Il test prevedeva la scelta di 4 politici ma la motivazione scelta per ognuno dei "candidati" ha scatenato la polemica in rete. La Federazione della Stampa: "Gli uomini qualificati perché 'sono' o perché 'sanno'". Un atteggiamento differente per le donne che invece subiscono soltanto. Damilano: "La domanda estrapolata dal contesto fa ribrezzo anche a me". L'autrice: "Ci scusiamo volentieri"
Un sondaggio sessista ha scatenato le polemiche sul settimanale Espresso. E alla fine il direttore Marco Damilano ha dovuto chiedere scusa. “L’informazione – ha detto – si compone di molte forme espressive, anche la satira“, ma “questa volta il gioco non è riuscito”. Il riferimento è per il test intitolato “Sei Di Maio o Salvini?”, pubblicato domenica 5 agosto dal settimanale in cui si chiedeva anche “con quale politico faresti sesso?”. Al centro delle accuse, oltre alla domanda sui possibili partner politici, proprio le opzioni di scelta: da Fico perché è “ruspante” a Macron perché “poliedrico”. Ma non solo. Perché a suscitare le maggiori polemiche sono soprattutto le opzioni dedicate alle donne: dalla Santanché , da scegliere come partner sessuale “per zittirla”, alla Le Pen per “sculacciarla”, fino alla Appendino “per svegliarla”. Insomma se ai politici maschi erano associate caratteristiche personali, seppur di dubbio gusto, i lettori avrebbero dovuto scegliere le donne solo per punirle.
Fnsi: ” Vergognoso sessismo” – “Che rabbia e tristezza infinita se anche l’Espresso ritiene normale questi sondaggi sessisti“, ha scritto una lettrice. “Proprio non ci siamo, se ancora all’alba del 2018 dobbiamo leggere sul tuo giornale stereotipi sessisti dei più volgari. Col pretesto di fare ironia, nel Gioco Test ‘Sei Di Maio o Salvini?’, si resta allibiti a leggere la domanda ‘fareste sesso con'”, sono state le dure parole della lettera indirizzata a Damilano dalla Commissione Pari Opportunità della Federazione Nazionale Stampa Italiana. “Si può scegliere tra 4 politici e 4 politiche ma con motivazioni che la dicono lunga sul maschilismo di chi ha concepito il gioco”, l’affondo di Fnsi, che denuncia:”Gli uomini (Fico, Macron, Casaleggio e Giorgetti) qualificati perché ‘sono’ (ruspante, poliedrico, indecifrabile) o perché ‘sanno’ (Giorgetti sa come si fa)”. Un atteggiamento differente per le donne che invece subiscono soltanto: “Loro non ‘sono’ e non ‘sanno’. E il repertorio spazia tra ‘per zittirla’ a ‘per sculacciarla’”. Una disparità di trattamento in cui gli uomini hanno tanti aggettivi e le “donne invece, zittite, sculacciate, sminuite”, viene sottolineato nella lettera. Un gioco “inaccettabile – dice federazione della stampa – e ci amareggia molto che anche L’Espresso cada in questo vergognoso sessismo. Del tutto inaccettabile. Raccogliendo le tante segnalazioni di sdegno che il ‘test’ sta suscitando in queste ore, ci auguriamo che L’Espresso voglia scusarsi con le lettrici e con i lettori per il grave scivolone”.
L’Espresso: “Nessuna difficoltà a chiedere scusa” – In un articolo sul web, quindi, la rivista di largo Fochetti ha dato una sua versione dei fatti porgendo le sue scuse ai lettori. La prima ad impugnare la penna è Stefania Rossini organizzatrice del contestato sondaggio. La prima reazione è stata di “stupore”, che è “passato quando ho capito che quasi tutte le critiche erano basate su una sola domanda, estrapolata dal contesto, messa sui social e ribattezzata dai più “sondaggio”. Invece non è un sondaggio, è un gioco estivo“, la difesa della giornalista. Test simili sono stati negli anni scorsi hanno portato a chiedere “Quanto Renzi c’è in voi” e “Quanto siete grillini”. C’era dell’ironia nel chiedere a quali tendenze politiche ci si sentisse più vicini – ironia introdotta dalla celebre battuta di Altan: “Mi vengono in mente pensieri che non condivido”. Ma “non siamo riusciti a spiegare bene lo spirito del gioco” che era quello di vedere “se c’è in voi qualche traccia dei due nuovi principi della ribalta politica”. Per questo “e per non aver tenuto conto dell’uso che ne avrebbero potuto fare i social, care lettrici e cari lettori, ci scusiamo volentieri“, conclude Stefania Rossini. Parole a cui segue un intervento dello stesso direttore Marco Damilano che scrive: “L’informazione si compone di molte forme espressive, anche la satira lo è” ma questa volta nel consueto test agostano del settimanale “il gioco non è riuscito“. Quella “domanda sganciata dal contesto fa ribrezzo prima di tutto a me ed è distante anni luce dal mio modo di pensare”, continua Damilano che “non ha “difficoltà a chiedere scusa” ricordando quanto il giornale si sia battuto contro le “discriminazioni razziali o di genere“.