All’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine è comparso un foglio affisso nel padiglione 9: "Fattele tu le 7 vaccine", riportava la scritta insieme ad alcuni insulti legati sull'aspetto fisico del direttore della Clinica di infettivologia
Nuovo caso di insulti verso medici che prendono posizione sulle misure del governo in tema di vaccinazioni. Questa volta a finire sotto attacco è l’infettivologo Matteo Bassetti. All’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine è comparso un foglio affisso nel padiglione 9: “Fattele tu le 7 vaccine“, riportava la scritta insieme ad alcuni insulti legati sull’aspetto fisico del direttore della Clinica di infettivologia.
L’ipotesi, dunque, è che il primario sia stato bersagliato proprio per le sue posizioni sul tema dei vaccini. Nei giorni scorsi, secondo l’agenzia Adnkronos, Bassetti si era schierato apertamente contro il rinvio dell’obbligo delle vaccinazioni per l’iscrizione dei bambini a scuola. Il primario ha prontamente denunciato l’accaduto.
Il presidente dell’Ordine dei medici di Udine, Maurizio Rocco, ha espresso vicinanza e solidarietà al collega “che da sempre si batte per la copertura vaccinale, oggetto ultimamente di revisioni e di fake news che stanno provocando una reazione del tutto antiscientifica. Siamo molto preoccupati-per il crescendo di un clima che non esito a definire fortemente intimidatorio, la politica deve rendersi conto che certe decisioni che non collimano con la scienza e non fanno altro che provocare reazioni da parte di chi vuole riportare le lancette della storia indietro all’era in cui i vaccini non esistevano”.
Anche il virologo Roberto Burioni è stato oggetto di attacchi da parte di un gruppo di cosiddetti “no vax”: nella giornata di lunedì 6 agosto è stato divulgato in rete un fotomontaggio in cui viene ritratto come prigioniero delle Brigate Rosse. Un fotomontaggio che è stato poi esposto dai senatori Pd verso i banchi 5 stelle nel corso del voto finale al Senato del decreto Milleproroghe. Voto che è stato contestato dai dem proprio perché il decreto conteneva lo slittamento al 2019 deciso dalla maggioranza M5s-Lega.