Aveva detto che “la politica viene prima della scienza” e che “la scienza deve essere democratica e quindi deve ascoltare tutti”. Ma il consigliere regionale dei Cinquestelle Davide Barillari non rappresenta il suo movimento. A scriverlo, nero su bianco, è lo stesso M5s con poche righe sul Blog delle Stelle: “Il M5s prende totalmente le distanze dalle dichiarazioni del consigliere regionale del Lazio Davide Barillari. La linea del Movimento sui vaccini è quella messa nero su bianco nel contratto di governo votato dagli iscritti e portata avanti dal ministro della Salute Giulia Grillo“.
Su Barillari si erano scatenate le critiche della maggioranza degli utenti su facebook – dove ha scritto quelle frasi – e poi le polemiche degli esponenti del Partito Democratico. “Le dichiarazioni di Barillari sui vaccini e la scienza sono inquietanti. E la presa di distanza del Movimento 5 stelle è tardiva e imbarazzante” scrive Alessia Rotta, vicecapogruppo del Pd alla Camera. La presa di distanza dei Cinquestelle non è sufficiente nemmeno per il senatore renziano Dario Parrini. “Patetico il M5s che condanna le assurdità anti-vaccini del suo esponente Barillari. Il fatto che conta è l’emendamento-vergogna del Milleproroghe. Con quell’emendamento è più coerente Barillari di qualsiasi ipocrita nota ufficiale ispirata dalla Casaleggio Associati“.
Patetico il M5S che condanna le assurdità anti-vaccini del suo esponente Barillari. Il fatto che conta è l’emendamento-vergogna del Milleproroghe. Con quell’emendamento è più coerente Barillari di qualsiasi ipocrita nota ufficiale ispirata dalla Casaleggio Associati.
— Dario Parrini (@DarioParrini) 7 agosto 2018
Nel suo post Davide Barillari, che è tra i fondatori del Movimento (ha fatto parte dei primi meet-up nel 2007) ed è stato anche candidato presidente del M5s alla Regione Lazio, aveva spiegato tra l’altro che “i politici devono ascoltare la scienza, collaborare, non farsi ordinare dalla scienza cosa è giusto e cosa è sbagliato, accettando le parole della scienza mainstream come dogmi religiosi. Perché la scienza deve essere democratica, e quindi deve ascoltare tutti… Compresi ricercatori e scienziati, che con dati alla mano, contestano il dogma ufficiale”.