E’ guerra fredda tra i familiari delle vittime della strage di Viareggio e il sindaco Giorgio Del Ghingaro. A incrinare i rapporti, l’invito in città, per un confronto sulla sicurezza del trasporto di merci pericolose, che il primo cittadino ha esteso a Ferrovie dello Stato, tra le aziende condannate in primo grado per il disastro ferroviario, provocato dal deragliamento di un treno merci che trasportava gpl, in cui persero la vita 32 abitanti, tra cui alcuni bambini.

Il processo ripartirà a novembre alla Corte d’Appello di Firenze, ma sarà amputato: a causa della prescrizione, infatti, mancheranno i reati di incendio colposo e lesioni colpose plurime gravi e gravissime. Un epilogo che ha spinto, al nono anniversario della strage, il 29 giugno, il ministro di Giustizia Alfonso Bonafede a dichiarare che la riforma sulla prescrizione che intende promuovere si chiamerà “Legge Viareggio.

L’invito alle aziende condannate da parte del sindaco Del Ghingaro (eletto nel 2015 con una lista civica di centrosinistra senza il Pd) non è andato giù ai familiari delle vittime, primo fra tutti Marco Piagentini, portavoce dell’associazione Il Mondo che Vorrei, dopo essere sopravvissuto con ustioni sul 98 per cento del corpo e aver perso nella strage la moglie Stefania (39 anni) e due figli, Luca e Lorenzo, di 2 e di 4 anni.  “Siamo sorpresi – dice Piagentini – dal fatto di non essere stati informati direttamente dalla decisione del sindaco di invitare Rfi a Viareggio nonostante lui stesso, più volte, ci abbia sempre sottolineato di voler mantenere un canale diretto con i familiari sulle questioni riguardanti la strage di Viareggio, sicurezza compresa”.

Tra le misure di sicurezza che i familiari, da anni, insieme ai ferrovieri di Assemblea 29 giugno, chiedono invano a Ferrovie di adottare, ci sono il dispositivo antisvio e la riduzione della velocità, quando si trasportano merci pericolose attraverso i centri abitati, per limitare i danni di eventuali deragliamenti. In più, l’introduzione della valutazione del rischio, ad oggi non obbligatoria, come ribadito nel processo dai pm della procura di Lucca. Valutazione del rischio assente anche quando, come accadde a Viareggio nel 2009, le cisterne cariche di materiale infiammabile corrono a 100 chilometri orari nei centri abitati.

Misure che il sindaco intende sottoporre all’attenzione delle aziende ferroviarie, qualora accettino il suo invito. “Dieci giorni fa – dice a ilfatto.it – ho inviato una lettera ai vertici di Ferrovie e al ministero dei Trasporti, per invitarli a un incontro a Viareggio, a settembre, per parlare della sicurezza ferroviaria. Vorrei istituire un Osservatorio per la sicurezza del trasporto ferroviario di merci pericolose, possibilmente con sede a Viareggio, per una questione simbolica. Ad oggi non ho avuto nessuna risposta. Non ho avvisato i familiari perché questa è un’iniziativa istituzionale. Il Comune si fa garante nei confronti di tutti, della città, dei familiari, nell’interesse di tutti”. Non è la prima volta che Del Ghingaro tenta un’azione simile. “Avevo scritto una lettera già alcuni mesi fa, alla quale non avevo ricevuto risposte”. Il sindaco chiedeva conto dei carichi di merci pericolose che transitano ancora per la stazione di Viareggio, e domandava alla holding cosa avesse fatto, dal 2009 ad ora, per migliorare la sicurezza.

I familiari delle vittime vorrebbero che sul tavolo dell’Osservatorio finisse anche il licenziamento da parte di Ferrovie di Riccardo Antonini, allontanato dall’azienda perché prestava gratuitamente le sue conoscenze per fare da consulente di parte a favore dei parenti e delle parti offese. Il licenziamento è definitivo dopo una sentenza in Cassazione. Il consiglio comunale di Viareggio, del resto, si era impegnato a chiedere il reintegro del ferroviere, approvando all’unanimità un documento che conteneva questo e altri punti sulla sicurezza in ferrovie. Ma il sindaco non condivide. “Antonini? No, questo non c’incastra nulla con la sicurezza. Ci sono sentenze che vanno rispettate. Se i familiari non vorranno partecipare a un eventuale Osservatorio, rispetterò la loro libera scelta”.

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