro al quintale”, si legge nel comunicato. “È questa la nostra battaglia – ribadisce Aboubakar Soumahoro, del coordinamento lavoratori agricoli Usb – la tutela dei lavoratori e la rivendicazione dei loro diritti, negati in Puglia come in Calabria, in Piemonte o nel Lazio. Per questi diritti si batteva Soumaila Sackoucciso nella piana di Gioia Tauro il 2 giugno scorso, per questi diritti combattevano i braccianti morti, organizzandosi per sfuggire alla schiavitù del caporalato e alle vessazioni dei cosiddetti imprenditori agricoli”.

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